Azalee e Rododendri

rododendro

Rododendri e azalee sono piante arbustive appartenenti al genere Rhododendron della famiglia delle Ericaceae; il nome del genere deriva dal greco rhodon=rosa e dendron=albero e letteralmente significa albero dai fiori rosa. A partire dalle osservazioni condotte da Carlo Linneo nel ‘700 azalee e rododendri furono considerati due generi di piante completamente diversi però, man mano che le specie conosciute si fecero più numerose, nell’800 finirono per essere riconosciute come un unico genere, il rhododendron appunto.

Ne consegue che il nome di azalea non avrebbe più motivo di essere usato, se non come denominazione comune del rododendro. In realtà però la distinzione tra rododendri e azalee viene ancora ampiamente tenuta in considerazione, anche dai giardinieri professionisti. Nei post a seguire, in cui vi parleremo delle caratteristiche botaniche di queste arbustive e vi sveleremo i segreti per coltivarle al meglio, terremo quindi presente questa distinzione.

Come seminare le viole

seminare le viole

Vi abbiamo già parlato delle diverse specie e varietà di viole, delle cure colturali di cui necessitano e di come difenderle dalle malattie e dall’attacco di parassiti; oggi vedremo come seminare le violette selvatiche coltivate. La moltiplicazione per seme è solo una delle tante tecniche di moltiplicazione cui possiamo ricorrere per ottenere nuove piantine da quelle che già possediamo, torneremo quindi in seguito sull’argomento per indicarvi l’utilizzo di tecniche alternative.

Se decidete di seminare le violette selvatiche sappiate che questa tecnica di propagazione comporta almeno due inconvenienti: è molto lenta e può dare luogo alla germinazione di  piante molto diverse dalla pianta madre come risultato del contatto con pollini di altre specie. Mentre per la lentezza c’è poco da fare, per evitare la germinazione di ibridi non desiderati è opportuno tenere le piante utilizzate per la produzione dei semi lontane dalle altre. In ogni caso la moltiplicazione per seme è indicata per recuperare le piante affette da virosi (che non si trasmettono attraverso il seme) e per ottenere nuove varietà.

Viole, malattie e avversità

violette malattie

Violette selvatiche coltivate

Le violette selvatiche coltivate sono piante piuttosto resistenti e quindi poco soggette a malattie e all’attacco di parassiti, tuttavia non ne sono immuni e vanno quindi protette da queste spiacevoli evenienze adottando qualche precauzione quale concimare con fertilizzanti poveri di azoto ed evitare ristagni idrici nel terreno.

Ciò premesso i nemici più comuni delle violette selvatiche sono gli afidi, gli acari e gli agrizomi, piccole larve che scavano delle vere e proprie gallerie nelle foglie causando un danno estetico notevole all’intera pianta; queste ultime possono essere eliminate usando insetticidi in grado di penetrare profondamente nei tessuti vegetali (i cosiddetti insetticidi translaminari).

Le violette possono venire colpite anche da malattie fungine quali maculature sulle foglie causate da Peronospora violae, ruggine e mal bianco. In questo caso il trattamento dovrà essere a base di funghicidi ad ampio spettro e di composti a base di zolfo. In entrambi i casi però prima di procedere all’applicazione di questi prodotti sull’intera pianta assicuratevi che questa possa tollerarli testandoli su una piccola porzione di essa; solo una volta superato il test procedete alla somministrazione vera e propria. Quanto invece ai composti di zolfo, somministrateli esclusivamente nelle ore più fresche della giornata per evitare che si brucino le foglie.

Viole, messa a dimora e cure colturali

violette orticole

Dopo avervi dato indicazioni circa le diverse specie e varietà di viole, il terreno e l’esposizione ideale per la loro coltivazione, oggi vedremo come metterle a dimora e di quali cure colturali necessitano.

La messa a dimora

Violette selvatiche coltivate

Il momento ideale per la messa a dimora delle violette selvatiche è l’autunno o la primavera. Preparate un substrato soffice, scavate una buca e inseritevi la pianta; quindi ricompattate la terra senza affondare troppo le radici nel terreno; per essere sicuri che le piantine attecchiscano mantenete il terreno costantemente umido. La distanza tra una pianta e l’altra deve essere di circa 25-30 centimetri. I primi mesi dopo la messa a dimora abbiate cura di estirpare le infestanti sul nascere.

Viole orticole

Le viole orticole vanno messe a dimora a settembre-ottobre; praticate sul terreno buche profonde almeno 15-20 centimetri a una distanza di 25-30 centimetri le une dalle altre; sistematevi le piante e aggiungete concime organico maturo.

Viole, terreno ed esposizione

viole terreno ideale

Dopo avervi parlato delle diverse specie e varietà di viole, torniamo sull’argomento per illustrarvi le modalità di impianto e manutenzione più indicate per questi deliziosi fiori. Mentre oggi vedremo  il terreno e l’esposizione più idonei alla loro buona riuscita, domani vi daremo indicazioni su come metterle a dimora e sulle cure colturali di cui necessitano. In particolare faremo riferimento alla violette selvatiche coltivate e alle viole orticole.

Il terreno

Violette selvatiche coltivate

In linea di massima le violette selvatiche coltivate preferiscono terreni fertili, ben drenati e con un ph non superiore a 7; alcune specie però tollerano bene anche terreni leggermente calcarei, altre gradiscono terreni sabbiosi e altre ancora prediligono terreni torbosi non troppo drenati. Per non sbagliare potete coltivarle in una miscela composta da tre parti di terra da giardino, due parti di letame maturo, una parte di foglie di faggio sminuzzate e una parte di sabbia.

Coltivare l’uva spina

uva spina coltivazione

L’uva spina (Ribes grossularia) appartiene al genere Ribes della Famiglia delle Sassifragaceae. E’ un arbusto che può avere dimensioni variabili e raggiungere altezze comprese fra 0,6o centimetri e 2 metri. Lungo i rami spinosi fanno la propria comparsa i frutti, grosse bacche sferiche od oblunghe, più simili a chicchi d’uva che a ribes, di colore verde pallido, giallo, rosa, rosso o violetto, caratterizzati da una buccia talmente sottile da lasciare intravedere i semi e le fibre della polpa. Il periodo di raccolta è quello intorno a Giugno-Luglio.

Cure colturali

L’uva spina è una pianta piuttosto robusta che non ha grandi necessità colturali: si adatta bene a qualunque terreno e non teme il freddo; predilige tuttavia le posizioni semiombreggiate poichè risente negativamente dell’eccessiva calura. Le innaffiature possono essere effettuate nel periodo di ingrossamento dei frutti e devono essere moderate per evitare ristagni idrici mentre alla concimazione si procede in genere nella fase di impianto aggiungendo del letame al terreno.

Il periodo ideale per l’impianto è compreso fra novembre e marzo.

Ricino, la pianta

ricino coltivazione

Il ricino (Ricinus communis) è l’unica specie appartenente al genere Ricinus della famiglia delle Euphorbiaceae. Si tratta di una pianta erbacea perenne originaria dell’Africa tropicale che cresce un po’ ovunque nelle zone a clima temperato; molto nota per l’olio che si ricava dai suoi semi è in realtà una bella pianta ornamentale dal portamento maestoso: può crescere infatti fino a due metri di altezza ed è dotata di foglie digitate di colore rosso porpora o verde scuro. In estate si ricopre di vistosi fiori raggruppati in grappoli mentre tra agosto e settembre produce grossi frutti spinosi di colore rosso.

Quanto alle cure colturali, il ricino predilige le esposizioni soleggiate ma cresce bene anche in penombra; ama inoltre i terreni ricchi di materia organica e ben drenati. Le innaffiature devono essere moderate: durante la bella stagione si può intervenire ogni dieci-quindici giorni mentre durante l’autunno le bagnature devono essere diradate per essere sospese del tutto durante i mesi più freddi dell’anno. In primavera occorre invece intervenire con un concime organico.

Spirea, varietà per tutte le stagioni

spirea

Il genere Spirea appartiene alla famiglia delle Rosaceae e comprende alcuni arbusti decidui di dimensioni medie e portamento tondeggiante originari dell’Asia e dell’Europa; le specie sono suddivise in due grandi gruppi: le spiree bianche, a crescita rapida, che fioriscono in primavera e possono raggiungere i 2-3 metri di altezza e le spiree rosa, a crescita più lenta, che producono fiori di colore rosa intenso in estate ed in autunno. Si tratta in ogni caso di arbusti abbastanza facili da coltivare che possono essere utilizzati anche per la creazione di siepi multicolore.

La Spirea: cure colturali

Le spiree prediligono le posizioni soleggiate, ma crescono abbastanza bene anche in penombra. Come accennato sono piante di facile coltivazione, questo anche grazie alla loro rusticità che le rende resistenti sia al gelo invernale che al caldo torrido.

Peperoncino, le varietà più piccanti

peperoncino piccante

Sapevate che esistono oltre 200 varietà di peperoncino? Tutte sono commestibili ma il loro grado di piccantezza, classificato in base a una scala che va da uno a dieci (scala di Scoville), varia in funzione del contenuto di una particolare sostanza, la capsacina. Tra i più piccanti in assoluto, adatti anche alla coltivazione a scopi ornamentali, abbiamo il diavolicchio, il firecracker, lo scotch bonnet yellow, il chile, il fiesta e il marble.

Vediamoli sinteticamente uno per uno:

Diavolicchio

L’italiano diavolicchio (o diavolino) viene coltivato nelle Marche e in Abruzzo. Quando raggiunge la piena maturazione diventa di un bel colore rosso vivo e viene fatto seccare raccolto in ghirlande.

Le Ossalidi (Oxalis)

ossalidi

Le Ossalidi (Oxalis) sono un genere di piante appartenenti alla famiglia botanica delle Oxalidaceae comunemente denominate trifogli. Seppure poco utilizzate, si prestano alla coltivazione in aiuole, bordure, vasi e giardini rocciosi tanto più che si tratta di piante piuttosto resistenti che danno un’abbondante fioritura anche se poco curate. L’unica precauzione che bisogna prendere se si decide di piantarne qualche esemplare nel proprio giardino è relativa alla scelta della varietà; alcune ossalidi infatti (è il caso della Oxalis articulata) sono molto invadenti e rischiano di fare perdere la pazienza anche al più mite dei giardinieri.

Vediamo dunque quali sono le varietà di ossalidi che si prestano maggiormente alla coltivazione a scopi ornamentali e le caratteristiche di ciascune di esse:

Come far cambiare colore alle ortensie

cambiare colore alle ortensie

Forse non tutti sanno che il colore dei fiori delle ortensie può cambiare in base al ph del terreno che ospita la pianta: nei terreni più acidi (con PH compreso fra 5,00 e 5,5) i fiori della gran parte delle varietà di ortensie sono blu, mentre in quelli con PH compreso fra 5,5 e 6,5 sono di colore malva o rosso magenta e in quelli più alcalini (con PH fra 6,5 e 7) sono di colore rosa.

Il colore delle piante può però variare anche in funzione dell’utilizzo di alcuni fertilizzanti o dell’aggiunta di sali minerali; ne consegue che possiamo noi stessi indurre queste variazioni aggiungendo al terreno le sostanze giuste. Vediamo come:

Dal rosa al blu

Se vogliamo cambiare il colore delle ortensie da rosa a blu ci basterà somministrare con l’acqua delle bagnature 125-200 grammi di zolfo bagnabile per metro quadrato. Allo stesso scopo è utile mischiare al terriccio una certa quantità di torba acida. In alternativa è possibile irrigare, nei mesi di marzo, aprile e maggio, con solfato di alluminio (1,5-3 grammi ogni litro di acqua), metodo, quest’ultimo, che permette di ottenere più velocemente il risultato voluto.

Per mantenere il terreno acido utilizzate fertilizzanti a basso contenuto di fosforo e ad elevato tenore di potassio e azoto.

Viole, specie e varietà (parte seconda)

viole coltivazione

Al gruppo delle viole orticole appartengono le viole del pensiero, le viole da bordura, le violette orticole e le violette in miniatura. Le viole orticole sono piante rustiche, perenni o biennali che possono rallegrare il giardino con i propri fiori per gran parte dell’anno a seconda delle varietà e delle zone climatiche.

Viole del pensiero (o pansè)

Le viole del pensiero sono piante annuali o biennali cespitose di dimensioni maggiori rispetto alle violette selvatiche (possono raggiungere i 20 cm di altezza e i 60 cm di larghezza); le varietà a portamento prostrato producono abbondanti fioriture e possono essere usate come tappezzanti anche data la loro resistenza alla pioggia. I fiori hanno corolle piatte e tonde che possono raggiungere i 10 cm di diametro; i petali, vellutati e parzialmente sovrapposti, possono essere mono o policromatici con la parte centrale (il cosiddetto occhio) o i bordi di colore diverso rispetto al resto. Le foglie inferiori sono cordate oppure ovate, mentre quelle superiori sono lanceolate.

Viole, specie e varietà (parte prima)

viole specie

Al genere Viola appartengono circa 400 specie di piante erbacee perenni (di solito coltivate come annuali o biennali) rustiche o semi-rustiche. Le diverse specie possono essere anche molto diverse fra loro per aspetto, portamento e dimensioni: si va infatti dai pochi centimetri di altezza delle specie prostrate spontanee ai 20-40 cm di alcune viole del pensiero; il portamento può essere appunto prostrato, eretto o cespitoso. Le foglie possono essere a cuore, ovate, sagittate, palmate e pinnate, mentre la grandezza dei fiori, le cui corolle possono essere mono o policromatiche o screziate, può variare da 1 a 10 centimetri.

Più precisamente, le viole possono essere suddivise in due grandi gruppi: violette selvatiche e violette orticole. Al primo gruppo appartengono le violette selvatiche propriamente dette e le violette selvatiche coltivate: le prime crescono spontaneamente e non sono adatte alla coltivazione “domestica” poichè molto esigenti in fatto di terreno, luce, umidità e temperatura, le seconde, più adattabili, possono essere ulteriormente distinte in violette selvatiche antiche e moderne, e violette selvatiche profumate.

Muscari, ovvero il pan del cucco

muscari-lampascione

Con il nome di Muscari si indica un genere appartenente alla Famiglia delle Liliaceae costituito da circa trenta specie, originarie dell’Asia e dei paesi del bacino mediterraneo, note anche con il nome comune di pan del cucco o cipollaccio. Fra queste la più comunemente utilizzata è la Muscari armeniacum con fiori tubolari azzurri con margine bianco molto profumati, mentre altre specie producono, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, pannocchie di fiori lilla, viola o bianchi.

I muscari si prestano bene sia alla coltivazione in aiuole, bordure e giardini rocciosi, sia alla coltivazione in vaso in balconi e terrazze. Quanto alle cure colturali, prediligono le posizioni soleggiate o in penombra, a patto però di godere di almeno alcune ore di sole; tuttavia si tratta di piante piuttosto resistenti anche al gelo che non necessitano di particolari protezioni. Le innaffiature devono essere regolari nel periodo vegetativo (che va all’incirca da febbraio a maggio-giugno) per garantire uno sviluppo più rigoglioso della pianta; in inverno possono invece essere sospese del tutto.