Le piante più strane del mondo: il Dracunculus vulgaris

Abbiamo già dedicato un capitolo alle piante più strane del mondo, offrendovi un’ampia panoramica (anche fotografica) delle specie di maggior impatto visivo. Tra queste, una delle più diffuse è il Dracunculus vulgaris, appartenente alla famiglia delle Aracee ed originaria dell’area mediterranea. Allo stato naturale è possibile ammirarlo in Grecia, in Turchia, nell’area dei Balcani e nel Peloponneso, mentre in Italia la sua diffusione va lentamente scemando.

Ciò non vuol dire però che non lo si possa coltivare in ambiente domestico, dove mostrerà il meglio della sua bellezza a partire dal periodo primaverile, quando dai tuberi si sviluppano delle infiorescenze costituite da una spata contenente piccoli fiori. Ad una simile bellezza corrisponde purtroppo un odore nauseabondo, che serve alla pianta per attirare gli insetti ed imprigionarli. La coltivazione del Dracunculus vulgaris non presenta difficoltà particolari e si adatta alle esigenze di chi ha poco tempo da dedicare al giardinaggio. Di seguito trovate come sempre le cure culturali.

La raccolta delle angurie e dei pomodori

Agosto è il mese durante il quale si raccolgono le verdure dell’orto le cui piante sono state curate durante l’anno, e in particolare le bietole, le carote, le angurie, le zucchine, i pomodori e molti altri ortaggi. Se il momento della raccolta può sembrare un atto semplicissimo, per alcuni frutti sono necessarie alcune accortezze, come ad esempio nel caso di anguria e pomodori.

L’anguria deve essere raccolta nel momento in cui matura, perché eventuali ritardi nel raccolto provocano un aumento degli zuccheri che gli fa perdere la sua originaria croccantezza. Per capire quando è arrivato il momento di raccogliere il cocomero ci sono due sistemi infallibili: osservare quando la pruina, ovvero quella specie di cera che riveste i frutti e che li rende impermeabili, scompare, e quando il penducolo che porta il frutto si secca e la buccia che dà sulla terra ingiallisce.

Dopo il raccolto l’anguria si conserva per circa tre settimane a patto che si trovi in un luogo umido e con la temperatura stabile.

Serissa, ideale come bonsai

La Serissa è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Rubiacee ed originaria dell’Asia meridionale. E’ caratterizzata da fusti eretti e rugosi di colore marrone chiaro, che portano piccole foglie lucide, ovate ed appuntite. I fiori sono costituiti da cinque petali bianchi o rosati e fanno la propria comparsa in primavera, per restare poi sulla pianta fino all’estate inoltrata.

Si può coltivare in piena terra, ma solitamente viene allevata in vaso, dove darà vita a fantastici bonsai fioriti da collocare all’interno delle mura domestiche. Non richiede cure particolari (a parte la giusta potatura) ed è destinata a vivere anche per molti anni, a patto che si trovi la giusta collocazione. Per concludere, ricordiamo che la Serissa viene spesso detta foetida, per via dell’odore intenso che emana allo sfregamento delle foglie.

Fioriture estive: la Dimorfoteca

Il genere Dimorphoteca comprende una serie di piante erbacee annuali o perenni appartenenti alla famiglia delle Compositae, originarie del Sud Africa, note per la bellezza e l’abbondanza dei loro fiori a forma di margherita; queste piante sono adatte ad essere coltivate nei giardini rocciosi, nelle aiuole e nelle bordure, anche se possono cresce tranquillamente in vaso.

Le piante di Dimorfoteca si caratterizzano per cespi di foglie molto densi dai quali spuntano dei fusti che portano i fiori simili alle margherite di colore bianco, rosa, giallo e rosso, che fioriscono in primavera fino alla fine dell’estate. Durante l’inverno la Dimorfoteca tende ad ingiallire e ad andare in riposo vegetativo per poi rispuntare in primavera.

Tra le specie più coltivate e diffuso ci sono la Dimorphotheca sinuata e la Dimorphotheca pluvialis a coltivazione annuale, e la Dimorphotheca aurantica e la Dimorphotheca barbariae a coltivazione perenne. La particolarità di questa pianta consiste nel fatto che i fiori si aprono con il sole e si richiudono al tramonto, e nelle giornate nuvolose non si aprono nemmeno.

Bulbose estive: le Tricyrtis

Le Tricyrtis sono piante bulbose poco conosciute, che però regalano una fioritura estiva molto abbondante e prolungata; il genere Tricyrtis appartiene alla famiglia delle Liliaceae ed è composto da quindici specie e circa cento varietà.

Iniziamo con un po’ di storia; le Tricyrtis giunsero in Europa nella metà dell’800 grazie al direttore del Giardino Botanico di Calcutta, che le aveva trovate sull’Himalaya; nonostante alla particolare forma a stella dei fiori, queste piante sono rimaste sempre poco note, nonostante siano resistenti e adatte ad essere coltivate anche in terreni umidi o difficili da porre a coltura.

Botanicamente, le Tricyrtis sono piante erbacee perenni e bulbose, che durante l’inverno perdono la parte aerea e che nel periodo estivo garantiscono un’abbondante e duratura fioritura; in genere formano cespugli dal portamento arrotondato di circa 40 o 50 centimetri di diametro, di altezza non superiore ai 90 centimetri, con fusti arcuati, foglie di colore verde lucido e fiori la cui forma stellata ricorda quella delle orchidee; i colori tipici dei fiori di Tricyrtis sono il bianco e il giallo, con la punteggiatura in colorazione a contrasto.

Fioriture estive: l’Amaranthus

L’Amaranthus è una pianta appartenente alla famiglia delle Amarantacee ed originaria dell’America del sud, coltivata ormai in tutte le zone a clima temperato per la bellezza del fogliame e delle infiorescenze. E’ caratterizzata da fusti eretti e ramificati, che portano foglie ovali ed appuntite di colore verde intenso o rosso porpora, a seconda della varietà. I fiori sono sono allungati e piumosi e fanno la propria comparsa nel periodo estivo-autunnale, per colorare l’ambiente circostante di rosso, arancio o giallo.

Trattandosi di una pianta resistente alla basse temperature, si può azzardare anche la coltivazione in piena terra, in modo da ottenere un alberello di 100-120 centimetri. Ricordiamo infine che l’Amaranthus può essere utilizzato come fiore reciso o essicato.

Piante da appartamento: la Begonia tamaya

La Tamaya è una particolare varietà di Begonia, molto apprezzata per la caratteristica fioritura. Appartiene alla famiglia delle Begoniacee ed è originaria dell’America del sud ed in particolare del Brasile, da dove poi si è diffusa in tutte le zone a clima mite del globo terrestre.

E’ una pianta caratterizzata da fusti di colore verde chiaro, dai quali partono le foglie allungate ed appuntite con margine dentellato. Generalmente il colore del fogliame è verde brillante, ma non è raro trovare esemplari con macchie o punti di colore bianco o argenteo. La bellezza della pianta è però rappresentata dalla fioritura, costituita da grappoli penduli di colore rosato, che regalano un simpatico spettacolo per diversi mesi nel corso dell’anno.

La Begonia tamaya si coltiva in appartamento, ma nella stagione calda si può anche tentare la collocazione all’esterno delle mura domestiche, facendo in modo che non riceva l’irradiazione diretta del sole nelle ore più calde della giornata.

Piante carnivore: la Nepenthes ventrata

La Nepenthes ventrata è una pianta carnivora ottenuta dall’incrocio della Nepenthes ventricosa e della Nepenthes alata, originaria della Malesia e delle Isole Filippine ed appartenente alla famiglia delle Nepenthacee. E’ caratterizzata da fusti piuttosto corti, con foglie allungate ed appuntite dal colore verde chiaro. All’estremità delle foglie si sviluppano i cosiddetti ascidi di colore verde-rossastro, che rappresentano delle vere e proprie trappole per gli insetti. All’interno di questi “bicchieri”, infatti, si forma una sostanza mielosa che attira gli insetti e li cattura, impedendogli di risalire.

Viene coltivata per lo più in appartamento come pianta ornamentale, ma si rivela anche molto utile proprio per la sua capacità di liberare l’ambiente circostante dagli insetti. Per la particolare conformazione, è preferibile allevarla in vasi sospesi, che ne mettano in risalto l’aspetto ricadente.

Piante appassite: cosa fare per recuperarle

Nonostante tutte le cure estive, può succedere che con questo caldo le piante appassiscano; ciò è da mettere in conto soprattutto se siete partiti, o intendete partire per le vacanze: infatti, la pianta, oltre al caldo può aver sofferto anche per la mancanza d’acqua. Cosa fare, quindi, per cercare di recuperare una pianta appassita?

Per alcune specie può essere sufficiente asportare i fiori secchi e le corolle appassite per indurre un nuovo sviluppo vegetativo, oppure sistemarle in un luogo umido o buio. Per altre specie, invece, sono necessari interventi più profondi per recuperare la pianta, come lasciar scorrere nel vaso dell’acqua a temperatura ambiente per circa un’ora, in modo da farla arrivare alle radici.

Se nonostante questi sforzi la pianta continua ad appassire, bisogna occuparsi del terreno nel quale è posta a dimora; osservate il terriccio: se vedere che è staccato dai bordi, vuol dire che è diventato troppo compatto e che non lascia passare l’acqua fino alle radici, per cui è necessario un trattamento d’urto.

Le cure di agosto per i bonsai

D’agosto i bonsai richiedono attente cure soprattutto se le temperature sono molto alte e l’aria secca; in particolare, quest’ultima potrebbe essere dannosa per i bonsai di origine tropicale che per vivere bene hanno bisogno di molta umidità. Per cercare di ovviare all’inevitabile secchezza dell’aria di questo periodo, cercate di tenerli lontani da fonti di calore, ma esposti in luoghi luminosi, favorendo l’umidità con dei sottovasi pieni di argilla espansa in grado di trattenere l’acqua che fuoriesce dal vaso e di trasformarla in vapore che creerà un microclima ideale intorno alla pianta.

Per le specie di bonsai non tropicali basta un’attenta annaffiatura quotidiana, in quanto anche un brevissimo periodo di siccità potrebbe provocare ingenti danni; anche i bonsai vanno annaffiati nelle prime ore della giornata, e assolutamente non la sera a causa della differenza di temperatura tra l’acqua e il terriccio.

Anche se sarebbe bene bagnare pure le foglie, evitate di farlo, in quanto l’acqua sulla chioma e le alte temperature potrebbero far sviluppare lo oidio, facendo seccare le foglie; quindi, in alcune specie come la Querce e l’Acero, la soluzione migliore rimane il sottovaso con l’argilla umida.

Lavori estivi: come ringiovanire le peonie

Se nel vostro giardino ci sono delle peonie, uno dei lavori estivi più importanti da fare è il ringiovanimento degli esemplari più adulti; queste piante, infatti, se coltivate in piena terra, dopo cinque o sei anni devono essere diradate tramite la divisione dei cespi in modo da ottenere nuovi esemplari e ringiovanire la pianta.

Al genere Peonia appartengono circa 33 specie di piante originarie dell’Europa e dell’Asia; alcune di esse sono erbacee e altre legnose. Le peonie erbacee, che possono raggiungere un’altezza di 80 centimetri, sono caratterizzate da un apparato radicale molto profondo e dal fatto che in inverno perdono la parte aerea, per poi germogliare in primavera. Le peonie legnose sono piante rustiche e di facile coltivazione, fioriscono all’inizio della primavera e resistono sia alla siccità estiva che al freddo invernale, anche se le giovani piante vanno protette dalle gelate.

I mesi estivi sono quelli migliori nei quali effettuare il diradamento dei vecchi cespi che sono a dimora in piena terra e che hanno raggiunto dimensioni importanti e un’età di circa cinque o sei anni.

Streptocarpus, la Primula del capo

Lo Streptocarpus (detto anche la Primula del capo) è una pianta appartenente alla famiglia delle Gesneriacee ed originaria dell’Africa del sud, molto apprezzata per la bellezza della sua fioritura. E’ costituita da una rosetta di foglie ovate e rugose di colore verde scuro e da fiori blu, viola o bianchi, che compaiono nella tarda primavera, per restare poi a far bella mostra di sé sui fusti fino all’autunno inoltrato.

Viene considerata una pianta d’appartamento, vista la scarsa resistenza alle basse temperature, ma può anche essere coltivata all’esterno delle mura domestiche in estate o nelle zone ove la temperatura non scenda al di sotto dei 15°C. Concludiamo ricordando che i fiori possono anche essere utilizzati nella composizione di mazzi e bouquet, proprio perché capaci di durare a lungo.