Lo sviluppo del manto erboso, il taglio dell’erba e gli agenti atmosferici impoveriscono progressivamente il terreno del proprio contenuto di sostanza organica ed elementi minerali; per questo motivo è necessario reintegrare queste componenti attraverso concimazioni periodiche. Tenuto conto che un concime completo è composto da macroelementi quali azoto, fosforo e potassio e da microelementi quali ferro, magnesio, boro e manganese, non esiste in realtà una miscela universale adatta a tutti i tipi di prato; la scelta del concime impiegato dipende infatti da fattori quali appunto il tipo di prato (rustico, ornamentale, sportivo) e delle specie impiegate per realizzarlo.
Marion
Tagliare l’erba del prato
Perchè il prato si mantenga inalterato nel tempo è necessario sottoporlo a cure periodiche. Più precisamente, la manutenzione del prato richiede due ordini di interventi: ordinari e straordinari. La manutenzione ordinaria del prato richiede operazioni quali taglio, irrigazione, concimazione e risemina, mentre rientrano nella manutenzione straordinaria operazioni quali diserbo, difesa fitosanitaria, sabbiatura, aerazione, rigenerazione e sostituzione di parte del manto erboso.
Oggi ci occuperemo di uno degli interventi ordinari più delicati, ovvero il taglio (o sfalcio) dell’erba.
Tagliare l’erba del prato è l’operazione che richiede maggior cura e attenzione; se l’erba viene sfalciata in malo modo questo può pregidicare la bellezza e la salute del manto erboso. Poichè serve sia a regolare la lunghezza delle foglie sia a indurre lo sviluppo vegetativo degli steli, il taglio, se fatto bene, permette di ottenere i seguenti risultati:
- sviluppo di nuovi germogli e radici;
- infittimento del manto;
- limitazione dello sviluppo di piante infestanti.
Il prato pronto in zolle
Per realizzare un prato si può ricorrere a due metodi: la semina e la posa di zolle erbose già pronte acquistate in vivai specializzati; quest’ultimo sistema, importato dagli Stati Uniti, si sta diffondendo rapidamente anche in Italia sia per la realizzazione di prati ornamentali, che per la realizzazione di prati sportivi. Questo perchè il prato in zolle è facilissimo da impiantare ed ha il pregio di garantire una copertura immediata, a differenza di quanto accade quando il prato è tradizionalmente ottenuto per semina; bastano infatti poche settimane perchè il manto erboso si stabilizzi.
Una volte acquistate le zolle di erba devono essere messe in posa nel più breve tempo possibile (al massimo 36 ore dopo); al momento dell’acquisto dovrete quindi avere già provveduto alla preparazione del terreno, che dovrà essere misto di terra e sabbia, umido e ricco di sostanza organica. Ciascuna zolla andrà stabilizzata esercitando una leggera pressione in modo da favorire l’adesione delle radici al terreno. Una volta terminata la posa dovrete procedere a una leggera rullatura e solo dopo colmare il distacco tra una zolla e l’altra con un miscuglio di sabbia e torba. Quindi ricordate di irrigare regolarmente nei dieci-quindici giorni successivi.
Erbacce, come eliminarle dal prato
Le piante infestanti, alle quali ci si riferisce comunemente con il nome di erbacce o malerbe, sono la croce di qualunque giardiniere principiante o provetto che sia; si tratta infatti di piante che non hanno alcuna funzione utile e che fanno la propria comparsa disturbando l’armonia di piante e manti erbosi alle quali sottraggono per altro sostanze nutritive.
Seppure non esista un elenco completo delle piante infestanti, queste possono essere suddivise in due gruppi principali:
- Dicotiledoni
- Monocotiledoni
Fanno parte del gruppo dei dicotiledoni piante perenni a foglia larga quali Bellis perennis, Ranunculus repens, Rumex acetosella, Plantago major, Veronica filiformis, Cirsium arvense ecc. Appartengono invece al gruppo dei monocotiledoni Graminaceae annuali e perenni quali Digitaria sanguinalis, Poa annua, Setaria glauca, Panicus crus-galli ecc.
Aiuola e bordura, la scelta delle piante
Sapevate che esiste una differenza tra aiuola e bordura? I due termini infatti vengono spesso usati come sinonimi, ma in realtà mentre l’aiuola rappresenta una striscia di terreno delimitata destinata alla coltivazione di piante e fiori, la bordura è invece costituita da un gruppo di piante che seguono un margine e segnano così un confine. Potremmo dire quindi che mentre l’aiuola ha una funzione meramente decorativa ed è destinata ad accogliere nella propria superficie piante di volta in volta diverse, la bordura funge in qualche modo da elemento architettonico ed ha quindi carattere permenente.
Aiuola e bordura, come scegliere le piante
Ne consegue che la scelta delle piante per il giardino dovrà essere fatta tenendo conto anche della loro destinazione: le piante da aiuola ad esempio sono in genere annuali, devono essere resistenti alle intemperie, oltre che molto belle e vistose e, naturalmente avere lo stesso periodo di fioritura (ad esempio Pelargonium, Fucsia, Tagetes a fiore piccolo, Petunia). Per le piante da bordura invece la scelta ricade in genere su piante perenni con una maggiore rusticità, oppure su arbusti compatti e persino succulente.
Progettare il giardino, le conifere nane
Se state progettando un giardino o siete alla ricerca di un modo per abbellire la vostra terrazza con piante e fiori, non potete assolutamente tralasciare l’aggiunta delle conifere nane; insieme al prato e alle tappezzanti infatti le conifere sono tra gli elementi più eleganti, versatili e funzionali di un giardino che si rispetti. Vediamo di conoscerle un po’ meglio e di capire come possiamo utilizzarle.
Le conifere nane sono piante di modeste dimensioni che si prestano a valorizzare angoli non troppo grandi del giardino; possono però essere coltivate anche in vaso e svolgere la medesima funzione in terrazza e in balcone. Quasi tutte sono rustiche e non hanno grandi necessità in fatto di terreno e cure colturali, adattandosi, a seconda della specie, alle condizioni climatiche più disparate; al gruppo delle conifere nane sempreverdi appartengono infatti sia specie adatte ai climi montani e temperati, che specie che tollerano il clima mediterraneo; nella scelta delle conifere occorrerà quindi tener conto della zona climatica in cui si trova lo spazio verde che le ospiterà.
Anche le conifere nane, analogamente a quanto già visto a proposito delle tappezzanti, possono essere impiegate per valorizzare zone impervie e difficilmente raggiungibili del giardino o ricoprire quelle in cui il prato stenta a crescere, oppure ancora per delimitarne lo spazio o suddividere il giardino, o la terrazza, in aree distinte.
Le piante tappezzanti, cosa sono a cosa servono
Con il nome di piante tappezzanti si indicano tutte quelle piante che crescono “in larghezza” piuttosto che in altezza e, proprio perchè sono molto basse, si prestano bene ad essere utilizzate come coprisuolo in giardino, sia per riempire spazi vuoti che per creare macchie di colore o stabilire una continuità tra specie vegetali di altezza diversa, come alberi e arbusti. Ma le funzioni svolte dalle piante tappezzanti non sono esclusivamente di natura ornamentale; queste infatti, grazie alla loro fitta rete di radici, attenuano i movimenti del suolo e lo proteggono dalla pioggia e dal vento.
Inoltre, dal momento che richiedono pochissime cure colturali, le tappezzanti sono ideali per la copertura di angoli di giardino poco praticabili (ad esempio perchè in pendenza) dove sarebbe difficile praticare interventi di irrigazione e manutenzione. Sempre per lo stesso motivo, possono essere impiegate al posto del prato per donare al giardino una pavimentazione verde, soffice e gradevole alla vista, soprattutto quando non si dispone di ampi spazi pianeggianti.
Migliorare il terreno, sostanza organica e fertilizzanti
Alcuni terreni si presentano già con tutte le caratteristiche necessarie al sano di sviluppo delle specie vegetali che dovranno ospitare, altri invece, e questo accade con maggiore frequenza, necessitano dell’aggiunta di alcuni elementi per svolgere al meglio la propria funzione quali sostanze organiche e fertilizzanti.
Le sostanze organiche
L’aggiunta di sostanza organica migliora la capacità di assorbimento del terreno e, una volta trasformatasi in humus, lo rende più fertile e soffice. Ma cosa si intende esattamente per sostanza organica? La sostanza organica è costituita dai resti di organismi animali o vegetali presenti naturalmente nel terreno, qualora questo non ne fosse sufficientemente provvisto è possibile aggiungere la sostanza organica sotto forma di prodotti derivati dal legno come segatura e corteccia decomposta, torba e residui di coltivazione del legno e del mais e compost. La sostanza organica va sparsa sulla superficie del terreno e quindi spinta a 2-5 cm di profondità
I fertilizzanti
Nella categoria dei fertilizzanti rientrano in realtà anche le sostanze organiche, delle quali vi abbiamo già detto; tecnicamente infatti le sostanze organiche rientrano nel gruppo dei cosiddetti ammendanti, utili a migliorare la struttura e/o tessitura del terreno. Ciò premesso, i fertilizzanti possono essere suddivisi in tre categorie:
- Ammendanti;
- Concimi;
- Correttivi.
Terra da giardino, come riconoscere il terreno ideale
Appena ieri vi abbiamo parlato di quanto sia importante un buon terreno per lo sviluppo rigoglioso della vegetazione in giardino; quindi abbiamo visto quali sono le principali componenti che lo costituiscono e il loro ruolo nello sviluppo e nel mantenimento della pianta. A questo punto vi starete chiedendo come si fa a riconoscere il tipo di terreno di cui disponiamo e a valutare se è adatto alle esigenze delle piante che abbiamo scelto per il nostro angolo verde o necessiti piuttosto di interventi finalizzati a renderlo tale.
Fermo restando che per stabilire con esattezza le caratteristiche fisiche e chimiche di un terreno è possibile rivolgersi ad imprese specializzate, alcune di queste sono stimabili ad occhio nudo anche da un giardiniere inesperto: se il substrato di cui disponiamo appare di colore biancastro, ad esempio, ciò indica che ci troviamo in presenza di un terreno calcareo, mentre se il suo colore è rossiccio si tratta di un terreno argilloso. Il terreno nero è invece ricco di materia organica, mentre il terreno grigio è tipicamente un terreno argilloso che presenta ristagni d’acqua.
Progettare un giardino, la composizione del terreno
Perchè le nostre piante crescano rigogliose è di fondamentale importanza conoscere le caratteristiche del terreno che dovrà ospitarle; questo infatti oltre a svolgere per loro una funzione di sostegno, ne rappresenta la principale fonte di nutrimento in virtù del suo contenuto di acqua, aria e sostanze minerali.
Più precisamente, sono le caratteristiche dello strato superiore del suolo (fino a un metro e mezzo di profondità) che devono interessare il giardiniere, mentre la parte più profonda ha scarsa o nulla importanza per la buona riuscita del giardino.
Vediamo quindi quali sono le principali componenti del terreno e il ruolo svolto da ciascuno nel mantenimento della vitalità della pianta:
Progettare un giardino, come scegliere le piante in base al clima
Progettare e realizzare un giardino e quindi averne cura, può offrire molte soddisfazioni quali che siano gli spazi dei quali disponiamo; quando ci si impegna nella creazione di un piccolo angolo di paradiso infatti quel che più conta è la scelta sapiente delle piante e della loro collocazione spaziale, indispensabile per fare in modo che crescano bene e creino un insieme armonioso.
Per ottenere questo risultato è fondamentale avere una conoscenza almeno discreta di quelli che sono gli elementi dei quali normalmente un giardino si compone: alberi, arbusti, piante rampicanti, piante perenni e piante annuali, le tappezzanti, il manto erboso e le aiuole.
Quanto alla scelta della vegetazione, dovrete ad esempio tenere conto delle caratteristiche climatiche della zona in cui vivete quali temperatura, piovosità, venti e salinità; esistono infatti alcune piante rustiche che si adattano più facilmente a condizioni climatiche diverse e altre più sensibili che sopravvivono bene solo in ambienti dotati di precise caratteristiche.
Fiori da piantare a febbraio, centaurea
Il genere Centaurea (Asteraceae) comprende circa cinquecento specie di piante erbacee e annuali, coltivate a scopi sia ornamentali che medicamentosi, la più nota delle quali è forse il fiordaliso (centaurea cyanus). Come in tutte le Asteraceae i fiori delle centauree sono capolini avvolti da brattee, in questo caso disposte su più file e di colori che vanno dal rosa, all’azzurro, al porpora e al violetto; la fioritura inizia intorno a metà maggio e si protrae fino ad estate inoltrata. Le foglie sono alterne, di colore verde brillante o grigio-argento talvolta ricoperte da una peluria biancastra.
Si tratta in genere di piante piuttosto resistenti e di facile manutenzione adatte sia alla coltivazione in aiuole e bordure che in vaso. Quanto alle cure colturali, la centaurea non ha particolari necessità in fatto di terreno e cresce bene con del semplice terriccio universale, a patto però che il substrato sia ben drenato. Pur non temendo il freddo, queste piante amano molto le esposizioni soleggiate e necessitano di innaffiature abbondanti, anche se tra un intervento e l’altro è opportuno attendere che il terreno si asciughi. Alle concimazioni si procede ogni 20-25 giorni aggiungendo all’acqua delle innaffiature del concime per piante da fiore.
Fiori da piantare a Febbraio, il garofano indiano
Sotto il nome di tagete vanno circa 50 specie di piante fiorite, annuali o perenni, appartenenti alla vastissima famiglia botanica delle Asteraceae; noto anche con il nome comune di garofano indiano, il tagete è tra i fiori più diffusi in assoluto, sia per la coltivazione in vaso che per quella in aiuole e bordure, grazie alla sua facilità di coltivazione e alle calde tonalità dei suoi fiori che vanno dal giallo al rosso scuro e permettono di creare, in associazione con altre annuali, splendide macchie di colore.
I fiori fanno la propria comparsa in tarda primavera (verso Maggio-Giugno) e rimangono a far bella mostra di sè fino ad autunno inoltrato; si tratta capolini a petali doppi o singoli che ricordano i garofani o le margherite e crescono solitari su fusti lunghi e sottili adornati da foglie verde scuro, frastagliate che emanano un odore a dire il vero non troppo gradevole (caratteristica a cui il tagete deve il nome comune di “puzzola“). La pianta ha portamento cespuglioso e può raggiungere un’altezza compresa fra i 25 e gli 80 cm.
Fiori da piantare a Febbraio, le petunie
Al genere petunia appartengono circa 40 specie di piante erbacee annuali o perenni originarie dell’America meridionale; la bellezza dei loro fiori e la mestosità del loro portamento rende le petunie ideali per la coltivazione in vasi e in fioriere posti ad abbellire con classe non solo piccoli giardini, ma anche balconi e terrazze. I fiori di colore rosa, bianco, viola, fucsia, anche bicolori, sono a corolla tubolare e crescono singolarmente su peduncoli da fusti lunghi e sottili che possono avere anche portamento ricadente; fanno la propria comparsa a metà primavera e rimangono a far bella mostra di sè fino all’autunno inoltrato.
Quanto alle cure colturali, le petunie amano le esposizioni luminose, soleggiate per almeno sei ore al giorno, e al riparo dal vento. Le innaffiature devono praticate regolarmente ogni due-tre giorni e vanno intensificate durante i mesi più caldi; le petunie infatti sono piante piuttosto resistenti alla siccità, ma i fiori tendono ad appassirsi piuttosto facilmente in caso di mancanze prolungate di acqua. Vale però sempre il consiglio di evitare ristagni idrici che causerebbero immancabilmente marciumi radicali esponendo la pianta allo sviluppo di malattie fungine.