Noce, l’amica del cuore

noce

Il noce è una pianta proveniente dall’Asia, più precisamente dalla zona Himalayana, diffusasi poi in tutto il bacino del Mediterraneo. Il nome scientifico è Juglans, contrazione di Jovis glans (ghianda di Giove), perché in epoca romana si riteneva che tale albero fosse protetto dal Padre degli dei.

Parliamo di una pianta che può superare i 20 metri di altezza, con il suo tronco eretto e robusto (fino a due metri di diametro) e la folta chioma tondeggiante. Ha foglie ellittiche, vellutate, di colore verde scuro nella pagina superiore e leggermente più chiaro in quella inferiore.

Per quanto riguarda i fiori, occorre ricordare che il noce è una pianta monoica, il che significa che possiede entrambi i sessi sullo stesso individuo, pur mantenendo apparati distinti. I fiori maschili sono rappresentati da infiorescenze pendule, mentre quelli femminili sono raccolti in gruppetti. I frutti sono delle drupe verdastre che, maturando in autunno, si aprono e lasciano cadere le noci vere e proprie.

Bulbose, il terriccio più adatto e le sostanze nutritive indispensabili

terriccio per bulbose

Anche se esistono specie bulbose che hanno bisogno di uno speciale tipo dì terreno per ben vegetare, in genere per questo tipo di piante si consiglia un terriccio che abbia le seguenti caratteristiche:

estrema permeabilità per evitare pericolosi ristagni d’acqua presso le radici del bulbo, il quale possiede tessuti molto sensibili all’azione dell’umidità e che marciscono molto facilmente e rapidamente (infatti, i bulbi coltivati in acqua non debbono mai essere sommersi nel liquido, neppure in modo parziale, ma sfiorare solamente l’acqua con la base della cipolla da cui ben  presto nascono radici di natura acquatica);

grana fine e ben setacciata onde evitare la presenza di sassi o altre impurità;

sia privo di calce, ossia non calcareo;

sia di natura siliceo-argillosa con netta prevalenza dell’elemento siliceo;

in una parola, il terriccio per le bulbose deve essere piuttosto sabbioso.

La Zinnia: la pianta dai fiori coloratissimi

Zinnia

La Zinnia è una pianta della famiglia delle Asteracee, il cui nome scientifico è Zinnia elegans, originaria del Messico e dell’America Centrale; il genere Zinnia conta 20 specie di piante erbacee e fruttifere, sia annuali che perenni, particolarmente adatte per produrre fiori da recidere, per le aiuole e per le bordure, perché può raggiungere un’altezza di 80 centimetri per 30 di larghezza.

I fiori della Zinnia sono semplici o doppi a forma di margherita, e possono essere di color porpora, gialli, rosa e arancioni; le foglie sono verdi scure e di forma ovale. Le varietà più conosciute di Zinnia sono la Canary Bird, dai fiori giallo limone, la Exquisite, dai fiori rosa con il cuore scarlatto, la Polar Bear, con i fiori bianchi e la Pink Ruffles che produce fiori di color rosa acceso.

Fiori californiani, le essenze (A-B)

rubus ursinus-mora selvatica

Le cosiddette essenze floreali californiane vengono impiegate in floriterapia come complemento alla terapia con i fiori di Bach. Si ritiene possano essere utili per alleviare stati d’animo e condizioni esistenziali causa di forte disagio per chi li sperimenta. Di seguito un elenco parziale delle essenze floreali note come fiori californiani.

Aloe vera (Aloe barbadensin Miller)

L’aloe vera è indicata in caso di sovraffaticamento e iper-lavoro.

Alpine lily (Lilium parvum)

Indicato per le donne che hanno difficoltà ad accettare il proprio corpo e, più in generale, la propria femminilità.

Angel’s Trumpet (Datura candida)

Con il nome di Angel’s Trumpet si indica una pianta molto comune anche nel nostro paese; più precisamente si tratta della Datura candida, una specie appartenente al genere Datura, meglio noto con il nome comune di Stramonio (una pianta velenosa). L’impiego in floriterapia permette di superare la paura della morte e più in generale, del cambiamento.

Angelica (Angelica Archangelica)

Pianta aromatica anch’essa molto comune negli orti e nei giardini italiani. Favorisce il contatto con la propria dimensione spirituale.

I fiori californiani

California Brodiaea

I cosiddetti fiori californiani nascono alla fine degli anni ’70 grazie agli studi di un gruppo di ricercatori guidati dal matematico Richard Kats e dalla moglie, la naturalista Patricia Kaminski (fondatori della Flower essence society) che per primi presero in considerazione le caratteristiche non botaniche dei fiori della California e delle regioni limitrofe (molti dei quali peraltro diffusi in altre zone del mondo). Con questo termine dunque si fa riferimento a particolari essenze floreali usate in floriterapia.

I fiori californiani sono noti anche con il nome di Flower essence society quintessentials con un chiaro riferimento alla tradizione alchemica nella quale i medicamenti si avvalgono dell’azione sinergica dei quattro elementi (aria, acqua, terra  fuoco) cui si aggiunge la coscienza dell’uomo, allo stesso tempo oggetto e soggetto attivo della cura.

Attualmente le essenze usate come integrazione e completamento dei più noti e tradizionali fiori di Bach sono circa un centinaio (103 per essere precisi). In particolare, le essenze di fiori californiani sono state messe a punto per proteggere da ciò che potremmo definire, facendo bonariamente il verso a un celebre spot del passato, il “logorio della vita moderna” contro il quale i rimedi di Bach, comparsi in un epoca precedente, non sarebbero sufficientemente efficaci.

Vasi per coltivare le bulbose

vasi per bulbose

I recipienti per coltivare le bulbose non sono particolarmente difficili da reperire. Vanno bene sia i normali vasi di terracotta sia le cassette, ma si pos­sono usare con pieno successo anche i re­cipienti a riserva d’acqua, tanto più che in primavera, dopo la fioritura, tutti questi re­cipienti possono essere rapidamente recupe­rati e utilizzati per altre colture.

L’unico accorgimento particolare riguarda la altezza dei vasi, altezza che non deve essere inferiore ai 15 centimetri se si vuole ottenere un buon risultato e, nello stesso tempo, evi­tare che i bulbi o i tuberi si esauriscano eccessivamente in seguito alla fioritura, tanto da pregiudicare le successive emissioni di corolle.

La forma più indicata per i recipienti in cui coltivare i bulbi è senz’altro quella a cio­tola perché consente di raggruppare gli esemplari in modo da formare un cuscino di fiori, e anche perché vasi di questo tipo per­mettono di ammirare le corolle da ogni par­te semplicemente facendo ruotare la ciotola su se stessa. Però, malgrado i vasi rotondi siano i più eleganti per ospitare giacinti o crochi, tulipani o narcisi, su una terrazza, e tanto più su un piccolo balcone, è impossi­bile ospitare molti recipienti di questa forma, dato che essi, in proporzione alle normali cassette rettangolari, occupano molto posto.

Come annaffiare i semi appena propagati

annaffiare i semi

Ieri vi abbiamo illustrato la tecnica della semina come metodo di propagazione delle piante, oggi vi parleremo di come annaffiare le semenze appena propagate. Allo scopo di non provocare lo spostamento dei semi è opportuno evitare l’annaffiatura diretta sulla superficie del terriccio; al suo posto preferite la vaporizzazione dell’acqua tramite una piccola pompa a pressione, ripetendo l’operazione affinché l’umidità penetri anche negli strati sottostanti a quello della semina.

Il secondo sistema consigliato per annaffiare i semi appena piantati consiste nella parziale immersione del contenitore in un recipiente più grande contente acqua in quantità tale che, dopo l’immersione, il livello rimanga al di sotto della superficie seminata. Il contenitore con le sementi propagate dovrà rimanere nell’acqua fino a quando il terriccio acquisterà un colore più scuro.

Tecniche di propagazione: la semina

semina

La semina è una delle operazioni più importanti da fare quando si decide di prendersi cura di una pianta: basti pensare che tutte le piante con un ciclo di vita annuale o biennale vengono propagate esclusivamente per seme, e spesso questa tecnica viene usata anche per quelle erbacee perenni e per alcuni alberi e arbusti.

La fine dell’inverno coincide con la stagione della semina delle piante a fioritura estivo-autunnale e delle piante legnose; all’inizio dell’estate si seminano le piante bienni e quelle erbacee perenni, e all’inizio dell’autunno si propagano le piante annuali rustiche e quelle che danno fioriture precoci. Se si dispone di poco spazio per la semina è bene scegliere le apposite terrine o contenitori facilmente trasferibili in ambienti riparati.

Prima di effettuare la semina bisogna accertarsi che il seme abbia conservata intatta la sua vitalità, ovvero che la conservazione non ne abbia pregiudicato le qualità e le facoltà germinative; questo controllo si può fare disponendo sul fondo di una piccola scatola uno strato di cotone idrofilo umido, dopodiché si spargono pochi semi, si coprono e si ripone la scatola in un armadio a temperatura ambiente; dopo tre giorni si potrà effettuare il controllo per verificare la germinabilità del seme.

Il ciliegio da fiore

fiore di ciliegio

Sapevate che esistono varietà di ciliegio coltivate come alberi da fiore? Si tratta dei cosiddetti ciliegi giapponesi, alberi che non producono frutti ma vengono coltivati solo a scopo ornamentale proprio perchè offrono una fioritura prolungata (a partire dalla primavera e fino all’autunno) e di grande effetto. Come i ciliegi da frutto appartengono al genere Prunus della famiglia delle Rosaceae.

Una delle varietà più comuni di ciliegio da fiore è il Prunus serrulata, noto come kanzan, una pianta rustica che può raggiungere i 5 metri di altezza e produce fiori rosa porpora. Molto diffuso anche il Prunus subhirtella, dai rigogliosi fiori bianchi che fanno la propria comparsa in autunno. I ciliegi da fiore non hanno grandi esigenze colturali e come i fior di pesco, dei quali vi abbiamo già parlato, sono molto adatti alle esigenze di chi, pur desiderando un giardino fiorito, non ha molto tempo da dedicare alla sua cura.

Dal Fiordaliso al Myosotis, i fiori azzurri

fiordaliso

Volete ricreare un angolo di cielo o di mare all’interno del vostro giardino? Non parliamo di costruzioni che lasciano intravedere uno spicchio di firmamento, né di specchi d’acqua che ricordano il fluttuare dell’oceano, ma di piante e fiori scelti in base ai colori, con tonalità che vanno dal celeste all’azzurro, dal viola scuro al blu.

Pensate forse che la natura proponga solo poche specie con tali caratteristiche? E allora seguiteci e scoprirete di avere una vasta scelta per colorare di azzurro il vostro giardino ed ottenere così un piccolo angolo di quiete da ammirare tutto l’anno.

Di seguito troverete una lista di fiori adatti alle vostre esigenze, accompagnata da una breve descrizione sulle varie specie e dalla solita, immancabile gallery.

Stelle di Natale, tecniche colturali e di moltiplicazione

Stella di Natale biancaLa Stella di natale

Per far si che la nostra bella stella di Natale viva il più allungo possibile dobbiamo aver ben chiare le sue esigenze.

Vediamo quindi le tecniche per mantenerla in vita durante le varie stagioni e quelle per moltiplicarla;

Durante la stagione primaverile, molti scartano la pianta quando le brattee sono scolorite, ma è piuttosto semplice fare in modo che la pianta le riproduca di nuovo. Basta accorciare decisamente gli steli fino a 7-10 cm dalla base e tenere quasi asciutta la composta lasciando per un mese la pianta in buona luce non esposta al sole, a temperatura ambiente. In seguito si bagna il terriccio e la pianta riprende a vegetare.

Quando la stella di natale rincomincia a crescere, verso maggio, la si rinvasa in terra fresca facendo una buona composta, evitando di scegliere vasi troppo grandi altrimenti la pianta tende a produrre molti steli ma pochi fiori e poche brattee.

Cura dei ciclamini: cosa c’è da sapere

cura dei ciclamini

La coltivazione del ciclamino

A differenza di quello che si può pensare, prendersi cura del ciclamino non è facile, come non è facile farlo fiorire e riuscire a mantenere dei fiori prosperosi; il segreto per ottenere questo risultato è tenerlo nell’ambiente giusto, vale a dire alla luce, pur senza essere colpito direttamente dal sole, e lontano dalle fonti calore, spostandolo, soprattutto di notte, nell’ambiente più freddo della casa. Nelle zone dove l’inverno non è particolarmente rigido, durante la notte può essere anche tenuto all’aperto, facendo attenzione che sia al riparo dal vento e dal gelo.

Il ciclamino fiorisce nel periodo invernale e i suoi fiori resistono fino ad aprile, ma i primi boccioli spuntano a settembre; quando essi compaiono, bisogna annaffiare spesso la pianta, in modo che il terreno rimanga sempre umido, ma non inzuppato: nel caso in cui abbiate versato troppa acqua, cercate di buttarla perché potrebbe provocare marciume nel tubero. Quando il ciclamino avrà concluso la sua fioritura smettere di annaffiare, in modo da far seccare le foglie, e permettere al tubero di ricaricarsi.

Nel periodo di fioritura è opportuno concimare il ciclamino con del fertilizzante chimico da aggiungere all’acqua, con un concime a base di potassio, per favorire la nascita dei fiori, e con uno contenente azoto in modo da aiutare la crescita della pianta.

Fior di pesco, ovvero il cotogno da fiore

cotogno da fioreCon il termine fior di pesco si fa riferimento a un piccolo arbusto da fiore, originario di Cina e Giappone, appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Il suo nome scientifico è Chaenomele Japonica, ma è noto anche come cotogno da fiore; mentre dalla fine dell’inverno e fino a primavera inoltrata produce infatti dei fiori rosso-arancioni, nei mesi autunnali è carico di frutti amari simili a mele usati per conserve e marmellate. Non va quindi confuso con il fiore prodotto dall’albero di pesco.

Come accennato, è un arbusto di dimensioni modeste (gli esemplari adulti raggiungono circa 1 metro di altezza) che può essere coltivato sia in penombra che in pieno sole, anche se appare chiaro come sia possibile ottenere fioriture più ricche da un’esposizione maggiormente soleggiata. E’ una pianta molto resistente che non teme nè il gelo, nè il caldo estivo; per lo stesso motivo non ha grandi necessità colturali a cominciare dalle innaffiature che si rendono necessarie, seppure sporadicamente solo in caso di siccità primaverile. Il fior di pesco non ha grandi esigenze neppure in fatto di terreno, ma prospera in terreni ben drenati e non troppo alcalini.

Come creare un giardino roccioso

giardino roccioso

La nobile arte del giardinaggio non richiede solo un buon pollice verde, ma anche una certa dose di buon gusto, utile per capire come arredare al meglio ogni angolo fiorito della casa, del balcone o del terreno.

Questa “regola” vale per il giardinaggio in generale, ma ancor più per la realizzazione di un Rock Garden, vale a dire un giardino roccioso, solitamente affidato alla progettazione di un architetto o di un esperto vivaista. Ebbene, tranquillizzatevi amici dei fiori, perché la mano dell’esperto non è poi così necessaria per la creazione di un giardino roccioso, visto che vi basterà seguire qualche utile consiglio ed usare un minimo di “occhio” per avere di fronte a voi uno spettacolo unico ed originale.

Da dove partire dunque? Cominciamo dalla scelta dell’angolo giusto, che deve essere sufficientemente illuminato per diverse ore della giornata. Meglio scegliere un angolo di per sé caratteristico, posto ad esempio su un terreno scosceso o nelle vicinanze di un muro, in modo da avere già una parte del “progetto” ben evidenziata.