Erbe aromatiche, il basilico

coltivazione basilico

Il basilico è una pianta originaria dell’Asia tropicale che si è diffusa in Europa attraverso il Medio Oriente; appartiene al genere Ocimum della famiglia delle Labiatae ed è una pianta annuale erbacea che può raggiungere 60 cm di altezza. E’ molto nota e utilizzata per le proprietà aromatiche delle foglie che si presentano di forma ovale lanceolate, provviste di picciolo, e hanno dimensioni variabili a seconda della specie; durante l’estate si ricopre di fiori  bianchi o rosei riuniti in spighe.

Tra le specie di basilico la più coltivata è l’Ocimum basilicum della quale esistono diverse varietà:

Ocimum basilicum varietà Cinnamon, originaria del Messico con i fiori di colore rosa;
Ocimum basilicum varietà Minimum, nota anche come basilico greco, dalle foglie molto piccole, verdi ed ovali.
Ocimum basilicum varietà Crispum, con grandi foglie dalla superficie increspata e dall’aroma intenso.

La lavanda, ideale per siepi e cespugli profumati

lavanda inglese

Sotto il nome di lavanda sono comprese una trentina di specie del genere lavandula, appartenente alla famiglia delle Laminaceae; si tratta di piante erbacee, originarie dei paesi del bacino mediterraneo, dotate di foglie color argento molto profumate che nei mesi più caldi producono moltissimi fiori violacei, rossi, bianchi o blu raccolti in spighe.

La lavanda è una pianta molto rustica, resistente sia al caldo che al freddo ed è quindi ideale per la coltivazione in giardino, dove viene utilizzata sia per la creazione di siepi che per quella di cespugli odorosi; volendo può essere coltivata in vaso purchè questo sia abbastanza capiente.

Varietà di lavanda più comuni:

Lavandula officinalis (o Lavandula spica)

Lavandula angustifolia, nota anche con il nome di lavanda inglese, è la specie maggiormente resistente al freddo;

Lavandula lanata;

Lavandula dentata.

Fiori simbolo d’amore, non possono mancare a San Valentino

fiori simbolo d'amore

La festa di San Valentino è stata istituita da Papa Gelasio I circa due secoli dopo la morte del Santo cui è dedicata, avvenuta nel 273 d.C., per ricordare il messaggio d’amore che questi cercò di diffondere con le proprie opere durante tutta la vita e, allo stesso tempo, scalzare l’allora ancora sentita celebrazione pagana delle Lupercalia (che veniva però festeggiata il 15 Febbraio). Tale ricorrenza è oggi arcinota come la festa degli innamorati e viene celebrata in gran parte del mondo occidentale, ma anche in estremo oriente, soprattutto attraverso lo scambio di doni.

Tradizionalmente a farla da padrone in questa occasione sono gli omaggi floreali, soprattutto i mazzi di rose rosse, fiori simbolo di amore e sensualità per anonomasia. In realtà però sono moltissimi i fiori portatori del medesimo significato, o di significati analoghi, ideali per fare un dono gradito alla propria amata (o al proprio amato perchè no?) distinguendosi con un tocco di originalità.

Preparare il giardino alla fioritura primaverile, cosa fare a febbraio

fiori di febbraio

Nonostante l’inverno sia ben lungi dal volgere al termine, per i giardinieri, che siano provetti o “in erba”, febbraio è il momento giusto per cominciare ad occuparsi delle piante e prepararle a dare il meglio di sè in primavera; in altre parole, possiamo già cominciare ad occuparci della cosiddetta progettazione del giardino, così come della terrazza e del balcone.

Per prima cosa, assicuriamoci di essere in possesso di tutto ciò di cui avremo bisogno nelle prossime settimane: vasi, sottovasi, terriccio, fertilizzante, argilla espansa e attrezzi. Quindi puliamo ciò di cui disponiamo già e procuriamoci quel che ci manca.

Vediamo adesso quali lavori ci attendono:

Piante grasse, la copiapoa

Copiapoa atacamensis

Le copiapoa sono un gruppo di cactaceae originarie delle zone desertiche dell’America del sud; devono il proprio nome alla città di Copiapò (nel Cile), dove vennero rinvenuti i primi esemplari. Si tratta di una succulenta molto longeva che si presenta singola e di forma arrotondata “da giovane” e tende a formare gruppi e diventare colonnare con il passare del tempo (comunque non prima dei 10-15 anni di vita).  Il colore delle copiapoa varia a seconda della specie, dal marrone-grigiastro al verde-blu, molte specie producono fiori molto grandi e vistosi, di solito gialli e alcune sono ricoperte da una patina pruinosa.

Fra le specie più belle troviamo:

  • Copiapoa cinerea (spine nere e fiori gialli);
  • Copiapoa solaris (in via di estinzione);
  • Copiapoa krainziana (ricoperta da spine bianche morbide e arruffate);
  • Copiapoa laui (ua specie nana molto piccola che non presenta spine);
  • Copiapoa humilis (produce dei bei fiori gialli, seppure rara in natura è la specie più coltivata).

Quando potare le rose

quando potare le rose

La potatura è un’operazione molto delicata della quale alcune piante necessitano per poter crescere sane e rigogliose; da un lato infatti questo intervento colturale serve a ridurre la grandezza della pianta e a conferirle un aspetto più ordinato, dall’altro a stimolare la crescita dei nuovi rami e, nel caso delle piante fiorite, la fioritura stessa. Tuttavia, quando si potano le piante è fondamentale procedere con metodo, poichè una potatura sbagliata può rovinare irreparabilmente una qualsiasi pianta nel giro di pochi anni; per ciascuna di esse occorre infatti conoscere come minimo il periodo in cui bisogna intervenire e le modalità più adeguate secondo le quali praticare il taglio.

Nel caso delle rose, il periodo più indicato per la potatura è proprio il mese di Febbraio. Possiamo quindi già dotarci, se non le abbiamo già, di un bel paio di forbici da potatura ben affilate; sappiate infatti che l’utilizzo di buona una cesoia da giardino riduce al minimo il rischio di danneggiare la pianta, permettendoci allo stesso tempo di risparmiare tempo e fatica. E’ fondamentale inoltre che le forbici vengano ben pulite dopo ogni utilizzo per evitare il diffodersi di eventuali malattie da una pianta all’altra.

Le bocche di leone, è ora di piantarle

bocche di leone

La bocca di leone (Anthirrinum) è una pianta erbacea perenne, coltivata però come annuale, appartenente alla Famiglia delle Scrophulariaceae ed originaria dei paesi del bacino Mediterraneo. Si tratta di una pianta piuttosto rustica e facile da coltivare che si distingue senza dubbio per la forma dei fiori, cui deve il nome, che si presentano parzialmente tubolari, semiaperti all’estemità da due labelli che, una volta aperti premendo il fiore ai lati, ricordano la bocca di un animale. I fiori sono in genere di colore giallo, rosso e rosa, ma esistono anche varietà bicolori e screziate. Terminata la fioritura, la pianta si ricopre di capsule legnosi che contengono numerosi semi fertili; questi ultimi possono essere utilizzati per la semina in cassone o in vaso già a Gennaio.

Se decidiamo di seminare le bocche di leone in vaso, occorre che questo sia posto al riparo in un ambiente poco luminoso e caldo per alcune settimane. La comparsa dei primi germogli sarà più veloce se copriremo la terra con un sacchetto di plastica trasparente (ricordate però di scuoterlo spesso per evitare la condensa); una volta che questa è avvenuta, il vaso può essere trasportato in un luogo più luminoso.

Rampicanti sempreverdi, la clematide

clematis_armandii

Al genere Clematide (Clematis), della famiglia delle Ranunculaceae, appartengono circa 250 specie di piante erbacee o legnose, rampicanti a foglie decidue o sempreverdi, rustiche e non; sono caratterizzate da fusti sottili e fogliame di colore verde scuro, ricoperto da una sottile peluria, e da fiori molto grandi, semplici o doppi, nei toni del rosa, del blu e del viola. Mentre durante i mesi freddi gran parte delle specie perde il fogliame, la specie della quale vi parliamo oggi è una sempreverde, ideale per la creazione di siepi e la copertura di muri e inferriate, e resta fiorita per molta parte dell’anno; si tratta della Clematis armandii, nota anche con il nome di Clematide cinese.

Rampicanti sempreverdi, la clematide

Si tratta di una specie rustica che vive bene all’aperto in quasi tutte le regioni d’Europa, fatta eccezione per quelle in cui la temperatura scende sotto i dieci gradi; se l’inverno non è troppo rigido inoltre la clematide cinese inizia a fiorire già dal mese di febbraio, donando un primo tocco di colore ai giardini dormienti. Nonostante si tratti di una pianta piuttosto robusta, può essere coltivata anche in vaso a patto però che questo sia abbastanza capiente e di procedere al rinvaso ogni due anni.

L’orchidea vanda

orchidea vanda

Sotto il nome di orchidea vanda vanno circa sessanta specie di orchidee epifite originarie di Asia, Sri Lanka, Nuova Guinea e Australia.

In base alla forma delle foglie distinguiamo tre tipologie di orchidee vanda:

  • Vanda con foglie a nastro ( sono quelle che hanno maggiori capacità di adattamento alla coltivazione domestica quali, Vanda sanderiana, Vanda coerulea, Vanda Luzonica, Vanda merrillii, Vanda tricolor ecc.);
  • Vanda con foglie cilindriche (Vanda teres, Vanda hookeriana ecc.);
  • Vanda con foglie intermedie.

Tutte producono vistose infiorescenza a pannocchia di colore dal giallo al blu; la fioritura è presente tutto l’anno e dura svariate settimane.

Riguardo le cure colturali, le orchidee vanda amano le posizioni molto luminose ma non il sole diretto, anche se durante l’inverno l’esposizione al sole per qualche ora al giorno può essere utile a favorire la fioritura. In ogni caso si tratta di piante che temono molto il freddo e che vanno coltivate in appartamento ad una temperatura di 20-25° C e lontane da fonti di p. Solo in estate possono essere trasferite all’aperto.

Lamponi, sta per arrivare il momento di piantarli

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Il lampone appartiene al genere rubus della Famiglia botanica delle Rosaceae; si tratta di una pianta da frutto originaria di Europa continentale ed Asia minore che cresce spontanea nei sottoboschi ma viene coltivata a scopi commerciali in molte parti del mondo. La specie cui facciamo riferimento in particolare è il rubus idaeus, altrimenti noto con il nome comune di lampone europeo.

I lamponi, seppure abbiano un portamento cespuglioso, non necessitano di un vero e proprio orto per essere coltivati; per crescere bene si fanno bastare un ampio vaso o una bordura a patto però di ricevere le giuste cure colturali. I periodi più indicati per la messa a dimora sono l’autunno e l’inizio della primavera; le piantine poste a dimora in gruppi in bordure devono stare ad una distanza di almeno 70 cm l’una dall’altra. Le piante di lampone si prestano anche alla creazione di siepi, in questo caso è opportuno mettere le piantine a dimora a distanza di 40-60 cm.

La Nandina, bella in inverno e in primavera

nandina-domestica

La nandina domestica è un arbusto sempreverde di origini cinesi appartenente alla famiglia delle Berberidaceae; è una pianta piuttosto resistente e si presta alla coltivazione in giardino dove offre uno spettacolo imperdibile per gran parte dell’anno. La nandina raggiunge infatti un’altezza abbastanza elevata (fino a 2 metri di altezza) ed è dotata di un bel fogliame variegato che diventa particolarmente appariscente in autunno quando assume una colorazione rossastra che permane fino a primavera inoltrata. Durante l’inverno invece la nandina si ricopre di bacche rosse molto decorative che fanno bella mostra di sè fino alla comparsa di deliziosi piccoli fiori bianchi a primavera.

Quanto alle cure colturali, la nandina domestica gradisce esposizioni soleggiate o in penombra ma è comunque una pianta piuttosto resistente alle basse temperature anche per periodi di tempo piuttosto lunghi. Le irrigazioni si rendono invece necessarie solo per le giovani piante e per lo più esclusivamente durante i periodi più caldi dell’anno; le piante poste a dimora già da qualche anno invece possono accontentarsi dell’acqua piovana, a meno che non vi siano lunghi periodi di siccità. In ogni caso, le innaffiature devono essere moderate ed occorre attendere che il terreno si asciughi tra un intervento e l’altro.

Il nespolo del Giappone

nespolo giapponese

Il nespolo è decisamente l’albero della mia infanzia; nelle campagne assolate della mia terra è infatti comunissimo scorgere i nespoli ergersi, piuttosto timidi a dire il vero, fra i maestosi alberi di ulivo e i ben più allegri limoni e capitava piuttosto spesso, in primavera, che io e le mie sorelle ne mangiassimo i frutti appena tolti dagli alberi divertendoci poi a lanciare lontani i grossi semi bruni; comprenderete quindi come a questo semplice alberello siano legati alcuni dei miei ricordi più dolci (è proprio il caso di dirlo!) di bambina.

Anche per questo oggi ho scelto di parlarvene, tanto più che tra non molto (diciamo verso Marzo-Aprile) sarà possibile acquistarne gli esemplari già grandicelli presso vivai e garden center per procedere alla messa a dimora nel proprio giardino.

Fiori invernali, la Primula obconica

primula obconica

La primula obconica è un’erbacea perenne di origine asiatica appartenente alla famiglia delle primulaceae; a differenza della più nota primula vulgaris, fiorisce dall’inizio dell’autunno e fino a primavera inoltrata rallegrando gli appartamenti durante i mesi freddi. Possiamo quindi definirla a buon diritto il fiore invernale per eccellenza insieme al ciclamino.

Si tratta di una pianta di modeste dimensioni e difficilmente supera i trenta cm di altezza; presenta una rosetta basale, costituita da foglie tondeggianti di colore verde intenso, ricoperte da una sottile peluria (che può causare irritazioni cutanee!) fra le quali spicca un lungo stelo sottile (simile a quello del geranio) sul quale sorgono i fiori di solito nelle tonalità del rosa, rosso, lilla, viola.

Siepi fitte tutto l’anno con il Cotonastro

cotoneaster

Il Cotonastro (nome scientifico Cotoneaster) è un genere di piante originario di Cina e Himalaya appartentente alla famiglia botanica delle Rosaceae; conta circa cinquanta specie di arbusti a foglie caduche o sempreverdi e portamento eretto o prostrato: le prime sono adatte a formare siepi, le seconde come tappezzanti.

Oggi vi parliamo di una specie di cotonastro particolarmente indicata per la creazione di siepi che restano fitte tutto l’anno: il Cotonaster salicifolius, arbusto sempreverde e a portamento eretto caratterizzato da fogliame denso e scuro arricchito, durante i mesi invernali, da caratteristici frutti rossi cui segue, in estate, la comparsa di fiori a stella bianchi o rosa.

Quanto alle cure colturali, il cotonastro è una specie piuttosto resistente che può essere coltivata sia in pieno sole che in penombra. Tollera il freddo e gli sbalzi termici ma mal si adatta alla siccità, motivo per cui è opportuno mantenere il terreno sempre umido soprattutto durante i periodi più caldi dell’anno. Le innaffiature devono quindi essere costanti ma vanno effettuate avendo cura di non creare dannosi ristagni idrici; eventualità questa che può essere scongiurata mettendo a dimore il cotonastro in un terreno argilloso e ben drenato.