Siccità e crisi dell’agricoltura non solo in Sardegna

In Sardegna c’è grande preoccupazione per quanto riguarda la siccità, in realtà un aspetto che purtroppo colpisce gran parte delle regioni italiane del Sud. Come rivelato da Coldiretti c’è un grande pericolo per le colture estive. Ci sarà infatti una vera e propria emergenza che riguarderà meloni, angurie, pomodori, ortaggi e mais.

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Questione siccità in Sardegna ed agricoltura a rischio

Questo, inevitabilmente, porterà ad un aumento di prezzi. Il cambiamento climatico, che sta provocando lunghi periodi di siccità in Sardegna, pesa chiaramente molto sull’agricoltura di tale regione. Non solo manca l’acqua, ma non c’è alcun tipo di programmazione a riguardo, ossia una sorta di seconda scelta per dar modo di trovare soluzioni a questo clima che ormai risulta essere sempre più imprevedibile. Infatti c’è alternanza tra gelate e picchi di calore.

Coldiretti ha evidenziato come ci sia una grande mancanza di punti chiave come irrigazione di emergenza dei campi, connessione tra i bacini, programmi per le colture del futuro e così via. Il direttore regionale di Coldiretti Sardegna, Luca Saba, ha spiegato come le colture estive siano a rischio, proprio a causa della grande siccità.

L’emergenza maggiore è programma il futuro, perché se non si riempiranno i bacini, non si riuscirà a garantire la quantità d’acqua sufficiente proprio le colture primaverili ed estive. Ciò che preoccupa maggiormente è che rispetto al passato in realtà non è cambiata la quantità di acqua complessiva caduta in Sardegna, ma la sua distribuzione sì. Questo significa che tende a cadere in maniera più violenta e localizzata, quindi alcuni bacini sono pieni, altri no.

C’è necessità di trovare un’interconnessione tra i vari bacini idrici, proprio per consentire all’agricoltura di usufruire di tale acqua nelle giornate di grande siccità. Si pone quindi l’accento sull’acqua, che non può essere buttata e deve anzi essere un argomento da trattare al governo come fatto fino ad ora per l’energia. L’acqua, per la Sardegna, non può passare in secondo piano, soprattutto dopo quanto accaduto la scorsa estate, con villaggi turistici che hanno rischiato grosso.

Senza acqua non c’è sviluppo e ci sono situazioni che rischiano di incancrenirsi. Per Saba quindi è fondamentale creare un piano che sia efficace per contenere la siccità della prossima estate ed evitare che ci siano problemi per l’agricoltura, ma anche per lo stesso turismo. Saba ha fatto notare come su 12.500 chilometri di condotte agricole la perdita è del 53% all’uscita dal bocchettone della diga. Inoltre ci sono 7800 chilometri di reti vetuste, che perdono acqua perché fatte con cemento e amianto che vanno sostituiti. Bisogna quindi intervenire tempestivamente per evitare il peggio.

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