Segnaposto e decorazioni natalizie con agrifoglio

Decorare una tavola con i fiori non significa solamente pensare a un bel centrotavola o un mazzo di fiori importante: sono i dettagli che la rendono speciale, e oggi proponiamo un’idea che può aiutarci a raggiungere questo risultato, anche in ragione dell’avvicinarsi delle feste natalizie.

Centrotavola e segnaposto: due piccole idee

Oggi presentiamo due idee per decorare la tavola: considerando l’avvicinarsi delle feste natalizie, proponiamo un’ipotesi per un bouquet da utilizzare come centrotavola dalle ridotte dimensioni e una per un piccolo segnaposto. Lo stile delle due composizioni floreali è naturale e romantico, ed è declinato nei toni chiari dei lisianthus, dei ranuncoli e delle rose.

Un bouquet per l’inverno

E quando l’ora della partenza fu vicina: “Ah!” disse la volpe, “…Piangerò”.
” La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…”
” E’ vero”, disse la volpe. ” Ma piangerai!” disse il piccolo principe.
” E’ certo”, disse la volpe. ” Ma allora che ci guadagni?” ” Ci guadagno”, disse la volpe, ” il colore del grano”.
soggiunse: ” Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al mondo”.
“Quando ritornerai a dirmi addio ti regalerò un segreto”.

Ghirlanda nei toni del bianco e del verde

E’ forse perchè con la sua indefinitezza, adombra i vuoti e le immensità disumane dell’universo e, in tal modo, ci colpisce alle spalle con il pensiero dell’annullamento, quando contempliamo le bianche profondità della Via Lattea? O è forse perché, nella sua essenza, il bianco non è tanto un colore quanto l’assenza visibile del colore e, al tempo stesso, la fusione di tutti i colori; è forse per questi motivi che c’è una così muta vacuità, piena di significato, in un vasto paesaggio nevoso – un incolore onnicolore d’ateismo dal quale rifuggiamo?
Moby Dick, Herman Melville

basilico sacro

Basilico sacro, usi e proprietà

basilico sacro

Il Basilico sacro, botanicamente Ocimum tenuiflorum, è una pianta annuale appartenente alla famiglia delle Lamiaceae originaria dell’Africa sud tropicale, diffusa in Cina e in India e naturalizzata nell’Europa meridionale, in Australia e in Sud America. L’Ocimum tenuiflorum viene coltivato come pianta sacra in India e usato in cucina come spezia soprattutto nel sud est asiatico.

cortinarius

Funghi velenosi, come riconoscere le specie più diffuse

amanita phalloides

Il mondo dei funghi regala un fascino particolare, ma può nascondere anche grandi insidie per gli ignari cercatori, che potrebbero imbattersi in specie velenose mortali, come dimostrano i fatti di cronaca che puntualmente vengono riportati dai media nel corso dell’autunno. Distinguere una specie commestibile da una velenosa è abbastanza semplice agli occhi dell’esperto, ma può non esserlo per un cercatore occasionale, per chi pretende di confrontare il fungo con una foto o per chi pretende di verificare la commestibilità del fungo usando metodi empirici (il cucchiaino d’argento, l spicchio d’aglio o la “prova del gatto”).

L’Ovulo buono, delizioso e pregiato

Non solo Porcini. Il mondo della natura offre numerose prelibatezze per il palato, prima fra tutte l’Ovulo buono o Amanita Caesarea, uno dei funghi più apprezzati dai cercatori, tanto che il suo prezzo al chilo può raggiungere addirittura i cento euro. Riconoscerlo è abbastanza semplice, ma l’alta mortalità dovuta all’ingestione di funghi molto simili dimostra come spesso ci si lasci tradire da caratteristiche che non sono proprie dell’Amanita Caesarea. Per essere certi di trovarsi di fronte ad un esemplare di Ovulo buono è necessario verificare il colore del cappello (arancio intenso), ma soprattutto del gambo e delle lamelle, che devono essere di colore giallo. Inoltre, l’Amanita Caesarea presenta un anello membranoso (anch’esso giallo) al di sotto del cappello.

Porcino, il re dei funghi

Il Porcino o Boletus edulis è considerato a ragione il fungo per eccellenza, il “pezzo” più pregiato nella collezione dei micologi. E’ caratterizzato da un cappello per lo più tondeggiante, con diametro di misura variabile (da uno a trenta centimetri), che assume colorazioni diverse a seconda dell’habitat e dell’età. Il gambo è carnoso e robusto, solitamente bianco, ma con venature di colore diverso.

Composizione floreale per l’autunno

“Perché amiamo la donna che è nostra moglie? La sua bocca respira l’aria di un mondo che conosco; per questo amo quella bocca. Le sue orecchie odono la musica che io potrei cantare per tutta la notte; per questo amo le sue orecchie. I suoi occhi si rallegrano delle stagioni della terra: e così io amo quegli occhi. La sua lingua conosce la pesca, il ribes, la menta, il limone:io amo sentirla parlare. Perché la sua carne conosce il caldo, il freddo, l’afflizione, io conosco il fuoco, la neve e il dolore.Esperienze condivise, sempre. Milioni di tessuti che formicolano. Escludi due sensi: e la vita si dimezza, immediatamente. Noi amiamo ciò che conosciamo, amiamo ciò che siamo. Una causa comune, la causa comune della bocca, dell’occhio, dell’orecchio, della lingua, della carne, del cuore, dell’anima.”

R. Bradbury, Il popolo dell’autunno

Composizione floreale per l’addio all’estate

“Portami il girasole ch’io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l’ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.”

E.Montale, Ossi di Seppia

Cosa porteremo con noi di questa estate che sta finendo? Iniziata tardi e passata, come tutte le estati, troppo in fretta, ha lasciato un gusto amaro, come quando viaggiando in macchina alla radio, cambiando stazione, trovi la tua canzone preferita ma non riesci a finire di ascoltarla perchè inesorabile arriva una galleria. Nella prima giornata uggiosa che il cielo ci regala, rispondo con un girasole, che è come avere un pezzettino di sole anche se il sole non c’è. Come guardare la fotografia di qualcuno che è partito.

Composizione con rami di mitzumata, ortensie blu e rose

“Ma due o tre volte, quella notte, ci fu anche il vero silenzio, il solenne silenzio degli antichi boschi, non comparabile con nessun altro al mondo e che pochissimi uomini hanno udito.”

Il segreto del bosco vecchio” Dino Buzzati

I rami di Mitsumata sono un elemento compositivo elegante e versatile. L’arbusto da cui sono ricavati si chiama Edgeworthia Mitsumata o Paper bush: decorativo anche posizionato in un giardino, anche se qui da noi è ancora poco diffuso, è originario della Cina e del Giappone ed è stato utilizzato sin dal 17 ° secolo per la produzione di alcune delle più alte qualità di carta “Washi.”

Centrotavola: tre piccole idee

 

“Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s’accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d’altre terre”

Italo Calvino, da Marcovaldo.

La gerbera, il cui nome deriva da dal cognome del naturalista tedesco Traugott Gerber, amico del più conosciuto Carlo Linneo, appartiene alla famiglia delle Astaraceae; ne esistono circa 70 specie, tra le quali la più conosciuta é Gerbera jamesonii, detta anche Margherita del Transval (questo perchè il fiore è molto simile a una margherita, e perchè il Transvaal è la regione dell’Africa meridionale da cui questa pianta proviene). Fu portata in Italia per la prima all’inizio del ‘900, ed oggi è certamente molto diffusa. Viene usata infatti sia come pianta ornamentale che recisa nelle composizioni e negli allestimenti floreali. Infatti ne esistono di molti colori diversi, il che permette di utilizzarla per creare composizioni di diverso tipo.