La stella di Natale ha bisogno di riposo

stelle di Natale in serra

Nel nostro clima la stella di Natale conosce una sola utilizzazione, ossia quella di servire come decorazione della casa durante le feste natalizie ed è considerata uno degli omaggi floreali più eleganti per il periodo che corre dal 25 dicembre a Capodanno, epoca in cui le grandi brattee d”Euphorbia pulcherrima si aprono in grandi stelle.

Nelle regioni meridionali e in Riviera, dove il clima è particolarmente mite, la poinsezia può vivere all’aperto e quindi può essere coltivata anche come decorazione del giardino e della terrazza. Tuttavia, è bene ricordare che le piante che vivono all’aperto difficilmente presentano un fogliame altrettanto bello di quello delle piante che vengono conservate in serra, particolare che diminuisce assai il potere decorativo della stella di Natale.

Coltivare la stella di Natale non è difficile, mentre è quasi impossibile ottenere l’apparizione invernale delle grandi brattee colorate se la pianta non può godere di una temperatura costante superiore ai 16° nel periodo ottobre-dicembre.

Fiori secchi, tecniche e composizioni

fiori secchi

La bella stagione è ormai alle spalle da un pezzo, nonostante qualche splendida giornata di sole autunnale, ed è quindi tempo di lasciare per un po’ il nostro amato giardino, per dedicare qualche ora in più all’arte della composizione floreale, in particolare a quella che richiede l’utilizzo di fiori secchi.

Eh si, perché se è vero che lo spettacolo offerto da colori e profumi dei fiori freschi è ineguagliabile, è anche vero che con i fiori secchi si possono creare delle composizioni particolamente decorative dalla bellezza unica.

Come detto, si tratta di una vera e propria arte, da imparare e coltivare, seguendo pochi e semplici consigli, per lasciar poi spazio alla fantasia ed alla creatività. E allora seguiteci in queste poche righe ed alla fine avrete tutte le nozioni necassarie per trasformarvi in breve tempo in grandi artisti nella composizione con fiori secchi.

Tisane depurative

tisane

Una vita viziosa condizionata da alcool, tabacco, eccitanti, magari vissuta in un ambiente inquinato, non è certo un buon presupposto per mantenersi sani.
Aver cura del proprio corpo significa disporsi anzitutto nelle condizioni ideali per opporsi ai piccoli malanni. Certamente una tisana depurativa non si presenta attraente come una tazzina di caffè, ma ne possono bastare poche tazze per liberare l’organismo da una parte dei veleni che lo intossicano.

Più volte abbiamo toccato l’argomento delle piante medicinali ed oggi voglio illustrarvi le proprietà benefiche “naturali” di altre due pianticelle :

Il Punteruolo Rosso fa strage di palme a Roma

palma_punteruolo_rosso

Ci siamo già occupati del Punteruolo Rosso – responsabile della morte di numerosissime palme in tutto il Pianeta – ed abbiamo anche proposto delle soluzioni (poche, ahimé) in caso di malattia conclamata  o proprio per prevenire l’attacco di questo fastidiosissimo coleottero proveniente dall’Asia. Perché dunque tornare sull’argomento?

Lo spunto ci è arrivato da un interessante articolo del Corriere della Sera, che riporta la preoccupazione dello storico degli alberi Antimo Palumbo riguardo alla situazione allarmante delle palme romane, attaccate da qualche settimana dal parassita e già gravemente danneggiate (in alcuni casi irrimediabilmente).

Piante medicinali: quelle meno conosciute

piante medicinali

Torniamo oggi a parlare delle piante medicinali, ricordandovi sempre che, questi “rimedi naturali” non vogliono e non sono in alcun modo da sostituire a ciò che vi prescrive il vostro medico e che quindi non dovrete mai abbandonare delle eventuali profilassi indicatevi dagli specialisti.

Di seguito troverete piccole pianticelle delle quali, forse, non tutti conoscono i benefici naturali; attenzione però, perchè, anche se con queste pianticelle si può aiutare l’organismo, se non utilizzate nella maniera corretta, potrebbero essere molto pericolose.

Gladiolo, il fior di spada

gladiolo

Tra i fiori che adornano i nostri giardini, il Gladiolo è certamente uno dei meno resistenti in termini di tempo, pur regalando alla vista un eccezionale spettacolo di colori ed eleganza. Appartiene alla famiglia delle Iridacee e deve il suo nome a Plinio, che notò la somiglianza delle foglie con la classica spada corta dei Romani, il Gladius.

In natura ne esistono più di 150 specie, molte delle quali sconosciute, mentre sono ben noti gli ibridi, coltivabili sia in vaso che in piena terra e particolarmente usati come fiori recisi.

La pianta del Gladiolo è caratterizzata da lunghe foglie appuntite e da fiori dei più disparati colori, riuniti in spighe semplici o doppie. Fiorisce da maggio ad ottobre, a seconda della varietà, regalando così un tocco di colore per gran parte dell’anno.

Le erbe aromatiche di Ottobre

erbe aromatiche

Le erbe e gli aromi che utilizziamo in cucina per le nostre pietanze provengono da vere e proprie piante dall’aspetto molto  particolare,  scopriamo insieme quelle che fioriscono in questo periodo.

IL CROCO
Dal bulbo di una particolare specie di Croco (Sativus) sbocciano dei fiori lillà e profumati, dai quali si ricava lo zafferano, una delle sostanze aromatiche e coloranti più note e diffuse in gastronomia. Lo zafferano si ricava dall’essiccamento degli stimmi rosso-arancio del croco suddetto, stimmi coperti della nota polvere.

Si coltiva con facilità, come le altre bulbose a fioritura autunnale, ossia interrandole verso la fine agosto, in terra soffice e un po’ sabbiosa, ben concimata. I bulbi dei crochi da cui si estrae lo zafferano si coltivano industrialmente soprattutto in Puglia e Calabria; per avere un etto di zafferano occorrono gli stimmi di ben 20.000 fiori; attualmente, gran parte dello zafferano posto in vendita è di origine sintetica.

Come dicevo prima, lo zafferano, serve a colorare risotti, dolci o altre vivande e trova impiego nei liquori o nella preparazione di vivande da conservare sott’olio.

Castagno, pianta preziosa

castagno

E’ difficile parlare dell’autunno senza nominare la castagna, frutto tipico della stagione e molto apprezzato nella dieta nostrana. Ma prima di arrivare a sbucciare le nostre caldarroste, cominciamo dalla descrizione della pianta, diffusa in tutta l’area mediterranea e nel sud dell’Inghilterra.

Il nome scientifico è Castanea sativa, appartenente alla famiglia delle Fagacee e comprendente diverse specie, tra le quali il Castagno europeo, il Castagno giapponese ed il Castagno americano.

Fino a qualche decennio fa la pianta del Castagno veniva considerata estremamente preziosa, poiché rappresentava una valida risorsa per l’alimentazione, fornendo al tempo stesso legna da ardere nel periodo invernale. Poi se ne scoprì l’uso commerciale, specie per le varietà più pregiate, vendute “a peso d’oro” dai produttori. Un buon aiuto, insomma, per l’economia delle zone montane e collinari, che poteva contare sulla stagione autunnale per risollevarsi e progredire.

Stella di Natale, in Messico è considerata quasi sacra!

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L’origine del nome scientifico delle euforbie è abbastanza oscura e si rifà, probabilmente, a una leggenda secondo cui lo scopritore dei principi benefici contenuti nel lattice che stilla dai tessuti di queste piante, è da attribuire ad Euforbio, medico di Giuba re dei Numidi.

Il nome della specie comune (Stella di Natale), si riferisce al periodo di fioritura della pianta che corrisponde, grosso modo, al periodo natalizio. l’Euphorbia pulcherrima è nota anche come Poinsettia pulcherrima, da cui deriva il nome comune di « poinsezia » con cui si usa designare la specie che verso Natale ci regala le sue stupende, vellutate brattee rosse, rosa, bianche e avorio.

Sino alla fine dell’Ottocento la poinsezia era pressoché ignota in Europa, mentre veniva già ampiamente usata in America e soprattutto in Messico dove la stella di Natale è considerata quasi sacra.

Melograno, pianta della fertilità

melograno

Se volete allietare la vista con una pianta colorata e decorativa, pur non volendo rinunciare all’esigenza di avere frutta fresca per la vostra tavola, puntate pure sulla coltivazione del Melograno.

Il nome scientifico è Punica, appartenente alla famiglia delle Punicacee e coltivata originariamente in Asia occidentale, per trovare poi ampia diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo. Comprende due sole specie, vale a dire la Punica granatum (il classico Melograno che finisce per arricchire le nostre tavole) e la Punica protopunica, oramai in via di estinzione.

In queste poche righe ci occuperemo per lo più della prima specie, illustrandone caratteristiche, cure e proprietà medicinali, nella speranza che le informazioni proposte vi siano utili per una buona coltivazione del Melograno.

Calathea, affascinanate come le penne di un pavone

Calathea

L’interesse decorativo di questa pianta è dato dalle caratteristiche foglie ovali che presentano sullaparte superiore della foglia bei dise­gni nelle sfumature del verde e del giallo, ai quali corrispondono sulla parte inferiore della foglia, con un bell’effetto di contrasto, disegni porpora: la forma e la distribuzione di que­sti disegni sulle foglie ricordano per qualche aspetto le penne del pavone. Le calathea sono piante subtropicali originarie del Sudamerica; hanno grande necessità di umidi­tà e di temperature elevate, ma ricompen­sano le cure attente che ricevono con una profusione di belle foglie colorate. Alcune calathea producono anche fiori graziosi. Talvolta le calathea vengono indicate col nome di “maranta“: un tempo, in effetti, molte specie di calathea erano classificate nel genere Maranta, cui sono molto simili.

Se la pianta ha riempi­to il vaso di radici, si rinvasa in marzo, alla ripresa vegetativa, in una buona terra gras­sa ricca di elementi nutritivi. La temperatu­ra non deve mai scendere sotto i 18 °C e la pianta deve essere collocata in un ambiente umido e all’ombra.

Per creare questa grande umidità si mette la pianta su un vassoio pieno di ghiaia ba­gnata e si spruzza acqua quotidianamente. Da aprile a settembre si annaffia abbondan­temente e si concima con un fertilizzante liquido ogni 2-3 settimane. In autunno ed in inverno si annaffia in misura sufficiente a mantenere umida la composta, ma non così abbondantemente come in estate. L’ombra e l’umidità atmosferica so­no vitali anche nei mesi freddi.

Il Criptanto

Cryptanthus

Diversamente da molte altre bromeliacee il cryptanthus nel suo ambiente naturale vive sul terreno e non sugli alberi. La maggior parte delle specie di questo genere è priva di fusti e le corte foglie lanceolate e arcuate formano una bella rosetta a livello del suo­lo; i fiori sono in genere insignificanti. Le specie sono in maggioranza originarie della giungla brasiliana; qualche volta è possibile trovare centinaia di queste piante, diverse per colore e disegno delle foglie, riunite a formare fitti tappeti sul suolo forestale. Sono piante molto adattabili e si possono coltivare in vaso, oppure anche sistemare in un giardino in bottiglia fissati a un pezzo di muschio o di corteccia.

Il nome latino, che significa ‘nascosto‘, è appropriato, poiché i fiori, insignificanti, color crema o biancoverdastro, che appaiono qua e là sulla pianta, sono nascosti in parte dalle foglie.

Coffea, la pianta del caffè (ma non solo)

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La Coffea, meglio conosciuta come pianta del caffè, appartiene alla famiglia delle Rubiacee ed è originaria delle zone tropicali dell’Africa. Si tratta di una pianta arbustiva o arborea, coltivabile sia in piena terra che in vaso, che può raggiungere un’incredibile altezza.

Generalmente viene coltivata nei Paesi a clima mite, ma non è raro trovare anche alle nostre latitudini degli spendidi esemplari di Coffea, usati per lo più a scopo ornamentale.

Questo genere di pianta, infatti, è particolarmente decorativo, per via delle grandi foglie ovali e seghettate che le donano un aspetto caratteristico. Per non parlare poi dei fiori bianchi raggruppati in grappoli, che lasciano via via il posto a delle meravigliose bacche rosse, contenenti due semi (i chicchi di caffè veri e propri).

La Dieffembachia, caratteristiche generali e tecniche colturali

dieffembachia

E’ una delle piante da interno più decorative ed esotiche e al tempo stesso abbastanza facile da coltivare, anche se richiede attenzione e cure. La grande varietà di forme della foglia, ha reso la dieffenbachia una pianta molto popolare coltivata sia in serra sia in casa, dove rappresenta un sicuro centro d’atten­zione. Può diventare, a seconda delle varietà, abbastanza grande; talvolta ha fusti forti, spessi e ramificati; altre volte è compatta con fusti eleganti e sottili.

Anche questa pianta va trattata con… i guanti, e non in senso metaforico: infatti la sua linfa contiene una sostanza irritante e pericolosa per le persone allergiche.

La specie di maggiore rilievo e più comunemente reperibile è la Dieffenbachia pietà o, come più correttamente è chiamata oggi, Dieffenbachia maculata, originaria delle zone tropicali del Brasile; possiede foglie ovali, leggermente lanceolate, di colore verde lucido macchiate di bianco avorio. Quando, molto raramente, fiorisce produce una infiorescenza a spadice.