L’olio di Baobab: un rimedio naturale

Il Baobab si annovera sicuramente fra le piante più sorprendenti che esistano, non solo per il suo aspetto, le sue dimensioni e per le sue caratteristiche botaniche ma anche per i numerosi benefici dei suoi estratti. Il Baobab, conosciuto anche come Albero della vita, è originario di alcune zone dell’Africa e dell’Australia, in particolare del Madacascar dove cresce spontaneamente. Si presenta come albero dall’aspetto imponente, dato dalla sua altezza che può raggiungere i 25 m e la larghezza del tronco fino a 7 m di diametro.

Presenta folgie larghe e color verde scuro e frutti ovali commestibili, dal guscio legnoso, a cui vengono attribuite nemerose proprietà e che costituiscono una fonte di sostentamento unica per le popolazioni che vivono nei paesi di origine della pianta; i frutti infatti, quando raggiungono la maturazione, si disidratano e la polpa secca, ricca di vitamina C, viene mangiata direttamente o mescolata nel latte.

L’orchidea Broughtonia

Tra la numerose orchidee presenti in natura, la Broughtonia è una delle più spettacolari per via della grandezza e del colore dei fiori. E’ caratterizzata da fusti lunghi fino a settanta centimetri, che portano foglie lunghe ed appiattite di colore verde chiaro. I fiori come detto sono di grandi dimensioni, riuniti in spighe terminali, ed assumono colorazioni che vanno dal giallo al rosa, dal lilla al viola, mentre gli ibridi assumono tinte molto più appariscenti.

La Broughtonia si coltiva in vaso, come esemplare singolo, e va tenuta in casa per gran parte dell’anno, a causa della scarsa resistenza alle temperature rigide. Nella bella stagione il vaso può essere collocato anche all’esterno, ma va comunque riparato dall’irradiazione diretta del sole, che porta all’ingiallimento delle foglie ed al deperimento della pianta. Per il resto, questa magnifica orchidea non richiede cure specifiche e particolarmente impegnative, adattandosi anche alle esigenze di ha poco tempo da dedicare al giardinaggio.

Lavori di marzo, le cure alle orchidee

Le orchidee sono piante molto belle ma anche piuttosto esigenti in fatto di cure, soprattutto per quello che riguarda umidità ed esposizione; è facile che le orchidee deperiscano durante l’inverno, in quanto, spesso, in questa stagione, non ricevono tutta l’umidità di cui hanno bisogno; per fortuna, però, siete ancora in tempo per intervenire ed evitare il completo deperimento della pianta.

La prima cosa da fare è inumidire bene il substrato sul quale vivono, che per essere quello giusto, dovrebbe essere un mix di corteccia e sfagno; per annaffiare il substrato potete usare lo spruzzatore, ovviamente senza esagerare, piuttosto ripetete l’operazione spesso in modo da mantenere l’umidità costante.

Molto spesso le orchidee vengono vendute in un vaso trasparente: questo perché in natura le radici svolgono parte della funzione clorofilliana, e quindi hanno bisogno di un vaso che lasci filtrare la luce; se avete messo il vaso in un coprivaso opaco, toglietelo subito e sistemate l’orchidea in un luogo luminoso e lontano da fonti di calore. Sotto al vaso mettere un sottovaso grande una ventina di centimetri pieno di argilla sempre bagnata in modo da garantire all’orchidea l’umidità giusta.

L’orchidea Rhynchostylis

Al genere Rhynchostylis appartengono sei specie di orchidee epifite originarie dell’Asia tropicale, caratterizzate dal fusto piuttosto corto, dalle foglie allungate, di colore verde scuro e di consistenza spessa, e dai piccoli fiorellini riuniti in un stelo.

I fiori delle orchidee del genere Rhynchostylis si sviluppano lungo uno stelo ricadente che porta un’infiorescenza costituita da circa 30 piccoli fiori di colore bianco o rosato con maculature e labello a contrasto; questi fiorellini emettono un delicato profumo.

Le orchidee del genere Rhynchostylis sono piante molto vigorose che riescono a produrre anche tre o quattro infiorescenze nella stessa stagione; grazie al loro portamento ricadente sono particolarmente adatte per essere coltivate in panieri sospesi.

Piante officinali: la Frassinella

La frassinella, conosciuta anche come limonella e dittamo e una pianta officinale appartenente alla famiglia delle Rutaceae; il suo nome botanico, che è Dictamnus albus, deriva da “Dikte”, il nome di un monte che si trova nell’isola di Creta e “thamnos”, che significa arbusto.

La frassinella, infatti, si presenta come un arbusto alto dai 3 ai 10 dm che cresce spontaneo in Europa e nelle zone temperate dell’Asia; il dittamo non è molto diffusi in Italia anche se possibile trovarlo in alcune zone boschive della Penisola, mentre è totalmente assente nelle pianure alluvionali del centro-nord e delle isole.

La frassinella è una pianta aromatica che, in maggio e giugno produce dei fiori composti da quattro petali rivolti verso l’alto e da uno verso il basso di circa 5 centimetri di diametro e di colore bianco e rosa; le sue capsule contengono i semi di consistenza coriacea. Se vi imbattete in una pianta di frassinella, prestate attenzione nel maneggiarla, in quanto è ricoperta di ghiandole che secernano sostanze irritanti per la pelle.

La pianta di jojoba

Forse non avrete mai sentito parlare della Simmondsia chinensis, ma sicuramente conoscerete l’olio di jojoba: bene, perché la pianta dai cui semi si ricava questo prezioso olio vegetale è proprio la Simmondsia, un cespuglio originario del deserto della California e del Messico, appartenente alla famiglia delle Simmondsiaceae.

Nonostante il nome ufficiale Simmondsia chinensis questa pianta non ha niente a che vedere con la Cina, questo nome è dovuto a una trascrizione sbagliata da parte di un botanico; il nome comune jojoba è stato creato dalla popolazione dei nativi nordamericani “O’odham” che abitano nel deserto di Sonora nel sud-ovest degli Stati Uniti e del Messico, che da sempre usano i semi di questa pianta come unguento.

La jojoba si presenta come un arbusto legnoso alto circa due metri, caratterizzato da foglie ovali e coriacee di colore verde, ricoperte da una patina cerosa; la Simmondsia è doica, ossia porta fiori i fiori maschili e femminili su piante diverse; i fiori sono piccoli di colore bianco-giallastro e la fecondazione avviene tramite il vento, ossia è anemofila.

Piante officinali: il lapazio

Il lapazio o romice è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Polygonaceae. Il lapazio, il cui nome botanico è Rumex crispus, è una pianta originaria dell’Asia e dell’Europa orientale, e in Italia è diffusa soprattutto al nord allo stato spontaneo.

Questa pianta è dotata di un robusto rizoma sotterraneo e si caratterizza per il fusto alto fino a due metri molto ramificato nella parte superiore e, per le foglie dalla forma oblunga e lanceolata. L’infiorescenza del lapazio è una pannocchia formata da fiori riuniti in fascetti; questi fiori sono formati da tre tepali esterni e da tre tepali interni che crescono all’interno del frutto che è un achenio dalla forma piramidale. Il nome della pianta, ossia “rumex” deriva dal latino “lancia”, con rifermento alla forma delle sue foglie.

Il lapazio viene usato in erboristeria in quanto possiede proprietà depurative, astringenti, lassative e rinfrescanti, e può essere usata in caso di mal di gola, tosse secca e laringite.

Il Gelsomino officinale

Al genere Jasminum appartengono circa 200 specie di piante arbustive e rampicanti appartenenti alla famiglia delle Oleaceae, originarie delle regioni tropicali temperati. Qui su Pollice Green ci siamo occupati più volte del gelsomino, ma oggi vogliamo tornare sull’argomento per farvi conoscere il Gelsomino officinale (Jasminum officinale), comunemente conosciuto come gelsomino bianco; il gelsomino officinale è una pianta arbustiva dal portamento rampicante che in estate produce dei fiori di colore bianco con sfumature rosacee.

Il gelsomino officinale possiede proprietà astringenti, antidepressive e sedative; le parti usate sono i fiori che devono essere raccolti al mattino presto, non appena la rugiada scompare, oppure nel tardo pomeriggio.

Oltre ai fiori, comunemente usati sotto forma di infuso, in fitoterapia vengono utilizzate anche altre parti del gelsomino bianco come le foglie, utili contro il raffreddore e la sinusite, e l’olio essenziale ideale da usare per i bagni o per i massaggi se avete la pelle secca e screpolata.

L’orchidea Doritis

Tra le tante orchidee coltivate alle nostre latitudini merita un posto di primo piano l’orchidea Doritis, originaria delle zone a clima temperato dell’America e dell’Asia. E’ costituita da un fusto piuttosto lungo che porta foglie larghe e carnose, presenti sulla pianta per gran parte dell’anno. I fiori compaiono numerosi sui fusti (da dieci a venti), sono di colore bianco, rosa, lilla o rosso e fanno bella mostra di sé a partire dalla primavera. La fioritura è scalare e dura per diverse settimane, regalando alla pianta un magnifico aspetto fino al termine dell’estate.

L’orchidea Doritis si coltiva in vaso tra le pareti domestiche, ma può anche essere spostata all’esterno nei periodi più miti dell’anno, garantendole comunque la giusta illuminazione ed irrigazione. Pur essendo un’orchidea estremamente delicata, non è poi così difficile prendersene cura, purché vengano rispettate le sue esigenze ambientali.

L’orchidea Encyclia

Al genere Encyclia appartengono circa 15 specie di orchidee epifite originarie dell’America centro-meridionale; la forma di queste orchidee dipende dalla specie, tuttavia hanno alcuni tratti comuni come gli pseodobulbi, che producono due lunghe foglie lievemente carnose di colore verde chiaro; i fiori possono essere anch’essi di colore verde chiaro, oppure bianchi o rosati, con puntinature o venature marroni oppure porpora.

Alcune specie di orchidee del genere Encyclia producono fiori molto grandi, altre, invece, presentano dei piccoli fiori riuniti in spighe; sempre a seconda della specie, i fiori sbocciano in inverno oppure in tarda primavera.

L’Argania spinosa, ovvero l’albero dell’olio di Argan

Sicuramente conoscete tutti l’olio d’Argan, uno tra gli oli vegetali più conosciuti e dalle proprietà estremamente benefiche; ma forse, non tutti sapete che l’olio di Argan si ottiene dalla spremitura dei semi dell’Argania spinosa, una pianta molto rara appartenente alla famiglia delle Sapotaceae.

Il nome di questa pianta è dovuto alle sue origini, essendosi sviluppata ad Argana, un paese a nord est di Agadir, in Marocco, e poi diffusasi grazie alla coltivazione umana; attualmente l’Argania si trova solo nel Sud del Marocco per un’estensione di circa 800.000 ettari, che si traduce con circa 21 milioni esemplari, e in una piccola zona del Messico. L’appellativo “spinosa” è dovuto al suo aspetto spinescente, anche se nella forma e nel tronco ricorda l’Olivo.

L’Argania spinosa può raggiungere i 10 metri di altezza ed è molto longeva, basti pensare che può vivere fino a 400 anni, ma non è possibile coltivarla fuori dal suo paese di origine, in quanto non riesce proprio a svilupparsi, tuttavia ne è possibile la propagazione per seme.