Le piante più strane del mondo

Amorphophallus

Nei nostri giardini siamo abituati a vedere le piante comuni, come margherite, tulipani e gerani, e magari consideriamo strane, piante un po’ inusuali come quelle acquatiche o quelle carnivore; in realtà in natura esistono piante e fiori veramente particolari e strane, dalle forme bizzarre e dai colori più improbabili; vediamo insieme quali sono le otto piante più strane del mondo.

La Rafflesia arnoldii è la pianta che sviluppa il fiore più grande del mondo, che può raggiungere anche i tre metri e mezzo di larghezza; è di colore rosso con delle macchie bianche, emana un cattivo odore e nel centro ha un foro che può contenere dai 6 ai 7 litri di acqua; un’altra particolarità della Rafflesia è che non possiede né stelo, né foglie, né radici in quanto è una pianta parassita.

Hydnora africana è caratterizzata da un fiore color carne dalla forma molto particolare e di cattivo odore che si attacca alle radici delle piante arbustive dei deserti aridi del Sud Africa.

La citronella

citronella

Citronella (Cymbopogon nardus)

Fioritura: marzo-ottobre

Impianto: autunno

Tipo di pianta: erbacea perenne sempreverde

Altezza max: 70-100 cm

Come abbiamo visto appena qualche giorno fa, la citronella viene annoverata, insieme al geranio pelargonium e alla lavanda, fra le piante che allontanano le zanzare. Per ottenere questo effetto però dovrete piantarne un bel po’ di esemplari molto vicini tra loro e proprio nei pressi della parte più frequentata del giardino o del terrazzo.

La citronella è una pianta erbacea originaria dell’Asia meridionale. Ha portamento cespuglioso e presenta foglie nastriformi ricadenti di colore verde brillante, portate da fusti sottili ed eretti. Sia le foglie che i fusti emanano un aroma intenso ma gradevole che diviene molto più forte se vengono stropicciati.

Le piante che allontanano le zanzare

piante anti zanzare

Con l’estate alle porte (almeno si spera, dato il venticello gelido che sento entrare dalla finestra aperta), comincia per tutti noi l’eterna lotta contro le zanzare. In questi ultimi anni poi si è assistito al diffondersi di un particolare tipo di zanzara, la cosiddetta zanzara tigre caratterizzata da una singolare aggressività e, soprattutto, dalla sgradevolissima propensione a starsene in giro a tutte le ore del giorno e della notte rimanendo per di più in circolazione fino a settembre inoltrato, con il risultato che le contromisure messe in atto da chi possiede un giardino, una terrazza o un balcone (ma non solo!) si sono molto inasprite rispetto al passato.

C’è chi, però, non se la sente di ricorrere a rimedi cruenti come l’impiego massiccio di insetticidi anti-zanzare o alla collocazione di quelle terribili lampade friggitrici di insetti che finiscono invariabilmente per mietere vittime fra le innocenti falene, e va alla ricerca di rimedi “naturali” per poter prendere un po’ di fresco in santa pace almeno alla sera.

Come prolungare la freschezza dei fiori recisi

fiori recisi

Ricevere in dono un bel mazzo di fiori fa sempre piacere, peccato, però, che dopo qualche giorno perda inevitabilmente la sua bellezza; i tentativi per prolungare la freschezza dei fiori recisi sono da sempre stati numerosi, ma spesso poco fruttuosi: del resto, recidere un fiore significa dividerlo dall’organismo che lo nutre.

Esistono alcuni piccoli accorgimenti per ritardare il deperimento dei fiori recisi, di certo non si possono ottenere miracoli ma un piccolo miglioramento nella salute e nell’aspetto dei fiori sì, quindi vediamo quali sono.

Giardinaggio e ortomania: è boom in Italia e nel mondo

orto sul terrazzo

Le stime della Coldiretti parlano chiaro: quattro italiani su dieci con l’arrivo della primavera hanno iniziati a dedicarsi al giardinaggio, sia negli orti che nei terrazzi. Il fenomeno della coltivazione fai da te è in netto aumento: ben il 37% degli italiani dedica il proprio tempo libero alla cura dell’orto e al giardinaggio.

Secondo i dati della Coldiretti, il giardinaggio è un hobby che coinvolge in egual numero sia uomini che donne e che piace anche ai giovani: basti pensare che più di uno su quattro degli intervistati ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni, anche se l’interesse massimo viene dimostrato dagli over 65.

Il vero nuovo trend è che il giardinaggio o la coltivazione dell’orto non è più praticato solo da chi dispone di un ampio spazio in campagna, ma anche da chi possiede un semplicemente un terrazzo; infatti nei vivai sono disponibili moltissime piante adatte alla creazione di un orto e perfette per essere coltivate in vaso, come certe specie di peperoncini piccanti o legumi di piccole dimensioni. Sempre secondo la Coldiretti le piante più coltivate sono le insalate perché sono molto semplici da curare, i semi costano poco e garantiscono un primo raccolto dopo solo 40 giorni, seguono i pomodori e le cipolle.

Mirtillo rosso

mirtillo rosso

Questo delizioso frutto tipico del sottobosco, annoverato più volte tra i frutti della passione, in quanto rosso, è molto utilizzato in cucina, per preparare composte, marmellate, per accompagnare panne cotte o per guarnire dolci di ogni specie e per accompagnare carni; ma, le sue molteplici virtù benefiche, lo vedono ben inserito anche in medicina, dove è utilizzato per la cura delle infezioni delle vie urinarie, nella prevenziene dell’osteoporosi, e, visto l’alto contenuto di antiossidanti che lo caratterizza, nella prevenzione delle patologie cardiovascolari e dei tumori, e addirittura come aiuto nel ritardare il processo di invecchiamento.

Il mirtillo rosso americano, o “cranberry”, appartiene alla famiglia delle Ericaceae e proviene dai boschi del Nord America orientale.

Da qualche tempo le piantine sono disponibili anche in Italia: si tratta di piccoli arbusti sempreverdi coprisuolo che raggiungono l’altezza di 20 cm e il diametro di 1 metro.

Data la loro origine, resistono benissimo al freddo e al gelo e crescono in terreno acido, umido e soffice.

Tenetevi in forma con il giardinaggio

giardinaggio

Dedicarsi al giardinaggio è un po’ come andare in palestra. Strappare erbacce, potare e rastrellare, per esempio, è pari al consumo di circa 350 calorie per le donne e 450 per gli uomini.

E c’è anche un altro vantaggio: se lo fate almeno una volta alla settimana, contrastate l’osteoporosi. cioè la perdita progressiva di densità ossea che a lungo andare porta a fratture.

Lavorare nell’orto o in giardino, infatti, vi consente di stare al sole: questo aumenta la produzione della vitamina D, che a sua volta incrementa l’assorbimento del calcio.

Inoltre, facendo giardinaggio, si compiono movimenti che favoriscono il rafforzamento dei muscoli. Attività come  spingere una carriola o un tosaerba, lavorare la terra con la vanga, migliorano anche il senso dell’equilibrio.

Attenzione, però: se prima di iniziare non preparate il corpo con un breve riscaldamento, è probabile che alla fine compaiano dolori e rigidità.

Come fabbricare un fertilizzante a base di piante selvatiche

fertilizzanti naturali

Con l’arrivo della primavera, qualche volta le colture hanno bisogno di risvegliarsi dai torpori invernali; una buona idea per affrontare al meglio questo periodo è quella di fabbricarsi da soli i fertilizzanti usando come ingrediente principale alcune delle erbacce considerate di solito “materiale di scarto” del giardino, come le piante selvatiche, le ortiche, le felci e il tarassaco. 

Questi fertilizzanti sono di facile preparazioni, assolutamente naturali, e quindi non danneggiano le piante, e anche piuttosto economici. I fertilizzanti naturali devono essere utilizzati per stimolare l’attività del suolo e restituirgli vigore; inoltre sono in grado di far penetrare gli elementi nutritivi al di sotto delle foglie.

Vuoi diventare un bravo giardiniere? Ecco come fare.

giardiniera

Oggi voglio suggerirvi qualche piccolo trucco (tramandatomi per la verità da una mia nonna) che farà di voi dei bravi “neo-giardinieri”:

  • Unghie in ordine.

Non amate mettere i guanti da giardinaggio, ma neppure avere le mani sporche? Se volete evitare che la terra si accumuli sotto le unghie, prima di iniziare i lavori in giardino, grattate una saponetta: il sapone impedirà allo sporco di depositarsi.

  • Due in uno.

 Un attrezzo con il manico lungo, come rastrello, badile o vanga, può diventare un comodo metro, per misurare ad esempio le distanze tra una pianta e l’altra.

Come aiutare le piante a fiorire

piante fiorite

È veramente spiacevole vedere una pianta molto curata che non riesce a fiorire. Co­munque ciò accade più per colpanostra che della pianta stessa:

  • potremmo aver commesso qualche errore, per esempio non aver dato alla pianta qualche elemento vitale di cui aveva assoluto bisogno per produrre i boc­cioli;
  • oppure, potremmo aver trascurato del­le condizioni essenziali per la fioritura.

Tut­tavia non dovete preoccuparvi, seguendo qualche semplice accorgimento durante la coltivazione è molto semplice risolvere il problema della mancanza di fiori.

Ciò che dovremo analizzare molto accuratamente saranno i seguenti punti:

  1. se la pianta riceve abbastanza luce;
  2. se la pianta è nutrita correttamente;
  3. se il vaso è troppo grande;
  4. se la pianta è troppo giovane;
  5. se i boccioli si afflosciano;

Giacinti, curiosità e leggende

giacinti curiosità

Molto noti ed apprezzati nel mondo antico, i giacinti furono quasi dimenticati nel mondo occidentale fino a quando, nel 1570, un ambasciatore austriaco, ne portò alcuni bulbi a Vienna; da qui la loro crescente diffusione che li condusse a divenire tra i fiori più apprezzati del tempo, soprattutto nei Paesi Bassi.

Secondo quanto narrato da Ovidio nel decimo libro delle “Metamorfosi” Giacinto era il figlio di Amicla e Diomede. Inseparabile amico di Apollo, morì proprio a causa di quest’ultimo durante una gara di lancio del disco; Zefiro infatti, geloso dell’amicizia fra Apollo e il giovinetto, deviò il lancio del dio il cui disco ferì a morte Giacinto. In preda alla disperazione, Apollo tentò di salvare in ogni modo l’amico ma a nulla valsero i suoi tentativi. Fu così che il dio decise di trasformare le spoglie del giovane in un fiore di colore rosso porpora proprio come il sangue da questi versato e di dargli, in suo onore, il nome di Giacinto.

Alloro, leggende e curiosità

alloro curiosità

Secondo il mito, la pianta di alloro fece la propria comparsa sulla terra a causa di un amore non corrisposto: si narra infatti che Apollo, il dio greco del sole, amasse alla follia la bellissima Dafne; un giorno quindi, scorta la fanciulla lungo le pendici del monte Parnaso, cercò di attirarla a sè. Questa però vedendolo arrivare si diede alla fuga e fu inseguita; fu proprio nel momento in cui il dio stava per raggiungerla che Dafne invocò l’aiuto di Gea (la dea della terra) che la trasformò in un albero di alloro, pianta che da allora divenne sacra proprio ad Apollo e le cui fronde vennero usate per incoronare le teste dei poeti, degli eroi, dei vincitori. Usanza che si è mantenuta in gran parte anche ai giorni nostri.

L’alloro è un albero sempreverde che cresce anche spontaneo; appartiene alla famiglia botanica delle Lauracee e può raggiungere altezze comprese fra 2 e 8 metri. E’ dotato di foglie lanceolate, coriacee, che si possono raccogliere durante tutto l’anno, e di piccoli fiori di colore bianco o giallastro che fanno la propria comparsa tra marzo e aprile. Tra ottobre e novembre, fanno la propria comparsa sugli alberi femmina i frutti, piccole drupe di colore scuro simili a olive.

Alberi monumentali: il Faggio

faggio

II nome scientifico Fagus ha un’origine molto incerta; alcuni botanici ritengono che il no­me derivi dal greco phagò, ossia , con il significato di «albero di cui si può mangiare il frutto». Altri studiosi, invece, affermano che il vocabolo fagus provenga dal greco phag ossia dispensare, il che da­rebbe alle piante di cui ci stiamo occupando il significato di «albero dispensatore di ci­bo».

È opportuno ricordare che i frutti dei faggi, detti «faggiole», costituiscono un prezioso alimento per il bestiame e, in qualche re­gione, essi vengono utilizzati anche a scopo commestibile previo opportuno trattamento che ha per base la tostatura.

Data la mole, questi stupendi esemplari arborei non possono essere impiegati che nei giardini piuttosto vasti, in spazi aperti, battuti dal sole o, comunque, ricchi di aria e di luce. Particolarmente interessante l’im­piego e l’accorta disposizione dei faggi a fogliame colorato che soprattutto in autunno assumono sfumature di eccezionale bellezza.

Alberi monumentali: il Cipresso, eleganza e aristocrazia

Cipressi

II suo nome deriva dal greco kyparissos da cui ebbe origine il nome dell’isola di Cipro dove, probabilmente, nascevano spontanei molti cipressi.

Queste belle piante sono molto antiche e vivono a lungo, tanto che si parla di cipressi che raggiunsero la veneranda età di ben tre­mila anni, ma non mancano affermazioni sull’esistenza di esemplari vecchi di ben sei­mila anni, il che farebbe localizzare la loro nascita addirittura nella preistoria.

Nei grandi giardini, purché dislocati in cli­ma non troppo freddo e nel paesaggio adat­to, i cipressi portano una nota di grande eleganza e di aristocratica suggestione.

Disposti in filari o in gruppi, possibilmente contro lo sfondo argenteo degli ulivi, i cipressi si alzano snelli e maestosi insieme e durante l’epoca della fruttificazione pro­fumano intensamente l’aria di un aroma fre­sco e resinoso, assolutamente inconfondibile.