Il mese di agosto è la perfetta occasione per sfoggiare nuovi arredamenti vegetali nella propria abitazione. In particolare vi è il momento giusto per sfoggiare un centrotavola di ferragosto con ortaggi e fiori appositamente creato per stupire i propri ospiti.
centrotavola
La Gaultheria per un centro tavola di classe
La Gaultheria è un vaso che solitamente sboccia in primavera ma, trattandosi di una pianta perenne, resiste bene in tutte le stagioni e proprio per tale ragione è utilizzata in moltissime composizioni natalizie. La Gaultheria è una scelta perfetta per un centro tavola di classe, per il pranzo o la cena natalizia: oggi vi vogliamo offrire alcune soluzioni ottimali, dalle quali prender spunto.
Centrotavola estivo con ortaggi e fiori
Che ne dite di un bel centrotavola estivo con ortaggi e fiori? Talvolta basta davvero poco per ravvivare le nostre tavole e sfruttare quelli che sono i frutti della terra e del nostro sudore. Da questo punto di vista vogliamo darvi piena libertà di scelta nei fiori. Purché si tratti di piante di stagione o di fiori recisi in grado di resistere qualche ora.
Centrotavola di fiori e frutta per Capodanno
State cercando un’idea per un bel centrotavola per il cenone di Capodanno o per il pranzo del primo gennaio? Niente paura oggi vi proponiamo un colorato e profumatissimo centrotavola da realizzare con fiori e frutta fresca. L’effetto decorativo e il profumo sono assicurati, a patto di realizzarlo la mattina stessa dell’occasione nel quale volete sfoggiarlo.
Segnaposto e decorazioni natalizie con agrifoglio
Decorare una tavola con i fiori non significa solamente pensare a un bel centrotavola o un mazzo di fiori importante: sono i dettagli che la rendono speciale, e oggi proponiamo un’idea che può aiutarci a raggiungere questo risultato, anche in ragione dell’avvicinarsi delle feste natalizie.
Composizione floreale per l’addio all’estate
“Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.”E.Montale, Ossi di Seppia
Cosa porteremo con noi di questa estate che sta finendo? Iniziata tardi e passata, come tutte le estati, troppo in fretta, ha lasciato un gusto amaro, come quando viaggiando in macchina alla radio, cambiando stazione, trovi la tua canzone preferita ma non riesci a finire di ascoltarla perchè inesorabile arriva una galleria. Nella prima giornata uggiosa che il cielo ci regala, rispondo con un girasole, che è come avere un pezzettino di sole anche se il sole non c’è. Come guardare la fotografia di qualcuno che è partito.
Centrotavola: tre piccole idee
“Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre”
Italo Calvino, da Marcovaldo.
La gerbera, il cui nome deriva da dal cognome del naturalista tedesco Traugott Gerber, amico del più conosciuto Carlo Linneo, appartiene alla famiglia delle Astaraceae; ne esistono circa 70 specie, tra le quali la più conosciuta é Gerbera jamesonii, detta anche Margherita del Transval (questo perchè il fiore è molto simile a una margherita, e perchè il Transvaal è la regione dell’Africa meridionale da cui questa pianta proviene). Fu portata in Italia per la prima all’inizio del ‘900, ed oggi è certamente molto diffusa. Viene usata infatti sia come pianta ornamentale che recisa nelle composizioni e negli allestimenti floreali. Infatti ne esistono di molti colori diversi, il che permette di utilizzarla per creare composizioni di diverso tipo.
Centrotavola con rose e bacche di iperico
L’iperico, detto anche “cacciadiavoli” o “erba di San Giovanni“, è una pianta che storicamente è sempre stata considerata “magica”. Per quanto riguarda il primo soprannome, Ippocrate e Dioscoride sostenevano che il suo nome significasse “al di sopra”, ossia più forte delle apparizioni dell’oltretomba e del mondo infero, perciò venne soprannominato cacciadiavoli. Nel Medioevo invece veniva appeso alle finestre e sulle porte per impedire ai demoni di entrare liberamente nelle case. Per quanto riguarda, invece, il secondo soprannome, anticamente chi si trovava per la strada nella notte della vigilia di San Giovanni quando le streghe si recavano a frotte verso il luogo del convegno annuale, se ne proteggeva infilandoselo sotto la camicia con altre erbe, come aglio, artemisia e ruta. In molti paesi europei coloro che danzavano nella notte di San gGovanni intorno al fuoco si cingevano le tempie con le fronde di questa pianta e poi spenti i fuochi le gettavano sui tetti delle case per preservarle dai fulmini.
Matrimonio con rose bianche, lavanda, limoni e spighe di grano
Questo giugno non ci regala tregue: pioggia e sole si alternano rapidi, e questa mattina il cielo è trapuntato di nuvole grigie traboccanti d’acqua. Portiamo un po’ di colore con i fiori, allora. Quello di cui parliamo oggi è un piccolo allestimento per un matrimonio, nei toni del bianco, del verde e del giallo. La sala comunale è allestita con una passatoia bianca coperta di petali bianchi e rosa, le sedie degli sposi sono decorate con nastri di tulle bianco, con un fiocco centrale all’interno del quale è posizionato un mazzolino di gypsophila e crisantemi verdi a bottoncino. Il camino di pietra è contornato da un leggero festone nei toni del verde e del bianco.
Matrimonio rosa in campagna
Guardo in alto e il cielo è grigio, in questo sabato mattina di giugno. L’estate si fa attendere, siamo sospesi e pieni di aspettative. Guardo in alto e il cielo è grigio: non è uggioso e triste, però. E’ un grigio argenteo, una cascata di perle che ci sovrasta. Intorno a me strette di mano, abbracci pieni di calore, occhi lucidi, persone traboccanti di emozione. Dopo aver sistemato le composizioni dentro la chiesa, aver infiocchettato di tulle bianco e leggero le panche, aver posizionato piccoli mazzi di rose e peonie come punteggiature di colore, la frenesia dell’allestimento lascia il posto alla dolcezza dell’attesa, del guardarsi intorno.
I bambini corrono in giro, rubando i piccoli coni colmi di riso e petali di raso posizionati nella cesta di vimini all’ingresso della chiesa, e i primi chicchi vengono sparsi lungo la navata centrale. E poi eccola, arriva con il suo velo bordato di un pizzo dal sapore antico, un sorriso straordinariamente commovente, in una mano la mano del padre, che stringe d’affetto, e nell’altra il bouquet di rose. I toni vellutati del rosa delle aqua e delle sweet avalanche unite alle bianche white lidya in un gioco cromatico delicato e armonioso.
Centrotavola primaverile allegro e colorato
“Una rosa, soltanto una rosa”.
Così inizia La Bella e La Bestia, che narra la storia della giovane Belinda, che, grazie alla rosa chiesta in dono al padre in partenza per un viaggio, incontra il mostro del quale poi si innamorerà, scoprendone l’animo gentile e trasfigurandolo con il suo sentimento puro e disinteressato. La bellezza è cosa fugace, e niente meglio dei fiori ce lo insegna. Così in questa composizione le rose si uniscono alla forsizia, che nel linguaggio dei fiori ha il significato di “bellezza fuggevole”, a causa della sua fioritura appariscente ma rapida. La fine dell’inverno è segnata da questi fiori dal giallo intenso, promessa di un caldo sole che arriverà presto.
Centrotavola di rose gialle, margherite delle Canarie e camomilla
Con il passare del tempo, lavorando su delle composizioni floreali per diverse occasioni, mi accorgo sempre di più che i tentativi di accostare materiali e tipologie di fiori apparentemente in contrasto tra di loro crea invece degli effetti molto particolari e interessanti. In questa composizione in particolare, un centrotavola sicuramente poco ordinario e originale che potrebbe ricordare la forma di una medusa, ho scelto di abbinare i fiori di Argyranthemum frutescens a delle rose gialle, aggiungendo dei piccoli fiorellini di camomilla romana.