Le rose, malattie e avversità

rose malattie

Le maggiori difficoltà nella coltivazione delle rose sono rappresentate dai numerosi attacchi da parte di funghi e parassiti ai quali questo fiore è particolarmente esposto. Le rose quindi necessitano più di altre piante fiorite di interventi preventivi utili ad evitare “incidenti” che rischiano di vanificare mesi di lavoro in giardino.

Quanto alle malattie fungine, a parte la muffa grigia, della quale vi abbiamo già parlato, la rosa può essere attaccata dalla cosiddetta muffa nera causata dall’attacco del fungo Diplocarpon rosae. La malattia si manifesta dapprima con macchie scure grandi fino a 3 cm sulle foglie che progressivamente ingialliscono e cadono. In questi casi bisogna eliminare tutte le parti malate della pianta ed intervenire con prodotti chimici specifici. A scopo preventivo è bene evitare che si creino ristagni d’acqua al momento della bagnatura perchè i marciumi che possono derivarne espongono inevitabilmente qualunque tipo di pianta all’insorgenza di malattie fungine.

Castagno, pianta preziosa

castagno

E’ difficile parlare dell’autunno senza nominare la castagna, frutto tipico della stagione e molto apprezzato nella dieta nostrana. Ma prima di arrivare a sbucciare le nostre caldarroste, cominciamo dalla descrizione della pianta, diffusa in tutta l’area mediterranea e nel sud dell’Inghilterra.

Il nome scientifico è Castanea sativa, appartenente alla famiglia delle Fagacee e comprendente diverse specie, tra le quali il Castagno europeo, il Castagno giapponese ed il Castagno americano.

Fino a qualche decennio fa la pianta del Castagno veniva considerata estremamente preziosa, poiché rappresentava una valida risorsa per l’alimentazione, fornendo al tempo stesso legna da ardere nel periodo invernale. Poi se ne scoprì l’uso commerciale, specie per le varietà più pregiate, vendute “a peso d’oro” dai produttori. Un buon aiuto, insomma, per l’economia delle zone montane e collinari, che poteva contare sulla stagione autunnale per risollevarsi e progredire.

Stella di Natale, in Messico è considerata quasi sacra!

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L’origine del nome scientifico delle euforbie è abbastanza oscura e si rifà, probabilmente, a una leggenda secondo cui lo scopritore dei principi benefici contenuti nel lattice che stilla dai tessuti di queste piante, è da attribuire ad Euforbio, medico di Giuba re dei Numidi.

Il nome della specie comune (Stella di Natale), si riferisce al periodo di fioritura della pianta che corrisponde, grosso modo, al periodo natalizio. l’Euphorbia pulcherrima è nota anche come Poinsettia pulcherrima, da cui deriva il nome comune di « poinsezia » con cui si usa designare la specie che verso Natale ci regala le sue stupende, vellutate brattee rosse, rosa, bianche e avorio.

Sino alla fine dell’Ottocento la poinsezia era pressoché ignota in Europa, mentre veniva già ampiamente usata in America e soprattutto in Messico dove la stella di Natale è considerata quasi sacra.

Punteruolo rosso, come combattere il parassita delle palme

palma con punteruolo rosso

Il punteruolo rosso è un parassita pericoloso per molte specie di palme; il suo nome scientifico è Rhynchophorus ferrugineus  ed è un coleottero originario dell’Asia sudorientale, ma in seguito al commercio di palme infette si è diffuso in Medio Oriente e poi in tutti i paesi del bacino mediterraneo, compresa l’Italia, il cui primo avvistamento risale al 2004. Questo parassita viene chiamato “punteruolo rosso” perché possiede il corpo di colore rosso bruno, con macchioline nella parte superiore del torace.

All’inizio, quando una palma viene infestata dal punteruolo rosso, è piuttosto difficile accorgersene, e infatti il riconoscimento arriva solo in fase avanzata. Il sintomo principale della contaminazione del parassita è il cambiamento dell’aspetto della chioma della palma, che assume una forma aperta; con il passare del tempo la pianta perde completamente le foglie, fino ad arrivare, nella fase finale dell’infezione, alla morte assoluta, momento che coincide anche con l’abbandono della stessa da parte del punteruolo, che si mette in cerca di un altro esemplare da contaminare.

Combattere le aggressioni del punteruolo rosso è piuttosto difficile perché questo parassita si muove con velocità e può evitare le protezioni. I trattamenti chimici, poi, si devono servire di insetticidi abbinati ad una “diagnosi precoce” della contaminazione; questi pesticidi sono però piuttosto tossici e inoltre richiedono un’irrorazione su tutta la palma con conseguente propagazione nell’aria.

Il roseto comunale di Roma

roseto comunale roma

Il roseto comunale di Roma sorge attualmente su un’area che ospitava il capitolino cimitero ebraico prima che questo fosse trasferito al Verano, ossia sulle pendici dell’Aventino, appena sopra il Circo Massimo. Sembra che questo sito fosse dedicato al culto dei fiori sin dal III secolo a.C. poichè, secondo quanto riportato da Tacito negli Annales, nei suoi pressi sorgeva un tempio dedicato alla dea Flora e che sin dal ‘600 ospitasse esclusivamente orti e vigneti.

Il roseto si estende su una superficie di 10.000 metri quadrati e ospita al suo interno 1.100 specie di rose provenienti da tutto il mondo: fra le più interessanti, almeno dal punto di vista botanico, la rarissima Rosa chinensis viridiflora, dai petali verdi e la Rosa chinensis mutabilis, che cambia colore sette volte in cinque giorni: dal bocciolo rosso fiorisce infatti un esemplare prima arancione, poi giallo, che diventa color crema, rosa chiaro, rosa intenso e infine cremisi. Sicuramente da non perdere, anche la maleodorante (strana caratteristica per una rosa!) Rosa foetida, proveniente dalle impervie montagne del Caucaso. Mentre fra le rose antiche, spiccano senza dubbio le rose Damascene e le rose Galliche.

Melograno, pianta della fertilità

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Se volete allietare la vista con una pianta colorata e decorativa, pur non volendo rinunciare all’esigenza di avere frutta fresca per la vostra tavola, puntate pure sulla coltivazione del Melograno.

Il nome scientifico è Punica, appartenente alla famiglia delle Punicacee e coltivata originariamente in Asia occidentale, per trovare poi ampia diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo. Comprende due sole specie, vale a dire la Punica granatum (il classico Melograno che finisce per arricchire le nostre tavole) e la Punica protopunica, oramai in via di estinzione.

In queste poche righe ci occuperemo per lo più della prima specie, illustrandone caratteristiche, cure e proprietà medicinali, nella speranza che le informazioni proposte vi siano utili per una buona coltivazione del Melograno.

Le bacche di acai

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La bacca di acai (pronuncia assaì), nota anche come acai berry, è il frutto di un tipo di palma, l’acaizero, il cui nome botanico è Euterpe Olaracea Mart e che cresce spontanea solo nella Foresta Amazzonica, soprattutto nelle paludi e nelle zone alluvionali. Si tratta di una palma molto sottile che può raggiungere anche i 25 metri di altezza.

Le bacche di acai sono praticamente prive di buccia, piccole e tonde di colore violaceo, quindi molto simili al mirtillo, e crescono in pannocchie poste sulla sommità della piante che arrivano a contenerne anche un migliaio. Alla raccolta dei frutti si procede in piena notte tra i mesi di Luglio e Dicembre.

Mentre un tempo era diffusa solo in Brasile e negli altri paesi dell’America latina, dove viene impiegata per la preparazione di pietanze come zuppe e gelati, oggi la bacca di acai berry è ampiamente conosciuta in tutto il mondo, incluso il nostro paese dove viene commercializzata sin dal 1997 sotto forma di tavolette, beveroni e pillole (ma è facile trovare anche la polpa congelata).

Calathea, affascinanate come le penne di un pavone

Calathea

L’interesse decorativo di questa pianta è dato dalle caratteristiche foglie ovali che presentano sullaparte superiore della foglia bei dise­gni nelle sfumature del verde e del giallo, ai quali corrispondono sulla parte inferiore della foglia, con un bell’effetto di contrasto, disegni porpora: la forma e la distribuzione di que­sti disegni sulle foglie ricordano per qualche aspetto le penne del pavone. Le calathea sono piante subtropicali originarie del Sudamerica; hanno grande necessità di umidi­tà e di temperature elevate, ma ricompen­sano le cure attente che ricevono con una profusione di belle foglie colorate. Alcune calathea producono anche fiori graziosi. Talvolta le calathea vengono indicate col nome di “maranta“: un tempo, in effetti, molte specie di calathea erano classificate nel genere Maranta, cui sono molto simili.

Se la pianta ha riempi­to il vaso di radici, si rinvasa in marzo, alla ripresa vegetativa, in una buona terra gras­sa ricca di elementi nutritivi. La temperatu­ra non deve mai scendere sotto i 18 °C e la pianta deve essere collocata in un ambiente umido e all’ombra.

Per creare questa grande umidità si mette la pianta su un vassoio pieno di ghiaia ba­gnata e si spruzza acqua quotidianamente. Da aprile a settembre si annaffia abbondan­temente e si concima con un fertilizzante liquido ogni 2-3 settimane. In autunno ed in inverno si annaffia in misura sufficiente a mantenere umida la composta, ma non così abbondantemente come in estate. L’ombra e l’umidità atmosferica so­no vitali anche nei mesi freddi.

Il Criptanto

Cryptanthus

Diversamente da molte altre bromeliacee il cryptanthus nel suo ambiente naturale vive sul terreno e non sugli alberi. La maggior parte delle specie di questo genere è priva di fusti e le corte foglie lanceolate e arcuate formano una bella rosetta a livello del suo­lo; i fiori sono in genere insignificanti. Le specie sono in maggioranza originarie della giungla brasiliana; qualche volta è possibile trovare centinaia di queste piante, diverse per colore e disegno delle foglie, riunite a formare fitti tappeti sul suolo forestale. Sono piante molto adattabili e si possono coltivare in vaso, oppure anche sistemare in un giardino in bottiglia fissati a un pezzo di muschio o di corteccia.

Il nome latino, che significa ‘nascosto‘, è appropriato, poiché i fiori, insignificanti, color crema o biancoverdastro, che appaiono qua e là sulla pianta, sono nascosti in parte dalle foglie.

Come allestire un frutteto in vaso nel balcone di casa

frutteto in vaso

Se si dispone di terrazzo piuttosto grande, è possibile adibirne una parte alla creazione di un piccolo frutteto in vaso, che garantirà una produzione di frutta fresca durante il periodo estivo e primaverile. Per decidere quali specie coltivare dovrete tenere presente due fattori: il clima e le dimensioni che possono raggiungere gli alberi; le piante più adatte sono il ciliegio, il pesco, l’uva fragola e il melograno, ma nei terrazzi delle zone del sud Italia si possono coltivare anche limoni e aranci.

Gli alberi devono essere piantati in questo periodo dell’anno in contenitori i circa 50×50 centimetri, ed esposti in una zona arieggiata e soleggiata, in modo da far crescere bene la pianta e poi permettere ai frutti i maturare bene.

Se decidete di coltivare degli alberi da frutto è importante non utilizzare i prodotti chimici, e nel caso in cui la pianta sia attaccata dagli insetti, eliminateli manualmente o con delle spruzzature; anche nel caso di insorgenze di funghi, usate di trattamenti ecocompatibili. Anche per i fertilizzanti utilizzate quelli di origine naturale e nel caso dei concimi quelli di tipo organico.

Coffea, la pianta del caffè (ma non solo)

coffea-robusta

La Coffea, meglio conosciuta come pianta del caffè, appartiene alla famiglia delle Rubiacee ed è originaria delle zone tropicali dell’Africa. Si tratta di una pianta arbustiva o arborea, coltivabile sia in piena terra che in vaso, che può raggiungere un’incredibile altezza.

Generalmente viene coltivata nei Paesi a clima mite, ma non è raro trovare anche alle nostre latitudini degli spendidi esemplari di Coffea, usati per lo più a scopo ornamentale.

Questo genere di pianta, infatti, è particolarmente decorativo, per via delle grandi foglie ovali e seghettate che le donano un aspetto caratteristico. Per non parlare poi dei fiori bianchi raggruppati in grappoli, che lasciano via via il posto a delle meravigliose bacche rosse, contenenti due semi (i chicchi di caffè veri e propri).

La Dieffembachia, caratteristiche generali e tecniche colturali

dieffembachia

E’ una delle piante da interno più decorative ed esotiche e al tempo stesso abbastanza facile da coltivare, anche se richiede attenzione e cure. La grande varietà di forme della foglia, ha reso la dieffenbachia una pianta molto popolare coltivata sia in serra sia in casa, dove rappresenta un sicuro centro d’atten­zione. Può diventare, a seconda delle varietà, abbastanza grande; talvolta ha fusti forti, spessi e ramificati; altre volte è compatta con fusti eleganti e sottili.

Anche questa pianta va trattata con… i guanti, e non in senso metaforico: infatti la sua linfa contiene una sostanza irritante e pericolosa per le persone allergiche.

La specie di maggiore rilievo e più comunemente reperibile è la Dieffenbachia pietà o, come più correttamente è chiamata oggi, Dieffenbachia maculata, originaria delle zone tropicali del Brasile; possiede foglie ovali, leggermente lanceolate, di colore verde lucido macchiate di bianco avorio. Quando, molto raramente, fiorisce produce una infiorescenza a spadice.

Mettere a dimora i rosai: questo è il periodo giusto

mettere a dimora i rosai

L’autunno è il periodo giusto per mettere a dimora le rose, in modo da garantirsi una bella fioritura in primavera. La prima cosa da fare è scegliere la posizione più adatta, cioè quella lontana da correnti fredde ed esposta in pieno sole. Il passo successivo è quello di scavare la buca che ospiterà la pianta e che deve essere grande il doppio della zolla del vaso; sul fondo della buca va posizionato uno strato di drenaggio formato da ghiaia e terriccio e un abbondante livello di fertilizzanti organici.

Prima di togliere la rosa al vaso va fatta una potatura in modo da ridurre il volume dei rami, dopodiché sdraiate il vaso e, con una trazione costante, strattonate la pianta; una volta fatto ciò, controllate le radici, perché  l’essere state a lungo chiuse nel vaso potrebbe averle rese attorcigliate.

Clematis, eleganza e colore in giardino

clematis

Nella scelta della pianta più adatta ad arredare il nostro giardino, siamo spesso condizionati dal clima della regione in cui viviamo o dalla particolare esposizione della nostra casa. Ecco allora una pianta che fa al caso nostro, la Clematis, capace di adattarsi perfettamente a qualunque temperatura.

Questo non significa che possiamo piantare una qualunque specie di Clematis in modo indifferenziato, ma solo che ci sono delle varietà che resistono meglio alle temperature rigide dell’inverno ed altre capaci di sopportare il sole cocente della stagione estiva. Quando selezioniamo la nostra piantina, dunque, dobbiamo tenere in considerazione l’ambiente di messa a dimora, chiedendo ad un esperto del settore quale sia quella che meglio si adatta alle nostre esigenze.

E dopo il necessario preambolo, passiamo alla descrizione di questa spettacolare pianta rampicante, che comprende circa 250 specie sia erbacee che legnose. Il nome viene dal greco klema-atos, ovvero tralcio di vite, e fa riferimento ai piccioli delle foglie che si attorcigliano attorno al supporto per poi arrampicarsi.