Erbe medicinali, la gramigna

La gramigna (Agropyron repens), da sempre considerata nulla più che un’erbaccia infestante, è in realtà una pianta erbacea dalle indiscutibili proprietà medicinali. Nota anche con i nomi comuni di dente canino e grano delle formiche, la gramigna può raggiungere un’altezza pari a un metro e mezzo ed è caratterizzata da lunghi rizomi dai quali si dipartono i fusti eretti dotati di foglie strette e piatte di colore verde che si presentano ricoperte da una fitta peluria; verdi sono anche i fiori, che crescono raccolti in spighe da giugno a settembre.

In virtù del suo contenuto di saponine, mucillagini e sali minerali, alla gramigna vengono attribuite soprattutto proprietà depurative, diuretiche ed emollienti. In particolare, grazie alla sua azione diuretica, la gramigna si rivela utile come coadiuvante, sotto stretto controllo medico, nella cura di problemi di salute quali cistititi, prostatiti e calcoli renali oltre che per il trattamento della ritenzione idrica e degli inestetismi della cellulite, ma trova largo impiego anche come antinfiammatorio, antidolorifico, espettorante e febbrifugo.

Erbe medicinali, l’equiseto

L’equiseto (Equisetum arvense), noto anche con il nome comune di coda di cavallo o coda cavallina, è un genere di piante che cresce spontaneo nel sottobosco, vicino a corsi d’acqua e piccoli ruscelli. E’ caratterizzato da un fusto eretto e segmentato di colore verde o marrone dal quale si dipartono lateralmente i filamenti di colore verde ai quali la pianta deve la propria denominazione popolare.

All’equiseto vengono riconosciute proprietà medicamentose come rimineralizzante, disintossicante, diuretico e coagulante. In particolare, questa pianta medicinale deve la propria azione rimineralizzante all’elevato contenuto di silicio, minerale che, insieme a calcio e magnesio, contribuisce all’accrescimento osseo; sempre al silicio deve la propria efficcacia disintossicante, mentre stimola la diuresi in virtù del proprio contenuto di sali di potassio, flavonoidi e saponine (equisetonina).

Piante medicinali: l’acetosella dei boschi

acetosella

L’Oxalis acetosella, meglio conosciuta come acetosella dei boschi, è una pianta medicinale appartenente alla famiglia delle Ossidalaceae. L’acetosella è un’erbacea perenne, molto comune nelle zone montane dell’Europa, dell’Asia e del Nordamerica; il suo habitat naturale è il bosco, ma gradisce anche i semplici luoghi ombrosi, sia in pianura che in montagna, purché ricchi di humus e morbidi.

La prima parte del nome botanico di questa pianta, ovvero Oxals, deriva dal greco oxys, che significa acuto, e da hals, cioè sale, mentre l’epiteto acetosella si deve al suo gusto acidulo che ricorda quello dell’aceto.

Solitamente l’acetosella raggiunge altezze comprese tra gli 8 e i 15 centimetri, possiede foglie simili a quelle del trifoglio, i fiori compaiono tra aprile e maggio e sono caratterizzati da petali bianchi o rosati, solcati da venature violacee; i frutti sono composti da una capsula allungata con un sistema particolare per propagare i semi. Essendo molto esile, tende a ripiegarsi su stessa per proteggersi dal vento e dalle piogge.

Erbe medicinali di Marzo

 erbe medicinali

CARDO DEI LANAIOLI (Dipsacus fullonum)
CARDO DEI LANAIOLI

Specie biennale a fusto eretto, rigido, co­perto di aculei; le foglie sono oblunghe, spinose e i fiori riuniti in capolini conici so­no di uno stupendo color lillà-viola. Questa pianta vegeta abbondante in pianu­ra e, soprattutto, nei luoghi incolti di mon­tagna e di collina.

Si coltiva senza difficoltà, in normale terra da giardino, meglio se un po’ sassosa e sabbiosa.

Annaffiare poco; la semina si effettua in pri­mavera. Sconsigliabile  la coltura in vaso.

Serve per preparare un infuso (grammi 2 di foglie in 100 grammi di acqua) ad azione diuretica e sudorifera, assai efficace nelle forme influenzali o per guarire i raffreddori. I capolini di questa pianta servono per car­dare la lana, pettinare stoffe o rattinare il panno.

 

Alloro, leggende e curiosità

alloro curiosità

Secondo il mito, la pianta di alloro fece la propria comparsa sulla terra a causa di un amore non corrisposto: si narra infatti che Apollo, il dio greco del sole, amasse alla follia la bellissima Dafne; un giorno quindi, scorta la fanciulla lungo le pendici del monte Parnaso, cercò di attirarla a sè. Questa però vedendolo arrivare si diede alla fuga e fu inseguita; fu proprio nel momento in cui il dio stava per raggiungerla che Dafne invocò l’aiuto di Gea (la dea della terra) che la trasformò in un albero di alloro, pianta che da allora divenne sacra proprio ad Apollo e le cui fronde vennero usate per incoronare le teste dei poeti, degli eroi, dei vincitori. Usanza che si è mantenuta in gran parte anche ai giorni nostri.

L’alloro è un albero sempreverde che cresce anche spontaneo; appartiene alla famiglia botanica delle Lauracee e può raggiungere altezze comprese fra 2 e 8 metri. E’ dotato di foglie lanceolate, coriacee, che si possono raccogliere durante tutto l’anno, e di piccoli fiori di colore bianco o giallastro che fanno la propria comparsa tra marzo e aprile. Tra ottobre e novembre, fanno la propria comparsa sugli alberi femmina i frutti, piccole drupe di colore scuro simili a olive.

Erbe aromatiche: il Cardo Mariano

cardo mariano

Il Cardo Mariano è una pianta a fusto eretto e vigoroso, ha foglie grandi, lobate, dal colore verde intenso, lucenti con striature biancastre e bordo spinoso e ciliato. I fiori, di un bel color violetto sono circondati da brattee spinose e riunite in grandi capolini. La fioritura avviene in estate, e la pianta può raggiungere il metro e mezzo d’altezza.

Questa pianta a carattere seminfestante, è particolarmente diffusa nell’area mediterranea e principalmente nell’Italia del Sud e del Centro, più raramente nel Nord-Italia. Si rinviene con una certa facilità nei campi incolti, nei pascoli, lungo i margini dei sentieri, tra le macerie.

Di essa, si utilizzano le foglie, la radice e i semi. Le foglie van colte in primavera e fatte essiccare in luogo ombroso e ventilato, mentre le radici si asportano in primavera o in autunno. Mondate dalla terra si fanno essiccare dopo averle tagliate a pezzi. I semi si raccolgono per scuotimento dei capolini essicati.

Attenzione: i semi vanno usati solo dietro prescrizione medica.

 

Le erbe aromatiche di Febbraio (seconda parte)

erbe aromatiche

PEROSCHIA
(Perovskia)

Spesso confuse con la salvia le quattro specie del genere vantano buone proprietà decorative. Si tratta di piccoli arbusti alti circa 1 metro, con fiori violacei estivi e foglie dolcemente aromatiche.
Si coltiva in normale terra da giardino, in pieno sole o in lieve ombra, con annaffiature e concimazioni regolari.
Serve per aromatizzare alcune pietanze a base di selvaggina, per dare un particolare aroma ai liquori di tono alpestre e per preparare i sacchettini odorosi da porre negli armadi, tra la biancheria.

Le erbe aromatiche di Febbraio (prima parte)

erbe aromatiche

ERBA GERARDA
(Aego podium Podagraria)

Si tratta di una decorativa specie erbacea perenne, alta da 40 cm a 1 m, che vegeta rigogliosa nelle vallette alpine ombrose e fresche. I suoi fiori sono molto larghi, a ombrella, di colore bianco e rosa. Il foglia­me e i semi emanano un caratteristico aro­ma amaro.

Si coltiva in ombra e in terreno umido, se­minando alla fine inverno o dividendo i cespi in autunno o in primavera.

Serve come pianta decorativa per bordo mi­sto, oppure si utilizza come specie aromati­ca in sostituzione del sambuco. Infatti, la gerarda è nota anche come « sambuchella ».

Le erbe aromatiche di Gennaio

erbe aromatiche

ERBA LALDA
(Lapsana communis)

Spontanea in quasi tutta la Penisola, fiorisce nei mesi più caldi dell’estate con una profu­sione di corolle gialle molto simili a mar­gherite portate da lunghi peduncoli sottili che si diramano in radi ciuffi.
Si coltiva senza grande difficoltà, tanto che spesso viene impiegata per arricchire il bor­do misto o per decorare le scarpate o i bor­di dei prati  rustici.
Serve per la preparazione di insalate, utiliz­zando le foglie più tenere, oppure può es­sere impiegata come verdura in minestre di riso. Il suo particolare aroma e il tipico sa­pore amarognolo rendono l’erba laida mol­to appetitosa e stimolante per l’appetito.

ERBA POLVERINA
(Amaranthus blitum)

Nota anche come «blito bianco» questa pianta cresce spontanea nei luoghi umidi e ombrosi.
Si coltiva in terra piuttosto sabbiosa, a mez­z’ombra cercando di tenere sempre fresco il terreno. Si consiglia di seminare a primavera.
Serve, utilizzando le foglie, alla preparazione di saporiti piatti di verdura cotta dal sapore molto simile a quello degli spinaci. Queste foglie, oltre ad avere un gusto assai gradevo­le, vantano una notevole proprietà rinfre­scante ed essendo ricche di ferro costituisco­no un ottimo coadiuvante delle diete per persone anemiche o convalescenti.

Edera, il sempreverde per ogni stagione

edera

Per chi ha necessità di abbellire un muro esterno o semplicemente ricoprire una rete di recinzione per “nascondere” l’interno di un giardino, non c’è nulla di meglio che una bella pianta di Edera, il rampicante in assoluto più diffuso alle nostre latitudini.

Appartiene alla famiglia delle Apiacee e vanta un buon numero di specie di origine europea ed asiatica. La più comune è l’Hedera Helix, che possiamo ammirare facilmente nei nostri boschi o sui muri esposti a nord. La caratteristica principale dell’Edera, infatti, è rappresentata dalla scarsa tolleranza ai raggi del sole, che la portano a proliferare soprattutto in ambienti ombreggiati e tendenzialmente freschi.

Nel caso la si voglia piantare, dunque, occorrerà fare attenzione alla collocazione geografica, in modo da ottenere il miglior risultato possibile. E che risultato! L’Edera ricoprirà i vostri muri, regalandovi una visione di spettacolare compattezza con le sue varietà di verde e le magnifiche striature.

Piante medicinali: come curarsi con le erbe

erbe_medicinali Scienza pura o rimedio della nonna? C’è una vasta letteratura sull’efficacia delle cure cosiddette “naturali” ed il popolo di esperti in materia si divide più o meno equamente tra favorevoli e contrari all’utilizzo delle erbe come panacea per tutti i mali. Dove sta la verità? Come sempre in questi casi è inutile generalizzare, ritenendo completamente giusto o sbagliato un determinato metodo di cura, perché se è vero che la maggior parte dei medicinali presenti in commercio è di origine naturale, è anche vero che non sempre il termine ‘naturale’ corrisponde ad adatto o utile.

Detto questo, possiamo partire con i consigli, invitandovi a non abusare dei rimedi della nonna e a consultare comunque un esperto prima di qualunque azione in questo senso. La cura con le piante medicinali è indicata per i piccoli malanni quotidiani, ma difficilmente può risolvere i gravi problemi di salute ed un uso improprio può risultare addirittura deleterio. Non vogliamo con questo demonizzare l’uso delle erbe come medicina, ma solo consigliare la giusta cautela. In quali casi può servire l’aiuto della pianta medicinale? Dopo il salto troverete un elenco di erbe più o meno note con i rispettivi benefici.