Le piante appartenenti al genere Nepenthes sono tutte piante carnivore appartenenti alla famiglia delle Nepentaceae, originarie delle zone tropicali ma che, a seconda della specie, possono crescere in diversi luoghi: alcune di queste piante, infatti si sviluppano vicino al mare o con temperature miti, mentre altre preferiscono le zone di montagna e non temono le escursioni termiche. Generalmente, nei vivai si trovano ibridi derivati dalle cosiddette Nepenthes di pianura, abituate ai climi tropicali caldi e umidi.
piante carnivore
Scoperta nuova pianta carnivora: la Philcoxia minensis
La biodiversità della savana brasiliana è un elemento risaputo. Nella foresta tropicale è possibile imbattersi in molteplici tipi di piante. E proprio in queste condizioni ultra-favorevoli per lo studio della flora, un gruppo di ricercatori in botanica della Unicamp, la Universidade Estadual de Campinas ha scoperto una nuova pianta carnivora, la Philcoxia minensis.
Piante carnivore, la Sarracenia
La Sarracenia è una pianta carnivora appartenente alla famiglia delle Sarraceniacee ed originaria dell’America del Nord. E’ caratterizzata da un tubero sotterraneo carnoso, dal quale partono gli ascidi, ovvero delle foglie chiuse a tubo sormontate da un opercolo che costituisce una trappola micidiale per insetti di ogni tipo. Gli ascidi possono raggiungere il metro di altezza ed hanno colorazioni e forme diverse a seconda della specie.
Stratificazione, quella a freddo per le piante carnivore
Quella della stratificazione è un pratica diffusa nel giardinaggio molto di più di ciò che un neofita potrebbe pensare. Essa serve ad aiutare il seme a germinare. Spesso la temperatura nella quale si tenta di far crescere il seme non è adatta alla pianta che deve generare, e per tale motivo si ha il bisogno di dare quella spinta “chimica” e naturale al seme per poter ingranare. Oggi tentiamo di approfondire il discorso della stratificazione per ciò che riguarda le piante carnivore.
Piante carnivore: la Nepenthes ventrata
La Nepenthes ventrata è una pianta carnivora ottenuta dall’incrocio della Nepenthes ventricosa e della Nepenthes alata, originaria della Malesia e delle Isole Filippine ed appartenente alla famiglia delle Nepenthacee. E’ caratterizzata da fusti piuttosto corti, con foglie allungate ed appuntite dal colore verde chiaro. All’estremità delle foglie si sviluppano i cosiddetti ascidi di colore verde-rossastro, che rappresentano delle vere e proprie trappole per gli insetti. All’interno di questi “bicchieri”, infatti, si forma una sostanza mielosa che attira gli insetti e li cattura, impedendogli di risalire.
Viene coltivata per lo più in appartamento come pianta ornamentale, ma si rivela anche molto utile proprio per la sua capacità di liberare l’ambiente circostante dagli insetti. Per la particolare conformazione, è preferibile allevarla in vasi sospesi, che ne mettano in risalto l’aspetto ricadente.
La drosera veniva usata contro le zanzare
Alla fine dell’800, prima che gli insetticidi chimici facessero la
Le piante carnivore da tenere in appartamento
Le piante carnivore sono piante che si nutrono di piccoli insetti, tanto che vengono chiamate anche piante insettivore; sempre più persone decidono di coltivare una di queste piante per cercare di controllare gli insetti che, con la bella stagione e le finestre aperte, entrano più facilmente in casa, senza ricorrere agli insetticidi.
Attraverso diverse modalità e delicati meccanismi, queste piante catturano gli insetti per assicurarsi i nutrienti che gli servono, in particolar modo l’azoto contenuto nelle proteine degli insetti. Tra le piante carnivore più adatte ad essere coltivate in appartamento ci sono la Drosera capensis, la Dionaea muscipula, la Sarracenia purpurea e la Nepenthes che, tra l’altro, sono anche quelle che catturano maggiormente gli insetti.
Per quanto riguarda la coltivazione, in via generale, le piante carnivore vanno in riposo vegetativo in inverno; durante questo periodo vanno tenute in un ambiente umido, annaffiarle una volta alla settimana ed eliminare le foglie morte o appassite per non far sviluppare la muffa. In primavera e in estate vanno sistemate in mezz’ombra lontano dai raggi del sole e annaffiarle in modo da mantenere costante l’umidità del terreno.
Piante carnivore, Drosera intermedia
La Drosera intermedia è una pianta carnivora appartenente, come la dionea muscipula, il drosophyllum lusitanicum e la drosera capensis dei quali vi abbiamo già parlato, al genere Drosera della famiglia delle Droseraceae; si tratta di una pianta erbacea perenne diffusa in Europa, Nord e Sud America America. Può raggiungere un’altezza di 10 cm e presenta foglie disposte a rosetta ricoperte all’estremità di ghiandole mucillaginose che secernono una sostanza zuccherina atta ad attirare gli insetti che vi rimangono invischiati e vengono digeriti una volta morti.
Nelle zone temperate la drosera intermedia va in riposo vegetativo e durante questo periodo forma una sorta di gemma compatta chiamata hibernaculum grazie alla cui formazione riesce a passare indenne l’inverno; quindi la pianta si “risveglia” in primavera e continua a svilupparsi fino a formare, da giugno fino a settembre, fiori bianchi raccolti in gruppi, alti fino a 15 cm.
Brocchinia reducta, unica carnivora del suo genere
La Brocchinia reducta è una specie di pianta del genere Brocchinia appartenente alla famiglia delle Bromeliacaee; come tutte le altre Bromeliacaee le sue foglie sovrapposte formano delle urne capaci di raccogliere l’acqua piovana, ma a differenza di quasi tutte le altre piante del suo genere, fatta eccezione per la Brocchinia hectiodes, è una carnivora. Sono proprio le foglie disposte a rosetta intorno all’urna centrale che, ricoperte da piccole squame lisce, riflettono i raggi ultravioletti attirando gli insetti.
A fungere da esca per le malcapitate prede però è anche l’acqua raccolta all’interno di questa che emette un odore dolciastro; proprio nell’acqua gli insetti finiscono per annegare dopo essere scivolati in fondo alla foglia, trascinati dal suo rivestimento liscio e ceroso.
In realtà l’inclusione della brocchinia reducta nel novero delle piante carnivore è stata a lungo controversa; questo fino al 2005 quando è stato dimostrato che la pianta produce effettivamente un enzima, la fosfatasi, in grado di digerire gli insetti rimasti intrappolati.
Piante carnivore, Heliamphora
Heliamphora è un genere di pianta carnivora appartenente alla famiglia Sarraceniaceae originario di Brasile e Venezuela. Attualmente ne sono state scoperte e descritte circa sedici specie caratterizzate da foglie piuttosto singolari; queste infatti appaiono fuse e formano una sorta di anfora completamente piena di acqua, da cui la pianta prende il nome (dal greco helos, palude, e amphoreus, anfora). Le dimensioni delle foglie variano da pochi centimetri (è il caso delle specie di Heliamphora minor ed Heliamphora pulcher) al metro o poco più (Heliamphora ionasii).
Proprio le foglie vengono utilizzate dalla pianta per intrappolare e digerire gli insetti grazie alla presenza al loro interno di batteri simbionti. Infatti, a differenza delle altre piante insettivore finora descritte, le Heliamphora non producono enzimi digestivi, fatta eccezione per la specie denominata Heliamphora tatei. Inoltre al contrario di quanto accade nelle altre piante ad ascidio, le Heliamphora non sono dotate di opercoli che chiudono le trappole ma presentano all’apice della foglia delle strutture che secernono una sostanza dolciastra che attira le prede le quali, una volta cadute in trappola, vengono trascinate all’interno dell’ascidio dalla folta peluria che ne ricopre le pareti interne.
Cephalotus follicularis
Il Cephalotus follicularis è una pianta carnivora; unico rappresentate della famiglia delle Cephalotaceae cresce spontaneo solo nel sud-ovest dell’Australia. Presenta foglie laminari carnose, di colore verde, talvolta con sfumature rosso/violacee; le sue vistose trappole sono ascidi bombati percorsi in senso longitudinale da due costole pelose e sormontati da un coperchio la cui colorazione varia in base all’esposizione della pianta al sole e va dal verde brillante al rosso acceso.
La pianta si sviluppa in larghezza (non supera quasi mai i 5 centimetri di altezza) e appare come una sorta di cuscino fatto di foglie e ascidi profumati; dopo il periodo di riposo invernale la pianta si risveglia all’inizio di Marzo, mentre per la formazione di nuovi ascidi bisogna aspettare il mese di Aprile, quindi cresce e si sviluppa fino all’inizio dell’autunno. Nei mesi di Luglio-Agosto faranno invece la propria comparsa i fiori.
Drosophyllum lusitanicum
Drosophyllum è un genere di piante carnivore appartenente, come la Dionea, alla famiglia delle Droseraceae; il genere conta una sola specie vivente, la Drosophyllum lusitanicum, presente in alcune regioni del Portogallo, Spagna e Marocco. Questa pianta presenta foglie lunghe 20-40 cm che si dipartono da una rosetta centrale; analogamente alle piante insettivore del genere Pinguicula, anche le foglie di Drosophyllum lusitanicum sono dotate in superficie di ghiandole che secernono una sostanza appiccicosa raccolta in gocce piuttosto evidenti e utile alla cattura delle prede, mentre, a differenza delle specie di Drosera, queste non sono dotate di un movimento attivo per intrappolare i malcapitati insetti.
Le Drosophyllum producono dei piccoli fiori (5-7 per stelo) che sbocciano per due-tre volte durante il periodo vegetativo e seccano dopo non più di un giorno; questi producono delle capsule che contengono ciascuna dai 5 ai 15 semi che possono essere piantati singolarmente per ottenere la moltiplicazione della pianta.
Pinguicula, ovvero l’erba unta
La Pinguicula, nota anche con il nome comune di erba unta, è un genere di piante carnivore appartenente alla famiglia delle Lentibulariaceae; se ne contano 80 specie diffuse in Europa, Nord America, Asia settentrionale, America centrale e meridionale, la maggior parte delle quali sono perenni. Queste piante sono dotate di foglie di un bel colore verde brillante disposte a rosetta e ricoperte da una peluria appiccicosa utile per attirare, catturare e digerire non solo zanzare e moscerini, ma anche insetti di grandi dimensioni. A differenza di altre insettivore, come la Dionea, le Pinguicole hanno un aspetto del tutto innocuo e appaiono simili a comuni piante grasse.
In base alla zona climatica di origine le pinguicule possono essere suddivise in due gruppi:
Pinguicole tropicali
Alcune Pinguicole tropicali formano durante l’inverno rosette compatte, succulente e non-carnivore, mentre altre mantengono intatte le foglie carnivore per tutto l’anno.
Pinguicole temperate
Le Pinguicole temperate crescono spontaneamente anche nelle nostre Alpi (P. vulgaris e P. alpina); con l’arrivo dell’inverno le loro foglie si chiudono fino a formare delle piccole palline, dette ibernacoli, che servono a proteggere la pianta dal freddo fino all’arrivo della primavera quando alla schiusa delle foglie segue un’abbondante produzione di fiori.
Drosera capensis
La Drosera capensis è una specie di pianta carnivora appartenente, come la Dionea, al genere Drosera; originaria del sud Africa, è una pianta robusta che raggiunge un’altezza di circa 30 centimetri. Possiede foglie lunghe e sottili che crescono a rosetta e presentano nella parte terminale piccoli tentacoli appiccicosi di colore rosso; è proprio il colore dei tentacoli ad attrarre la preda che, una volta caduta in trappola, viene avvolta lentamente dalla foglia e digerita. Tuttavia, la foglia si srotlola in seguito al processo digestivo solo se la vittima è di piccole dimensioni, diversamente si seccherà per essere sostituita da nuove foglie.
Si tratta di una pianta molto facile da coltivare in quanto, come molte altre carnivore, la drosera capensis necessita semplicemente di pochi centimetri di acqua piovana o distillata nel sottovaso e di un’esposizione soleggiata. Unico accorgimento necessario, oltre all’evitare accuratamente l’acqua del rubinetto, è il riposo invernale: la pianta può essere posta al riparo in un ambiente a temperatura compresa tra 5 e 10°C oppure tenuta all’aperto tutto l’inverno mantenendo umido il terreno.