Rose recise: come farle durare più a lungo

Un mazzo di rose è un regalo sempre attuale e generalmente molto gradito, a patto di prestare alcune attenzioni, da parte di chi lo dona, nella scelta dei fiori, e nella conservazione del bouquet, da parte di chi lo riceve.

Al momento dell’acquisto dei fiori, chiedete sempre rose in bocciolo perché, anche se vi sembrano meno belle di quelle aperte, dureranno più tempo; le rose più costose in genere durano qualche giorno in più rispetto a quelle economiche, le quali possono piegare il bocciolo senza aprirsi. I fiori vanno acquistati poco prima di consegnarli, in modo da non rovinarli.

Passiamo ora alle accortezze che dovrà tenere chi riceve il mazzo di rose; al momento di sistemare le rose in vaso, osservate se i gambi sono stati tagliati obliquamente: in genere più il taglio è obliquo e maggiore sarà la superficie dalla quale il fiore potrà ricevere nutrimento, cioè assorbire l’acqua dal vaso. Se il taglio non è obliquo, per effettuarne uno nuovo che risponda a queste caratteristiche, dovrete usare un coltello anziché le forbici per evitare di schiacciare i vasi linfatici che favoriscono la risalita dell’acqua.

Le piante più strane del mondo: il Dracunculus vulgaris

Abbiamo già dedicato un capitolo alle piante più strane del mondo, offrendovi un’ampia panoramica (anche fotografica) delle specie di maggior impatto visivo. Tra queste, una delle più diffuse è il Dracunculus vulgaris, appartenente alla famiglia delle Aracee ed originaria dell’area mediterranea. Allo stato naturale è possibile ammirarlo in Grecia, in Turchia, nell’area dei Balcani e nel Peloponneso, mentre in Italia la sua diffusione va lentamente scemando.

Ciò non vuol dire però che non lo si possa coltivare in ambiente domestico, dove mostrerà il meglio della sua bellezza a partire dal periodo primaverile, quando dai tuberi si sviluppano delle infiorescenze costituite da una spata contenente piccoli fiori. Ad una simile bellezza corrisponde purtroppo un odore nauseabondo, che serve alla pianta per attirare gli insetti ed imprigionarli. La coltivazione del Dracunculus vulgaris non presenta difficoltà particolari e si adatta alle esigenze di chi ha poco tempo da dedicare al giardinaggio. Di seguito trovate come sempre le cure culturali.

Falso gelsomino, quali specie vanno sotto questo nome

Sotto il nome comune di gelsomino troviamo diverse specie che in realtà hanno poco o nulla a che vedere con il gelsomino vero e proprio, che appartiene al genere jasminum; fra queste troviamo il Gelsemium sempervirens, noto come gelsomino giallo o gelsomino della Carolina, il Trachelospermum jasminoides, detto falso gelsomino o gelsomino a stella, il Cestrum nocturnum, meglio noto come gelsomino notturno e lo Stephanotis o gelsomino del Madagascar.

Gelsemium sempervirens (Gelsomino giallo o Gelsomino della Carolina)

Il gelsomino giallo è un arbusto rampicante che produce, in piena estate, vistosi fiori profumati di colore giallo oro che crescono riuniti in grappoli; le foglie lanceolate sono di colore verde intenso. Al contrario del gelsomino a stella, come vedremo, teme il freddo e non sopporta le temperature troppo basse.

Camelie, come sono giunte fino a noi?

camelia origine

La leggenda vuole che le camelie siano giunte in Europa nella seconda metà del ‘700 ad opera di un gruppo di mercanti inglesi del tutto inconsapevoli del reale valore del proprio carico. Questi infatti rimasero inebriati dall’aroma del tè, che viene ottenuto dalle foglie della Camellia sinensis, e chiesero di portare con sè alcuni esemplari di questa pianta. Solo una volta giunti in patria si accorsero però che era stata data loro un’altra varietà di camelia, di grande valore ornamentale ma del tutto priva di ogni proprietà aromatica, la Camelia japonica. La nuova pianta riscosse comunque molto successo tra i loro compatrioti e si diffuse come ornamentale.

Il primo esemplare di camelia giunse invece in Italia alla fine dell’800 e attualmente è ancora possibile ammirarlo al Giardino Inglese della Reggia di Caserta. Proprio da questo discenderebbero, per riproduzione da seme, le prime varietà di camelie a fiore rosso. Fu quindi nell’800 che la camelia ebbe la sua massima diffusione in Italia e in Europa con la nascita, a Milano, Genova e Firenze, di numerosi vivai specializzati nella sua coltivazione; tuttavia, inspiegabilmente, questo magnifico fiore finì nel dimenticatoio all’inizio del ‘900, forse a causa della scarsità di specie profumate e per la relativa limitatezza delle tonalità di colore disponibili.

Varietà, ibrido e cultivar: ecco il significato di questi termini

ibridi e cultivar

Chi si interessa di giardinaggio prima o poi deve scontrarsi con alcuni termini un po’ oscuri ma molto usati in questo ambito, ovvero quello di varietà, ibrido e cultivar. Questi termini vengono usati perché spesso, perché capita che all’interno di una stessa specie ci siano delle piccole varianti in termini di foglie, fiori o crescita; alle varianti sono dati, appunto questi nomi.

A parte quelle più famose di cultivar e ibrido ci sono altre denominazioni, come quella di forma o sottospecie; vediamo insieme il significato di questi termini.

Margheritoni, le specie che vanno sotto questo nome

chrysantemum leucantemum

Le margherite e i crisantemi appartengono alla vastissima famiglia botanica delle Compositae, che comprende circa 14mila specie accomunate dal fiore a capolino piatto con petali simili a una lingua disposti intorno a un disco centrale. Se molte di esse vengono chiamate genericamente “margherite“, altre invece, vista la grandezza dei fiori, ricevono comunemente l’appellativo di margheritoni o margheritone. Ma quali specie di compositae vanno realmente sotto questo nome comune? Noi ne abbiamo scovate almeno tre:

Chrysantemum leucantemum

Al genere Chrysantemum appartengono circa 200 specie, rustiche e semirustiche, adatte per la coltivazione in aiuole, bordure e vasi, sia all’esterno che in appartamento. Il crisantemo cui facciamo riferimento (nella foto) produce unico capolino composto da petali bianchi a forma di lingua e un disco centrale giallo (costituito anch’esso in realtà da piccoli fiori tubulari) le cui dimensioni possono raggiungere i sette centimetri di diametro. E’ una specie ad accrescimento rapido che può addirittura diventare infestante. Fiorisce da Maggio a Settembre.

Chrysantemum maximum

Il Chrysantemum maximum è una pianta a portamento eretto che raggiunge i 90 centimetri di altezza; i fiori, simili a quelli del leucantemum, raggiungono un diametro di otto centimetri. Anche le foglie, lanceolate e di colore verde brillante, sono molto grandi e presentano evidenti dentellature ai margini. Rispetto alla specie precedente, questo margheritone ha una fioritura meno precose, essa va infatti da metà estate fino ad autunno inoltrato.

Le impatiens, origine e distribuzione

impatiens balfourii

Le impatiens, note anche con il nome di pianta di vetro, costituiscono un genere che comprende all’incirca 700 specie diffuse allo stato selvatico soprattutto nelle regioni tropicali e sub-tropicali di Asia e Africa. L’unica specie di Impatiens diffusa allo stato spontaneo nel nostro paese è la Impatiens noli-me-tangere che è possibile rinvenire nelle boscaglie, lungo i corsi d’acqua; a questa si sono aggiunte, a causa dell’inselvatichimento di alcune specie importate dai paesi tropicali, le specie I. balsamina, I. glandulifera, I. balfourii e I. parvifolia. Tutte le varietà selvatiche di impatiens sono piante piuttosto alte (raggiungono anche il metro e mezzo di altezza), dotate di fusti spessi al contrario di quanto è possibile vedere nelle specie coltivate.

Il genere, deve il proprio nome scientifico alla curiosa caratteristica dei frutti, piccole capsule allungate che una volta giunte a maturazione esplodono letteralmente al minimo tocco spargendo tutto intorno i semi in essi contenuti, quasi che la pianta fosse “impaziente” di auto-riprodursi; si tratta di un fenomeno piuttosto raro che permette alla pianta di moltiplicarsi senza che alcun agente esterno intervenga portando i semi lontani. Il nome comune invece, fiore di vetro o pianta di vetro, si riferisce all’aspetto dei fusti che con le loro sfumature ricordano degli oggetti di vetro colorato.

Catambra, la pianta anti zanzare

catambra

In questo periodo le zanzare iniziano a farsi sentire e a tal proposito qualche tempo fa vi avevamo parlato delle piante anti zanzare; oggi ritorniamo sull’argomento con la Catambra, ovvero la pianta anti zanzare che, secondo chi l’ha provata, è in grado di allontanare veramente i tanti odiati insetti. 

La Catambra è una pianta ottenuta attraverso vari innesti dal vivaio bresciano Ambrogio Vivai, e brevettata nel 2006 dallo stesso; questa pianta possiede una sostanza repellente per le zanzare, il catalpolo, in misura quattro volte superiore rispetto alle altre piante, e quindi risulta molto più efficace contro questi insetti. Il catalpolo tiene lontane le zanzare grazie al suo odore, che però non avvertibile dalle narici umane.

Palme, gli habitat

palme da cocco

Le palme appartengono al gruppo delle Monocotiledoni, delle piante cioè che hanno un portamento molto simile a quello degli alberi ma se ne distinguono per le caratteristiche del tronco. Proprio l’aspetto slanciato del tronco, insieme alle classiche foglie riunite a formare un’ampia corona terminale, conferisce loro un inestimabile valore ornamentale e le rendono molto amate da appassionati di giardinaggio e non.

Come forse già sapete la gran parte delle palme proviene dalle zone tropicali e sub-tropicali del pianeta mentre è piuttosto raro trovarle in zone dal clima freddo o, al contrario estremamente arido. Inoltre a fronte di un numero modesto di generi, le palme contano invece un grandissimo numero di specie, circa duemila delle quali vivono nelle foreste pluviali.

Come scegliere l’innaffiatoio

scegliere annaffiatoio

Chi possiede molte piante in vaso non ci avrà messo molto a rendersi conto che innaffiare con la bottiglia, il bicchiere o la brocca non sempre è comodo; questo soprattutto quando la chioma della pianta è molto fitta, nel qual caso è più facile bagnare le foglie che il substrato, per non parlare poi del rischio di bagnare per terra, che va assolutamente evitato se teniamo le piante in appartamento.

Per questi motivi il metodo migliore per innaffiare le piante è senza dubbio usare un innaffiatoio dal becco lungo. Al momento dell’acquisto però dovremo valutare quali sono le nostre esigenze per essere certi di comprare quello che fa al caso nostro: la capienza dell’innaffiatoio dovrà quindi essere adeguata alla quantità di piante che possediamo, alle loro necessità idriche ma anche alla nostra forza. Per le piante da appartamento come ficus o filodendri, ad esempio, dovremo scegliere un modello che possa contenere almento due litri di acqua e per le piante di piccole dimensioni il becco dell’innaffiatoio dovrà essere piuttosto lungo e sottile.

Quando è il momento di sostituire le piante in giardino?

quando sostituire piante

Nonostante io sia una persona che si affeziona alle proprie piante (ho un geranio vecchio quindici anni al quale ho persino dato un nome) e faccia sempre di tutto per assicurare loro una lunga vita, anche a quelle che è tradizione gettare dopo la fioritura, come le primulette, in questi giorni ho dovuto arrendermi, per la prima volta, davanti all’evidenza che prima o poi arriva il momento di sostituire le piante più vecchie e lasciare spazio a esemplari più giovani e belli abbandonando ogni tentativo di salvataggio.

Infatti ormai da molti mesi mi occupo, senza alcun risultatto, della cura delle mie begonie che appaiono sin dallo scorso inverno come rachitiche: una fioritura scarsissima, foglioline microscopiche e bruciacchiate, portamento sin troppo compatto. Ogni mio tentativo, potatura, concimazione, sostituzione del terriccio prima, rinvaso poi, si è rivelato del tutto inutile al punto che qualche giorno fa mentre le annaffiavo pensavo con grandissimo rammarico che non valgono più neppure l’acqua che consumo per tenerle in vita.

L’orologio di Flora

orologio di flora

Avete mai sentito parlare dell’orologio di Flora? Forse oggi a molti di noi sembrerà un’ovvietà, ma fu il grande naturalista del XVII secolo Carlo Linneo a ufficializzare (difficile crede che nessun altro prima se ne fosse accorto) la scoperta che i fiori delle diverse specie di piante non sbocciano tutti alla stessa ora del giorno.

Questa osservazione, avvenuta durante i suoi studi, che condussero alla monumentale classificazione di tutte le specie animali e vegetali secondo la nomenclatura binomiale, lo portò ad identificare 24 piante i cui fiori sbocciano nelle 24 ore del giorno e a mettere a punto uno sorta di orologio in cui il tempo è scandito da queste specie vegetali: l’orologio di Flora appunto, nel cui “quadrante” ad ogni ora del giorno e della notte corrisponde una specie vegetale i cui fiori si schiudono proprio a quell’ora.

Alberi e arbusti: ecco la differenza

alberi e arbusti

La distinzione tra alberi e arbusti non è sempre facile da fare e tra le due categorie c’è spesso un po’ di confusione; la cosa certa è che sono fondamentali per l’allestimento di un giardino, sia quando sono usati come bordura, per lo sfondo o addirittura coltivati in vaso.

In via di principio, almeno per fare una prima descrizione, si può dire che gli alberi possiedono un unico tronco, mentre gli arbusti si ramificano alla base; inoltre, gli alberi sono più grandi degli arbusti. Come per ogni tipo di pianta, anche nella scelta di alberi e arbusti bisogna tenere conto della loro zona di appartenenza climatica, in modo da non fargli incontrare difficoltà di adattamento.

Molti alberi e arbusti non amano essere coltivati in vaso, in quanto tendono ad espandersi molto, tuttavia ci sono alcune specie che riescono a vivere anche in un contenitore purché sia di grandi dimensioni, e a patto che il rapporto tra parte radicale e parte aerea, cioè la chioma, sia bilanciato e  controllato da frequenti potature.