Fiori invernali, la viola del pensiero

viole del pensiero

Le viole del pensiero (Viola hybrida) sono ibridi ottenuti da specie originarie di Europa e Turchia (V. lutea, V. tricolor, V. odorata, V. cornuta, V. x wittrockiana), caratterizzati da fiori inodori a cinque petali molto grandi e di colori vistosi, che vanno dal bianco al nero puro con centro scuro o giallo, e dotati di foglie verde scuro non molto decorative;  la loro fioritura avviene in autunno e inverno e all’inizio della primavera per questo motivo sono molto amate da chi desidera avere un giardino sempre fiorito.

Quanto alle cure colturali, le viole del pensiero non hanno particolari esigenze in fatto di terreno; questo va arricchito con torba, sabbia e terriccio universale solo nel caso fosse troppo pesante e calcareo. L’esposizione varia in base al periodo in cui sono state messe a dimora: le viole del pensiero interrate in autunno hanno bisogno di una posizione in  pieno sole, quelle poste a dimora in primavera in penombra. Poichè non temono il freddo, è quindi possibile porle a dimora anche in questo periodo per vederle fiorire già in primavera.

Eranthis, Aconito d’inverno

Eranthis

Il genere Eranthis (Ranunculaceae), noto anche con il nome comune di aconito d’inverno, conta una decina di specie di piante bulbose originarie di Asia ed Europa; di facile coltivazione, le piante di questo genere si prestano sia alla creazione di tappeti fioriti su giardini rocciosi che a quella di macchie di colore in grandi aiuole. L’aconito d’inverno presenta foglie leggermente cuoiose e lucide, di colore verde scuro e già a fine inverno, a partire da gennaio-febbraio, produce fiori tondeggianti, di colore giallo oro, che si aprono nelle giornate di sole.

Quanto alle cure colturali, gli eranthis prediligono le esposizioni soleggiate o semiombreggiate, mentre va accuratamente evitata l’ombra totale a meno che le temperature non siano troppo elevate; il terreno ideale è sciolto, ben drenato, ricco di sostanza organica. Riguardo invece le innaffiature, queste possono essere benissimo evitate durante l’inverno, quando basta la pioggia a provvedere alle necessità idriche della pianta, tuttavia, può rendersi necessario bagnare con moderazione nei periodi di calura e durante l’epoca della fioritura in caso di siccità prolungata.

Chionodoxa, ideale per i giardini rocciosi

chionodoxa

Sotto il genere Chionodoxa troviamo riunite 8-10 specie di piante bulbose appartenenti alla famiglia delle Liliaceae e originarie della Turchia; sono caratterizzate da piccoli fiori stellati, di colore blu o rosa, con centro bianco, o semplicemente bianchi, che sbocciano in gruppi all’inizio della primavera su fusti sottili, alti 10-15 cm. Ogni bulbo sviluppa due foglie nastriformi di colore verde scuro.

Quanto alle cure colturali, le chionodoxa tollerano bene qualunque condizione di luce e riescono quindi a prosperare sia in pieno sole che all’ombra; l’esposizione ideale resta però quella a mezz’ombra, meglio se in un luogo della casa o del giardino in cui riceva il sole diretto per almeno 3-4 ore al giorno.

Le innaffiature non sono necessarie durante il periodo di riposo della pianta (che va dalla dalla fine dell’estate all’inizio della primavera), mentre durante il periodo vegetativo le chionodoxa vanno annaffiate con regolarità in modo che il terreno resti sempre umido.

Eremoro, ovvero la candela del deserto

eremoro

Se siete alla ricerca di una pianta fiorita in grado di riempire e rallegrare un angolo vuoto nel vostro giardino senza che sia necessario dedicarle troppe cure e attenzioni, l’eremoro fa sicuramente al caso vostro. Si tratta infatti di una pianta dal portamento maestoso, dotata di vistose inforescenze che, unita ad altre bulbose, si presta benissimo anche alla creazione di deliziose macchie di colore. Vediamone le carattersitiche e le necessità colturali:

L’eremoro (Eremurus), noto anche con il nome comune di candela del deserto, è un genere di pianta bulbosa appartenente alla Famiglia botanica delle Liliaceae; produce fiori molto piccoli, di colore rosso, rosa, arancione, giallo o cremisi, che crescono riuniti in una grande infiorescenze a forma di spiga appuntita e presenta foglie verde chiaro. Nel suo complesso la pianta è piuttosto grande e può raggiungere anche dimensioni ragguardevoli: la sua altezza può variare da uno a due metri e i fiori possono raggiungere i 60 cm di lunghezza. I fiori, privi di profumazione, fanno la propria comparsa in estate.

Il genere eremoro conta una trentina di specie, fra le più diffuse troviamo:

  • Eremurus bungei;
  • Eremurus himalaicus;
  • Eremurus robustus;
  • Eremurus stenophyllus;
  • Eremurus cleopatra;
  • Eremurus fuscus;
  • Eremurus comosus;
  • Eremurus hybrida.

Anemone blanda

anemone blanda

L’anemone blanda è una pianta appartenente al genere anemone della famiglia delle Ranunculaceae; rientra, come anemone nemorosa e anemone apennina, nel gruppo delle cosiddette anemoni a fiore di margherita ed è quindi una bulbosa che fiorisce tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera ricoprendosi per alcune settimane di numerosissimi fiori di colore bianco, rosa, lilla o blu, con centro giallo; presenta foglie sono di colore verde scuro, profondamente lobate. Le anemoni blande hanno portamento tappezzante, e crescono circa 15-20 cm in altezza e 7-10 cm in larghezza.

Quanto alle cure colturali, gli anemoni crescono bene in tutte le condizioni di luce, ma, pur non temendo il freddo, preferiscono le posizioni soleggiate o semiombreggiate; non necessitano di grandi quantità d’acqua e sopportano senza problemi brevi periodi di siccità, anche se nel periodo vegetativo è bene annaffiarli con regolarità, soprattutto durante la fioritura. Il terreno ideale deve essere profondo, ben drenato e ricco di materia organica; in primavera è possibile aggiungervi del concime specifico per bulbose.

Piante carnivore, Drosera intermedia

drosera intermedia

La Drosera intermedia è una pianta carnivora appartenente, come la dionea muscipula, il drosophyllum lusitanicum e la drosera capensis dei quali vi abbiamo già parlato, al genere Drosera della famiglia delle Droseraceae; si tratta di una pianta erbacea perenne diffusa in Europa, Nord e Sud America America. Può raggiungere un’altezza di 10 cm e presenta foglie disposte a rosetta ricoperte all’estremità di ghiandole mucillaginose che secernono una sostanza zuccherina atta ad attirare gli insetti che vi rimangono invischiati e vengono digeriti una volta morti.

Nelle zone temperate la drosera intermedia va in riposo vegetativo e durante questo periodo forma una sorta di gemma compatta chiamata hibernaculum grazie alla cui formazione riesce a passare indenne l’inverno; quindi la pianta  si “risveglia” in primavera e continua a svilupparsi fino a formare, da giugno fino a settembre, fiori bianchi raccolti in gruppi, alti fino a 15 cm.

Brocchinia reducta, unica carnivora del suo genere

Brocchinia_reducta

La Brocchinia reducta è una specie di pianta del genere Brocchinia appartenente alla famiglia delle Bromeliacaee; come tutte le altre Bromeliacaee le sue foglie sovrapposte formano delle urne capaci di raccogliere l’acqua piovana, ma a differenza di quasi tutte le altre piante del suo genere, fatta eccezione per la Brocchinia hectiodes, è una carnivora. Sono proprio le foglie disposte a rosetta intorno all’urna centrale che, ricoperte da piccole squame lisce, riflettono i raggi ultravioletti attirando gli insetti.

A fungere da esca per le malcapitate prede però è anche l’acqua raccolta all’interno di questa che emette un odore dolciastro; proprio nell’acqua gli insetti finiscono per annegare dopo essere scivolati in fondo alla foglia, trascinati dal suo rivestimento liscio e ceroso.

In realtà l’inclusione della brocchinia reducta nel novero delle piante carnivore è stata a lungo controversa; questo fino al 2005 quando è stato dimostrato che la pianta produce effettivamente un enzima, la fosfatasi, in grado di digerire gli insetti rimasti intrappolati.

Piante carnivore, Heliamphora

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Heliamphora è un genere di pianta carnivora appartenente alla famiglia Sarraceniaceae originario di Brasile e Venezuela. Attualmente ne sono state scoperte e descritte circa sedici specie caratterizzate da foglie piuttosto singolari; queste infatti appaiono fuse e formano una sorta di anfora completamente piena di acqua, da cui la pianta prende il nome (dal greco helos, palude, e amphoreus, anfora). Le dimensioni delle foglie variano da pochi centimetri (è il caso delle specie di Heliamphora minor ed Heliamphora pulcher) al metro o poco più (Heliamphora ionasii).

Proprio le foglie vengono utilizzate dalla pianta per intrappolare e digerire gli insetti grazie alla presenza al loro interno di batteri simbionti. Infatti, a differenza delle altre piante insettivore finora descritte, le Heliamphora non producono enzimi digestivi, fatta eccezione per la specie denominata Heliamphora tatei. Inoltre al contrario di quanto accade nelle altre piante ad ascidio, le Heliamphora non sono dotate di opercoli che chiudono le trappole ma presentano all’apice della foglia delle strutture che secernono una sostanza dolciastra che attira le prede le quali, una volta cadute in trappola, vengono trascinate all’interno dell’ascidio dalla folta peluria che ne ricopre le pareti interne.

Cephalotus follicularis

Cephalotus_follicularis

Il Cephalotus follicularis è una pianta carnivora; unico rappresentate della  famiglia delle Cephalotaceae cresce spontaneo solo nel sud-ovest dell’Australia. Presenta foglie laminari carnose, di colore verde, talvolta con sfumature rosso/violacee; le sue vistose trappole sono ascidi bombati percorsi in senso longitudinale da due costole pelose e sormontati da un coperchio la cui colorazione varia in base all’esposizione della pianta al sole e va dal verde brillante al rosso acceso.

La pianta si sviluppa in larghezza (non supera quasi mai i 5 centimetri di altezza) e appare come una sorta di cuscino fatto di foglie e ascidi profumati; dopo il periodo di riposo invernale la pianta si risveglia all’inizio di Marzo, mentre per la formazione di nuovi ascidi bisogna aspettare il mese di Aprile, quindi cresce e si sviluppa fino all’inizio dell’autunno. Nei mesi di Luglio-Agosto faranno invece la propria comparsa i fiori.

Drosophyllum lusitanicum

Drosophyllum

Drosophyllum è un genere di piante carnivore appartenente, come la Dionea, alla famiglia delle Droseraceae; il genere conta una sola specie vivente, la Drosophyllum lusitanicum, presente in alcune regioni del Portogallo, Spagna e Marocco. Questa pianta presenta foglie lunghe 20-40 cm che si dipartono da una rosetta centrale; analogamente alle piante insettivore del genere Pinguicula, anche le foglie di Drosophyllum lusitanicum sono dotate in superficie di ghiandole che secernono una sostanza appiccicosa raccolta in gocce piuttosto evidenti e utile alla cattura delle prede, mentre, a differenza delle specie di Drosera, queste non sono dotate di un movimento attivo per intrappolare i malcapitati insetti.

Le Drosophyllum producono dei piccoli fiori (5-7 per stelo) che sbocciano per due-tre volte durante il  periodo vegetativo e seccano dopo non più di un giorno; questi producono delle capsule che contengono ciascuna dai 5 ai 15 semi che possono essere piantati singolarmente per ottenere la moltiplicazione della pianta.

Pinguicula, ovvero l’erba unta

Pinguicula

La Pinguicula, nota anche con il nome comune di erba unta, è un genere di piante carnivore appartenente alla famiglia delle Lentibulariaceae; se ne contano 80 specie diffuse in Europa, Nord America, Asia settentrionale, America centrale e meridionale, la maggior parte delle quali sono perenni. Queste piante sono dotate di foglie di un bel colore verde brillante disposte a rosetta e ricoperte da una peluria appiccicosa utile per attirare, catturare e digerire non solo zanzare e moscerini, ma anche insetti di grandi dimensioni. A differenza di altre insettivore, come la Dionea, le Pinguicole hanno un aspetto del tutto innocuo e appaiono simili a comuni piante grasse.

In base alla zona climatica di origine le pinguicule possono essere suddivise in due gruppi:

Pinguicole tropicali

Alcune Pinguicole tropicali formano durante l’inverno rosette compatte, succulente e non-carnivore, mentre altre mantengono intatte le foglie carnivore per tutto l’anno.

Pinguicole temperate

Le Pinguicole temperate crescono spontaneamente anche nelle nostre Alpi (P. vulgaris e P. alpina); con l’arrivo dell’inverno le loro foglie si chiudono fino a formare delle piccole palline, dette ibernacoli, che servono a proteggere la pianta dal freddo fino all’arrivo della primavera quando alla schiusa delle foglie segue un’abbondante produzione di fiori.

Drosera capensis

drosera capensis

La Drosera capensis è una specie di pianta carnivora appartenente, come la Dionea, al genere Drosera; originaria del sud Africa, è una pianta robusta che raggiunge un’altezza di circa 30 centimetri. Possiede foglie lunghe e sottili che crescono a rosetta  e presentano nella parte terminale piccoli tentacoli appiccicosi di colore rosso; è proprio il colore dei tentacoli ad attrarre la preda che, una volta caduta in trappola, viene avvolta lentamente dalla foglia e digerita. Tuttavia, la foglia si srotlola in seguito al processo digestivo solo se la vittima è di piccole dimensioni, diversamente si seccherà  per essere sostituita da nuove foglie.

Si tratta di una pianta molto facile da coltivare in quanto, come molte altre carnivore, la drosera capensis necessita semplicemente di pochi centimetri di acqua piovana o distillata nel sottovaso e di un’esposizione soleggiata. Unico accorgimento necessario, oltre all’evitare accuratamente l’acqua del rubinetto, è il riposo invernale: la pianta può essere posta al riparo in un ambiente a temperatura compresa tra 5 e 10°C oppure tenuta all’aperto tutto l’inverno mantenendo umido il terreno.

Dionaea muscipula

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La Dionaea muscipula, nota anche con il curioso nome comune di venere acchiappamosche, è una pianta carnivora appartenente alla famiglia delle Droseracee; si tratta di una piccola pianta erbacea perenne (da adulta misura fra 10 e 15 centimetri), le cui foglie, che appaiono simili a una bocca piena di denti aguzzi, sono disposte a rosetta attorno ad un punto centrale.

Queste appaiono rivolte verso il basso durante l’inverno, mentre in estate si ergono verso l’alto assumendo colorazioni vivaci nelle sfumature del rosso; tra maggio e giugno al centro della rosetta fa la propria comparsa uno stelo piuttosto lungo dotatao all’estremità di fiori bianchi a grappolo. All’interno della foglia sono disposti sei piccoli sensori, che se sfiorati la fanno chiudere di scatto rendendola una vera e propria trappola per i malcapitati insetti.

Darlingtonia californica

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La Darlingtonia californica è una pianta carnivora ed è l’unica specie appartenente al genere Darlingtonia; originaria del Nord America, fu scoperta nel 1841 dal botanico William D. Brackenridge sul monte Shasta. Rientra nel novero delle piante utilizzate a scopi medicinali note come fiori californiani ed è conosciuta anche con il nome comune di pianta cobra per il portamento della foglia e per la “lingua nettarifera” simile a quella di un serpente.

Si distingue per le foglie coniche, alte da pochi cm fino a oltre un metro, di colore verde smeraldo con una caratteristica terminazione simile a una cupola (l’opercolo) che lascia aperto solo un piccolo spiraglio inferiore; durante la primavera produce fiori isolati, di colore variabile da giallo verdastro a bruno rossastro.

Sono le ghiandole nettarifere situate all’interno dell’opercolo che attirano gli insetti i quali cadono nella micidiale trappola della darlingtonia quando, nel tentativo di riprendere il volo, urtano contro la cupola e cadono in fondo all’ascidio dove vengono digeriti dalla pianta grazie agli enzimi secreti dalle pareti interne.