Lavori sul balcone a Marzo: è il momento di riverniciare e rinnovare il terriccio

lavori sul balcone a Marzo

Conclusi i lavori di sistemazione e riservate le dovute attenzioni alle piante, al balcone vero e proprio devono essere praticate de­terminate cure. L’ordine e la «freschezza» sono i presupposti essenziali per un balco­ne che si voglia definire « bello » nel senso più ampio della parola. Bisogna tenere presente che, anche da un punto di vista estetico, ringhiera, tralicci in legno per rampicanti, ganci per vasi pensili e così via, hanno bisogno di essere vernicia­ti ogni anno. Questa precauzione impedirà al ferro di ar­rugginire e corrodersi, e al legno di impu­tridire.

Le operazioni di verniciatura si eseguono di solito alla fine dell’inverno o al massimo in Marzo, anche per mettere riparo a eventuali danni provocati dal gelo: inoltre, in questo periodo, molte piante sono ancora in riposo e non dovrebbero risentire il minimo disa­gio per eventuali esalazioni provenienti dalla vernice impiegata.

 

Lavori sul balcone a Marzo: conosciamo le cassette a riserva d’acqua.

vasi a riserva d'acqua

Naturalmente anche sul balcone, con l’inizio di Marzo, riprende la stagione propizia per completare i lavori di sistemazione, per da­re il definitivo assetto a tutto l’insieme e per mettere a dimora le ultime piante. Ebbene, proprio per quanti stanno ultiman­do la messa a punto della decorazione verde di terrazze e balconi, grandi o piccoli che essi siano, desideriamo parlare di due argo­menti altrettanto interessanti e importanti (e non lo sono meno anche per chi possiede un giardino o si occupa soltanto di coltivare specie da appartamento), due argomenti che si riferiscono rispettivamente alla sete e alla « salute » delle varie piante. Per quanto riguarda le annaffiature, di cui parleremo diffusamente anche nei mesi suc­cessivi, oggi desideriamo ricordare l’uso di particolari vasi « a riserva d’acqua » oltremo­do pratici, dove le piante vivono e prospe­rano in modo eccezionale. Il secondo argo­mento si riferisce al problema dei parassiti e degli insetti e alla difesa dai temibili ne­mici del verde. Ma eccovi la descrizione del­le famose cassette.

 

Lavori mese per mese: Marzo

lavori marzo

In casa:
irrorare le piante ogni giorno, insistendo sulla pagina inferiore delle foglie. Smuovere bene il terreno dei vasi. Annaffiare più frequentemente del solito, magari con una dose di acqua ridotta, per evitare alla pianta la siccità, molto dannosa in questo mese. Concimare con fertilizzante organico in polvere sparso in superficie.

Spruzzare le foglie con un buon lucidante antiparassitario. Iniziare, verso la fine del mese, le irrorazioni settimanali con acqua e stimolante ormonico. Evitare la diretta esposizione delle piante da appartamento all’aria fino a quando la temperatura esterna non sia superiore ai 16°.
 
Sul balcone:
rimuovere le ultime coperture invernali. Rinvasare (verso la fine del mese) i gerani e le altre piante perenni, utilizzando terriccio fresco e ben concimato.
Dare inizio al trapianto a dimora delle pianticelle nate da seme in autunno o durante l’inverno.

Controllare tutte le legature dei rampicanti e provvedere a rinnovarle se il gelo ha provocato qualche danno. Provvedere alla potatura del glicine.

 

Piante medicinali: l’Agrimonia

agrimonia

Pianta eretta con fusto ramificato solo nella parte finale, ricoperto di peluria sul quale sono disposte in modo alternato le foglie imparipennate composte da foglioline ovali con margine dentellato, l’Agrimonia, fiori gialli riuniti in pannocchie semplici.

La fioritura avviene in estate,  quando la pianta raggiunge i 70 cm di altezza.

L’Agrimonia predilige i terreni soleggiati. Cresce spontanea lungo i sentieri, presso le macerie, sui cigli delle strade, nei luoghi isolati, dal piano all’alta collina. In Italia è abbastanza diffusa.

Dell’Agrimonia, si utilizzano le foglie e le sommità fiorite; la raccolta si effettua a fioritura appena iniziata, e la pianta va fatta essiccare in luogo ventilato all’ombra.

Conosciuta anche con i nomi di Eupatoria, Erba Vettonica, Grimonia, l’agrimonia contiene in particolare tannini e un olio essenziale. Ricca di proprietà salutari la pianta viene impiegata per:

  1. curare i disturbi di fegato;
  2. l’insufficienza epatica;
  3. le infiammazioni del cavo faringeo e della bocca;
  4. le malattie dei reni e delle vie urinarie;
  5. il diabete;
  6. i reumatismi;
  7. l’artrite;

Giardini rocciosi o rock garden: le piante adatte

rock garden

Prima di decidere quali piante utilizzare per il nostro rock garden è bene fare qualche considerazione sul clima e sulla piovosità del luogo per compensare eccessi o carenze di umidità atmosferica in relazione alle necessità delle piante, predisponendo l’uso di terra più o meno assorbente.

Per esempio, se nella zona il clima è molto asciutto e si intende creare un giardino roccioso di tipo alpino con piante che esigono umidità, è necessario che la terra di impianto sia molto coibente, ossia trattenga una discreta percentuale di acqua. Questa caratteristica si ottiene con l’aggiunta di circa 1/3 di torba alla terra normale.

Se invece si intende coltivare piante di tipo mediterraneo e, pur essendo in una regione meridionale, ci si trova in una zona dove piove di frequente, bisogna mescolare la terra a 1/3 di sabbia, elemento che favorisce il rapido deflusso dell’acqua.

È evidente che le singole piante devono essere curate come se fossero coltivate normalmente in aiuola o in vaso, ma è bene tener presente che la roccaglia esige nel suo insieme un’attenzione costante e quindi cure particolari, che possono essere così sintetizzate:

Giardini rocciosi o rock garden: chi bene inizia è a metà dell’opera!

rock garden

Dopo queste prime considerazioni su giardini rocciosi e rock garden si può definire, a grandi linee, la futura struttura della roccaglia, sia in estensione che in al­tezza.

Per far ciò, si cominci col porre alcuni massi abbastanza grossi ai punti estremi dello spa­zio prescelto

la roccaglia non deve mai ave­re forma geometrica ma, piuttosto, un anda­mento impreciso, « a macchia d’olio ».

Poi, nel luogo in cui il rock garden deve raggiun­gere la sua massima altezza, bisogna costrui­re un monticello di pietre o detriti, assestan­do il tutto molto bene e fissando le rocce con terra pressata o addirittura con un po’ di cemento. Sopra l’improvvisato monticello trova posto il solito masso che segna il pun­to da cui la roccaglia deve digradare dolce­mente sino all’altezza dei massi precedente­mente disposti e che si trovano quasi a livel­lo del suolo.

Giardini rocciosi o rock garden: createli con stile

giardini rocciosi

Se si abita in montagna o presso il mare, per realizzare il nostro rock garden, non c’è di meglio che utilizzare piccoli mas­si o pezzi di roccia esistenti nelle immedia­te vicinanze. Se invece si abita in pianura è bene servirsi di sassi di fiume, piuttosto gros­si, levigati dalla corrente e di vario colore.

E importante evitare l’uso dei conglomerati, ossia di rocce formate da un impasto di tipo cementizio in cui è incorporata della grossa ghiaia. È anche sconsigliabile il tufo che tal­volta è così ricco di anfrattuosita da sem­brare finto e che si rivela piuttosto difficile da sistemare.

Ad ogni modo, è bene tener presente che l’uso di blocchi di roccia troppo piccoli ge­nera solo confusione.

È necessario anche poter disporre di un buon numero di lastre di pietra o di sassi di forma piatta per creare alcuni gradini utili a trattenere il terriccio e ad ancorare perfet­tamente le piante per impedire che al primo acquazzone tutto frani miseramente riducen­dosi a un solo e informe ammasso.

Giardini rocciosi o rock garden, tutto ciò che c’è da sapere

Rock Garden

Fra i lavori che tra Febbraio e Aprile possono gradevolmente occupare il tempo libero di quanti «lui» amano dedicarsi al giardinag­gio, due sono di notevole importanza ai fini dell’armonico disegno del giardino:

Cominciamo a parlare, appunto, delle roc­caglie e del modo migliore per coltivare le piante che  servono a decorarle.

Quasi   sconosciuta  in Italia   sino agli anni Cinquanta, la roccaglia è ormai diventata di gran moda anche da noi, dopo essersi dif­fusa dalla Gran Bretagna (dove probabilmen­te è nata la tecnica del rock-garden) in Sviz­zera, in Austria e in Germania.

È indubbio che il rock garden esaudisce le aspirazioni di qualsiasi appassionato di giar­dinaggio e ne mette in risalto la bravura. Infatti curare a dovere una roccaglia non è facile né semplice, così come non è facile costruirla rispettando i canoni fondamentali e cercando di ricreare, in miniatura, un ti­pico paesaggio alpino o mediterraneo senza cadere in eccessi tipo «nanetti fra le rocce».

Le erbe aromatiche di Febbraio (seconda parte)

erbe aromatiche

PEROSCHIA
(Perovskia)

Spesso confuse con la salvia le quattro specie del genere vantano buone proprietà decorative. Si tratta di piccoli arbusti alti circa 1 metro, con fiori violacei estivi e foglie dolcemente aromatiche.
Si coltiva in normale terra da giardino, in pieno sole o in lieve ombra, con annaffiature e concimazioni regolari.
Serve per aromatizzare alcune pietanze a base di selvaggina, per dare un particolare aroma ai liquori di tono alpestre e per preparare i sacchettini odorosi da porre negli armadi, tra la biancheria.

Le erbe aromatiche di Febbraio (prima parte)

erbe aromatiche

ERBA GERARDA
(Aego podium Podagraria)

Si tratta di una decorativa specie erbacea perenne, alta da 40 cm a 1 m, che vegeta rigogliosa nelle vallette alpine ombrose e fresche. I suoi fiori sono molto larghi, a ombrella, di colore bianco e rosa. Il foglia­me e i semi emanano un caratteristico aro­ma amaro.

Si coltiva in ombra e in terreno umido, se­minando alla fine inverno o dividendo i cespi in autunno o in primavera.

Serve come pianta decorativa per bordo mi­sto, oppure si utilizza come specie aromati­ca in sostituzione del sambuco. Infatti, la gerarda è nota anche come « sambuchella ».

Piante medicinali: Assenzio, la magia della verde fata

assenzio

L’assenzio presenta un fusto eretto, solcato da scanalature. Le foglie bi-tripennate sono di colore verdastro nella pagina superiore e bianco argentate nella pagina inferiore. I fiori sono gialli, riuniti in piccoli capolini e contenuti in un involucro verde-biancastro. La fioritura avviene in estate. La pianta può raggiunger il metro d’altezza.

L’assenzio è una pianta spontanea diffusa dal mare alla montagna, cresce lungo i bordi di strade e sentieri, nei luoghi incolti. Molto frequente in Italia.

Dell‘assenzio, si utilizzano le sommità fiorite e le foglie fatte essiccare in luogo ombroso e ventilato.

Avvertenze: si eviti l’uso prolungato d’assenzio. L’abuso è causa di gravi disturbi. L’essenza d’assenzio è un veleno.

La fotosintesi clorofilliana

fotosintesi clorofilliana

Qualche giorno fa, nel post dedicato alle foglie, vi abbiamo detto che la loro funzione principale è quella di realizzare la fotosintesi clorofilliana, necessaria per produrre ossigeno. Sicuramente avrete sentito parlare di questo processo così importante per la vita nel pianeta, ma se gli ultimi ricordi risalgono alla scuola, vediamo, insieme brevemente, in cosa consiste la fotosintesi clorofilliana.

Le piante producono il loro nutrimento prendendo l’energia emessa dal sole, grazie proprio alle foglie, che riescono ad assorbirla grazie ad una sostanza di cui sono provviste che permette di “catturare” le radiazioni solari; questa sostanza è un pigmento di colore verde chiamato clorofilla. La clorofilla è concentrata in alcun corpiccioli detti cloroplasti che la producono se ricevono la giusta quantità di luce: non a caso le piante devono essere esposte alla luce, e se ciò non avviene perdono il loro colore verde.

Morfologia delle piante: le foglie

foglia

Oggi continuiamo il nostro viaggio nella morfologia delle piante; dopo aver scoperto le funzioni di radici e fusto, oggi  il turno delle foglie. Le foglie sono gli organi aerei delle piante, che nascono dai nodi del fusto; sono laminari, in genere di colore verde a causa del pigmento della clorofilla, e a crescita limitata. La loro funzione principale è quella di realizzare la fotosintesi clorofilliana, un processo chimico mediante il quale le piante, con l’aiuto dell’energia solare, ottengono le sostanze organiche; grazie a questo processo le piante producono anche l’ossigeno.

Ogni foglia è formata dal lembo o lamina superiore e dal picciolo, cioè la parte allungata della foglia che la unisce per la base al fusto; in caso di assenza del picciolo, si dice che la pianta è sessile, mentre nel caso in cui esso è evidente, si parlerà di foglia spicciolata. La lamina fogliare è percorsa da piccole venature, che costituiscono la venatura fogliare, la cui funzione principale è quella di favorire la distribuzione omogenea delle sostanze nutritive in tutta la foglia e di costituire una specie di scheletro che dà consistenza al lembo.

Morfologia delle piante: il fusto

fusto delle piante

Oggi continuiamo il nostro viaggio all’interno della morfologia delle piante; qualche giorno fa vi avevamo parlato delle radici, questa volta è il turno del fusto. Il fusto svolge due funzioni molto importanti: serve per sostenere le foglie e collega l’apparato radicale alle foglie, permettendo la distribuzione delle sostanze nutritive necessarie alla pianta.

I punti del fusto da cui nascono le foglie sono i nodi e possono trovarsi a diversi livelli; la sua lunghezza può essere notevole, basti vedere certe specie di alberi, ma anche inesistente come nel caso delle piante nelle quali le foglie crescono dallo stesso punto, cioè le piante acuali. Anche il diametro del fusto presenta variazioni a seconda della pianta.

Le piante possono essere classificate in base alla durata del fusto in rapporto al ciclo vitale, e a questo proposito è necessario fare una distinzione tra le piante monocarpiche, cioè quelle che fruttificano una sola volta nel corso della loro vita, e quelle policarpiche, ovvero che fruttificano più volte, in genere una volta all’anno.