Piante invernali: la Lachenalia

lachenalia virdiflora

Continua il nostro viaggio alla scoperta delle bulbose da piantare nel nostro giardino e da ammirare nel periodo più freddo dell’anno, quando generalmente la vista si rattrista per la mancanza di colore. Oggi ci dedicheremo alla descrizione della Lachenalia, pianta molto caratteristica, che regalerà un’esplosione di tinte alle nostre aiuole, aiutandoci a sopportare meglio la nostalgia della primavera.

Si tratta di una pianta della famiglia delle Hyacinthacee, proveniente dalla zona meridionale dell’Africa, e deve il nome ad un professore di botanica, tale Werner de Lachenal. In natura ne esistono un centinaio di specie, più numerosissimi ibridi, coltivati per lo più in Olanda, dove la Lachenalia ha larghissima diffusione.

Per una buona coltivazione della nostra pianticella, occorre interrare il bulbo (generalmente non più grande di 2 centimetri e mezzo) nella stagione estiva o all’inizio dell’autunno, per poter poi godere della splendida fioritura invernale. La collocazione ideale è quella in vaso, anche se non è poi così raro vedere bordure o aiuole ricoperte di Lachenalia, specie nelle zone dove gli inverni sono molto rigidi.

Semina all’aperto

semine

La semina può essere effettuata in due mo­di: all’aperto o in lettorino.

Oggi esamineremo quella all’aperto e, nel mio post di domani, troverete quella in lettorino.

La semina all’aperto.

Anzitutto, è indispensa­bile che il terreno non presenti la minima traccia di gelo, sia soffice e tiepido al tatto, tanto da poter essere lavorato con facilità.

Prima di seminare è necessario dissodare e livellare il terreno, ripulendolo da sassi, ra­dici, scorie, e annaffiarlo leggermente. Quin­di, se si vuole ottenere una piantagione in file parallele o a scacchiera, si tracciano pic­coli solchi e si depongono i semi nel fossetto così ottenuto. La semina può essere fatta anche in buchette oppure a spaglio, ossia lanciando la semente a manciate perché ri­cada al suolo spargendosi in modo regola­re.

In genere i semi dovrebbero essere ricoper­ti da un leggero strato di terra, ma esistono alcune eccezioni o particolari sistemi di in­terramento di cui abbiamo già parlato nell’articolo “Semi, caratteristiche generali e modo corretto per seminarli” di ieri.

Narciso, la bulbosa dai mille colori

narciso

Delle bulbose da piantare in autunno abbiamo già trattato diffusamente in capitoli precedenti, illustrandone caratteristiche generali e modalità di coltivazione. In questa sede ci occuperemo invece di una delle bulbose di maggior effetto scenografico, nella speranza che tra settembre ed ottobre vi siate ricordati di piantarla nel vostro giardino.

Parliamo del Narciso, una pianta che richiama alla mente antiche leggende, secondo le quali Narciso, appunto, era un fanciullo condannato ad amare la sua immagine, tanto da morire per la disperazione, lasciando al suo posto uno splendido fiore.

Ed in effetti, il fiore el Narciso (nome scientifico Narcissus, della famiglia della Armaryllidacee) non ha nulla da invidiare agli altri ospiti del nostro giardino, presentando delle fioriture diverse tra loro, ma ugualmente spettacolari per la vista.

Semi, caratteristiche generali e modo corretto per seminarli

semi

Oggi la moltiplicazione per seme è di uso sempre meno frequente per il diffondersi dei vivai specializzati e per la possibilità di acquistare singole piantine erbacee annuali o perenni in vasetti di torba, pronte ad essere interrate direttamente nelle aiuole o nelle cassette con risultati pressoché immediati e garantiti.

Tuttavia, non sempre si può (o si vuole) ricorrere all’acquisto delle piantine: in questo caso, e soprattutto per quanto riguarda l’orto, il sistema della semina è ancora il mezzo più valido di moltiplicazione; un mezzo abbastanza facile e sicuro purché si rispettino determinate norme.

Ogni tipo di seme ha caratteristiche precise, che esigono uno speciale trattamento prima e durante la semina.

Di seguito ho cercato di raggruppare i semi, secondo le loro caratteristiche, e per ciascun gruppo, ho indicato le norme fondamentali per una corretta seminagione:

semi carnosi

castagne, ghiande ecc: germogliano meglio se vengono posti a macerare nell’acqua per un giorno intero. La semina si deve effettuare non appena i frutti  maturano;

Corbezzolo, la pianta che rallegra l’autunno

corbezzolo

Nella stagione fredda il nostro amato giardino tende a spogliarsi dai magnifici colori, presentandoci uno spettacolo piuttosto triste. Ma non disperate, amici del giardinaggio, perché ci sono delle splendide piante che ragalano una fioritura autunnale o addirittura degli splendidi frutti da ammirare e gustare.

Prendiamo il Corbezzolo, ad esempio, spesso snobbato nei nostri giardini e ritenuto per lo più un albero spontaneo, capace invece di regalare una varietà di colori dalla fine dell’estate all’autunno inoltrato.

Il nome scientifico è Arbutus Unedo, della famiglia delle Ericacee, diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, dove trova la migliore collocazione per via del clima mite. Come detto, cresce per lo più allo stato spontaneo, ma non è poi così raro trovare delle magnifiche piante di Corbezzolo anche nei nostri giardini.

Piante “inventate” (seconda parte)

rapa bianca

Prima di darvi un’ultima dritta sulle piante inventate, tanto carine quanto poco costose, voglio aggiungere ancora una cosa in merito alla cura della Patata americana di cui abbiamo parlato nel post di ieri  “Piante inventate (prima parte) “

Con il passare dei giorni, sia perché la patata assorbe molta acqua, sia per la naturale evaporazione, è necessario continuare ad aggiungere acqua, affinchè il suo livello rimanga costante. Un bel giorno, dalla parte inferiore del tubero cominceranno a spuntare le radici, mentre la parte superiore della patata americana lascerà apparire le gemme che, in breve, si trasformeranno in rami e foglie.
La bella pianta ricadente durerà per vari mesi, sicuramente per tutto l’inverno, purché si abbia cura di sistemarla in buona luce, lontano da fonti di calore, evitando nel modo più assoluto di rinnovare completamente la acqua, ma limitandosi ad aggiungere di volta in volta  la quantità mancante.

Nepeta Cataria, la pianta amica dei gatti

nepeta cataria

Per chi possiede degli animali domestici, in special modo un gatto, non sempre è facile avere un bel giardino curato, a causa dell’eccessiva esuberanza del nostro amico a quattro zampe, che spesso si traduce in vera e propria devastazione del nostro angolo verde.

Come conciliare quindi il desiderio di avere un bel giardino fiorito con la voglia di possedere un amico felino? Semplice, basta piantare una Nepeta Cataria, una pianta estremamente amata dai gatti per alcuni effetti particolari che influiscono sulla loro psiche.

Si tratta di una pianta erbacea che cresce generalmente in terreni incolti, pur sopportando magnificamente la coltivazione domestica. Ha foglie ovali, opposte e dentate, di colore verde sulla pagina superiore e bianco in quella inferiore per via della peluria che le ricopre su tutta la superficie. I fiori sono bianchi o azzurri, riuniti in spighe terminali. Ma veniamo all’argomento che maggiormente ci interessa: perché è tanto amata dai nostri amici gatti?

Camomilla romana, proprietà terapeutiche

camomilla romana

Tra le numerose specie di Camomilla presenti in natura, vogliamo oggi soffermarci sulla varietà cosiddetta Romana, molto utilizzata dal punto di vista officinale. Cominciamo col dire che generalmente cresce allo stato spontaneo in terreni aridi e sassosi, ma proprio per le sue proprietà terapeutiche non è così difficile da trovare nei vivai o nella coltivazione domestica.

Ama i luoghi soleggiati e teme più di ogni altro nemico le correnti d’aria o i venti gelidi dell’inverno. A parte la collocazione, non richiede grandi attenzioni, se non un’annaffiatura moderata e costante nel periodo della fioritura, evitando i ristagni d’acqua che potrebbero comprometterne l’apparato radicale.

Di particolare importanza è invece la raccolta dei fiori, da effettuarsi nel periodo che va da luglio a settembre o comunque nel periodo più caldo dell’anno, quando l’umidità dell’aria è ridotta al minimo.

Bulbose, come coltivarle in un clima mite ed ultimi consigli

bulbose

Nelle regioni a clima mite, e in Riviera, se la stagione si presentasse particolarmente asciutta, si consiglia di annaffiare leggermente le piantagioni di bulbose, ogni quindici giorni, tanto da impedire al terreno di diventare troppo secco e compatto. È ovvio che per queste annaffiature sarà opportuno impiegare acqua non troppo fredda; meglio ancora se fosse possibile disporre, per questo scopo, di acqua piovana che, essendo priva di calcare, è particolarmente indicata per le specie bulbose.

Protea, il fiore a forma di carciofo

protea

Se siete appassionati di fiori dalle forme curiose e stravaganti, non potete non conoscere la Protea, pianta dalla straordinaria bellezza che regala uno spettacolo con pochi eguali in natura. Si, lo so, lo abbiamo detto per molte altre piante in precedenza, ma la Protea è realmente uno dei fiori che incarnano nel migliore dei modi l’ideale di eleganza, con le sue forme che variano a seconda della specie, somigliando ora ad un carciofo, ora ad una pigna.

Si tratta di una pianta arbustiva sempreverde, appartenente alla famiglia delle Proteacee e originaria dell’Africa e delle zone tropicali. E’ caratterizzata da fusti lunghi ed eretti, poco ramificati, che presentano foglie allungate da colore verde scuro.

La fioritura avviene in estate, quando sarà possibile ammirare la comparsa di infiorescenze riunite al centro, “abbracciate” da lunghe brattee colorate di bianco, rosa, arancio o rosso. I fiori come detto possono assumere le forme più disparate (vedi gallery in fondo all’articolo) e restano vivi per intere settimane.

Bulbose in giardino, come piantarle, a che distanza e a quale profondità

bulbose

Ci troviamo ancora nel nostro bel giardino, e, ci restano ancora pochi giorni, prima che inizino le gelate invernali, per preparare i nostri bulbi al riposo stagionale garantendogli una florida fioritura con la ripresa della bella stagione.

Ecco quindi ancora qualche suggerimento, in merito al tipo di terriccio da usare, ed alla distanza da mantenere tra un bulbo e un altro durante la piantagione, nei nostri giardini.

Lucky Bamboo, pianta portafortuna

lucky bamboo

Lucky Bamboo o bambù della fortuna è il nome che viene dato comunemente ai rami di Dracaena sanderiana, appartenente alla famiglia delle Agavacee e originaria di Africa  ed America.

E’ una pianta molto resistente che può raggiungere i 90 centimetri di altezza, assumendo forme originali e caratteristiche, ottenute intrecciando ad arte i fusti. Allo sommita dei fusti si presentano poi ciuffi di foglie dal colore verde brillante, che conferiranno alla nostra piantina una certa eleganza.

Generalmente il Lucky Bamboo si coltiva in luoghi luminosi, facendo attenzione a non esporre la pianta ai raggi diretti del sole che potrebbero rovinare irrimediabilmente la pianta. Pur amando la luce, comunque, può essere collocato anche in ambienti semibui o ombreggiati, purché se ne rispettino le necessità legate al fabbisogno d’acqua.

Crossandra, coltivazione e cure

crossandra

Il cielo è cupo e le temperature continuano a scendere: l’inverno è alle porte, mentre il nostro giardino comincia a spogliarsi degli allegri colori che ci hanno sin qui accompagnato. E allora è il momento di dedicarci alle nostre care piante da appartamento, altrettanto variopinte e spettacolari, sia durante la fioritura che nel periodo di riposo vegetativo, come la Crossandra, ad esempio, che può regalarci grandi soddisfazioni, se curata nella giusta maniera.

Si tratta di una pianta originaria dell’Africa, della Malesia e dell’India, appartenente alla famiglia delle Acantacee e comprendente una cinquantina di specie più diversi ibridi.

Ha foglie lanceolate, lucide e dal colore verde scuro, che non perdono le loro caratteristiche neppure dopo la fioritura, regalando un’esplosione di verde anche nel periodo invernale. I fiori invece sono per lo più di color arancio, molto resistenti e visibili sulla pianta da maggio ad ottobre.