Malva, il rimedio per tutti i mali

malva

A vederla dominare prati e sterrati incolti, non si direbbe che sia così ricercata. E invece la Malva è una pianta non solo gradevole per la vista, ma anche particolarmente utile a livello officinale, tanto da essere una delle più usate sia nella medicina tradizionale che in quella alternativa.

Ma andiamo per ordine e cominciamo col dire che appartiene alla famiglia delle Malvacee, molto diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo.

In natura si trova per lo più allo stato spontaneo, ma vista la grande utilità e la bellezza estetica, non è poi così raro che venga utilizzata anche per la decorazione di aiuole e bordure, sia per le verdi foglie caratteristiche nella forma, che per il rosa venato con striature violacee dei suoi fiori.

Beloperone, pianta delle lacrime d’amore

Beloperone

II nome scientifico del beioperone, simpati­ca e purtroppo abbastanza rara specie da appartamento, deriva da due parole greche: belos, freccia e peronne, unire, a indicare una caratteristica della struttura interna del­la infiorescenza, nelle cui corolle le antere (dove è contenuto il polline) sono unite da uno speciale tessuto a forma appunto di freccia.

Volgarmente il beioperone viene chiamato «pianta gambero», e in realtà le sue pendule infiorescenze, sia per il colore che per la forma fanno pensare proprio a un crostaceo.

In qualche nazione, al beioperone, si da anche un altro nome: «pianta delle lacrime d’amore».

Le specie di cui ci stiamo occupando posso­no essere utilizzate soprattutto come piante da appartamento e, soltanto nelle zone a cli­ma molto mite, è possibile pensare a qualche altro impiego, sul balcone o in giardino, col­tivando il beioperone in piena terra o in va­so.

Novembre, è tempo di mettere a dimora il Caprifoglio

caprifoglio

Tra le tante operazioni da compiere in giardino, prima di abbandonarci al calduccio della nostra casa, c’è quella di mettere a dimora alcune piante che avremo preventivamente fatto crescere in vaso. Una di queste è il Caprifoglio, pianta dalla rara bellezza, il cui nome botanico è Lonicera.

Il nome volgare deriva dal latino caprifolium (foglia di capra) ed è dovuto alla particolarità della pianta in questione, che sembra arrampicarsi su muri e recinzioni un po’ come fanno le capre sulla montagna.

Si tratta di una pianta che cresce per lo più allo stato spontaneo, ma che sopporta molto bene anche la coltivazione domestica, peraltro piuttosto semplice. Il Caprifoglio, infatti, si adatta perfettamente sia all’esposizione in pieno sole che a quella semi-ombreggiata, mostrando grande resistenza al freddo dell’inverno ed alla calura estiva. Solo alcune specie (la Lonicera etrusca e la Lonicera sempervirens) risultano essere delicate, preferendo trattamenti particolari.

Aro, curiosità ed utilizzo

aro

II nome scientifico di queste simpatiche pian­te deriva da una singolarissima proprietà de­gli Arum, ossia quella di emettere calore durante la fioritura. Infatti, Arum deriva dal greco aron che significa «caldo», «calore».

Le bacche dell’aro, invece, vengono chia­mate con una definizione abbastanza sini­stra, quella di: «bacche della vipera», op­pure «cibo della vipera» e anche «bac­che veleno». La ragione di questi attributi è ignota e non trova alcun riscontro scientifi­co, tuttavia è bastata per gratificare i frutti dell’aro di una nomea poco rassicurante, tanto che in molte località si provvide a di­struggere sistematicamente queste specie ri­tenute quanto mai malefiche e per questo utilizzate in gran copia dalle fattucchiere per la preparazione di filtri mortali.

Gaultheria, il giardino si tinge di rosso

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Abbandoniamo per un giorno le piante che fioriscono in autunno o quelle che è bene interrare in questo periodo dell’anno ed occupiamoci della Gaultheria, una splendida pianta a fioritura primaverile, che regala uno spettacolo di rara bellezza.

Penserete che il nostro lavoro di articolisti sia un po’ confuso, vista la mescolanza di argomenti su piante che sembrano non avere a che fare con la stagione autunnale, ma leggendo queste poche righe, vi renderere conto che anche la Gaultheria ha il diritto di essere nominata tra le piante della stagione in corso, per via del particolare aspetto rossiccio che assume da settembre in poi.

Appartiene alla famiglia delle Ericacee ed è originaria di Asia, America ed Oceania, sebbene oramai sia diffusa in tutte le zone a clima temperato, dove cresce e prolifica in bordure ed aiuole o come tappezzante nei giardini rocciosi.

Armeria, le specie più interessanti e le loro esigenze

Armeria-juniperifolia

Le armerie sono piante di facile coltivazione, molto adatte per formare macchie di colore nel giardino roccioso, per riempire gli inter­stizi tra le pietre di un muro o per ricoprire scarpate e pendii. Le specie più interessanti da un punto di vista decorativo sono:

A. pseudoarmena (sin. A. latifolia), alta 25 cm, con fiori rosa vivo, particolarmente adat­ta per climi caldi.

A. plantaginea, molto compatta, a fiori di colore rosa tenue, vive bene al Sud.

A. caespitosa, a fiori rosa, alta appena 5 cm, si presta particolarmente, per la sua forma nana, alla decorazione del rock-garden; non resiste agli inverni del Nord senza copertura.

A. montana (sin. A. alpina), alta 10 cm, con fiori rosa, adatta per giardino alpino.

Novembre, orto e giardino hanno bisogno di cure

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L’inverno bussa alle porte ed è ormai tempo di abbandonare la vita all’aria aperta per rintanarsi nel tepore della propria casa. Ma non crediate di poter lasciare tutto così com’è nell’orto o in giardino, perché nel mese di novembre ci sono ancora parecchi lavori da fare, prima di dimenticare per un po’ le nostre amiche piante collocate in piena terra.

Intanto possiamo approfittare delle ultime giornate tiepide per dedicarci alla raccolta delle foglie, operazione utile non solo per far pulizia, ma anche per porre le foglie stesse a mo’ di tappeto, in modo da proteggere le piante che non amano particolarmente le gelate invernali.

Non dimentichiamoci poi di piantare le bulbose, se vogliamo godere di una splendida fioritura primaverile, quando torneremo a dedicarci più frequentemente del nostro giardino. Al tempo stesso, ricordiamoci di riportare in casa (o comunque in un luogo riparato) i vasi con piante che temono il freddo e che rischierebbero di morire se tenute all’esterno.

Armeria, etimologia, come utilizzarla e accorgimenti utili

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II nome di questa pianta è di antica deriva­zione celtica e significa letteralmente «che vive presso il mare». Una pianta con que­sto nome veniva coltivata anche presso i Ro­mani, ma si ignora se si trattasse dello stes­so genere o soltanto di fiori simili alle nostre armerie.

Talvolta si confondono le armerie vere e pro­prie con lo statice, ma le due piante sono assai diverse e si impiegano anche in diversa maniera.

Nel linguaggio floreale le armerie simboleg­giano la civetteria, forse perché anticamente, e soprattutto presso i Romani, le signore più in vista usavano ornarsi la fronte con corone di armeria rosa.

L’armeria, come tutte le specie di piccola statura e a portamento compatto, si presta alla formazione di basse bordure, macchie ai bordi del tappeto erboso o per la deco­razione delle roccaglie dove formano com­patti cuscini colorati sottolineati dal verde intenso  del  fogliame.

Piante grasse: Astrophytum asterias

Astrophytum asterias

Abbiamo già trattato diffusamente delle piante grasse, bisognose di poche cure ed in grado di soddisfare la vista con le loro molteplici forme e colori. Oggi vogliamo soffermarci su una di quelle più spettacolari dal punto di vista estetico, l’Astrophytum asterias, apprezzabile sia nel periodo della fioritura che nella stagione in cui si sveste dei magnifici colori.

Appartiene alla famiglia delle Cactacee ed è originaria di Messico e Texas. Il nome deriva dal greco “astèr” (stella) e phytòn (pianta), dunque “pianta a forma di stella”, poiché a guardarla dall’alto somiglia vagamente ad un astro, con la sue costole ravvicinate.

E’ caratterizzata da una puntinatura più o meno evidente che, a sentire gli esperti di botanica, avrebbe una doppia funzione: trattenere l’umidità ed aiutare la pianta a mimetizzare sui terreni rocciosi.

Acacia, cenni storici, come utilizzarla, quale terreno scegliere e come coltivarla

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La prima segnalazione ufficiale sull’esistenza di piante che, con tutta probabilità, corri­spondono alle nostre acacie risale al medico greco Dioscoride, seguito da Plinio il Vec­chio, i quali fanno menzione di una certa pianta achachìa, nome da cui pare derivi la attuale denominazione.

Per solito, ed erroneamente, tutte le acacie vengono chiamate mimose o gaggie, che so­no invece i nomi comuni di due specie ben diverse: la «gaggia» è infatti VA. Farnesiana mentre la «mimosa» è VA. dealbata.

Il giorno di S. Valentino, festa degli inna­morati, soprattutto in Francia vi è l’uso tra fidanzati di scambiarsi un rametto di mimo­sa, che fiorisce appunto in febbraio.

Le acacie difficilmente vengono impiegate per la decorazione del giardino, se non in Riviera o in altre zone altrettanto favorite dal clima, come la Sicilia, dato che la bellezza di queste piante acquista valore solo se l’e­semplare è di alta statura, condizione diffi­cilmente ottenibile se non, appunto, in par­ticolari regioni. Il modo più comune d’uti­lizzare le acacie è quello di coltivarle per la raccolta dei fiori.

Escallonia, perfetta per le vostre siepi

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Non sapete quale pianta scegliere per creare la vostra siepe? E allora potete orientarvi sull’Escallonia, coltivata anche come pianta singola, ma particolarmente indicata per ergere spettacolari muri di colore per il vostro giardino.

Si tratta di una pianta della famiglia delle Glossulariacee, coltivata per lo più a scopo ornamentale per via delle sue foglie lucide e dentate e dei fiori di vari colori riuniti in pannocchie. In natura ne esistono una sessantina di specie, oltre ai numerosi ibridi, creati appositamente per coloro che hanno l’esigenza di riempire con colorazioni e forme diverse il proprio giardino.

L’Escallonia predilige il clima temperato, mal sopportando le gelate invernali ed i venti rigidi, ma, se coltivata nei pressi di un riparo (un muro, ad esempio), può adattarsi anche ai rigori della stagione più fredda dell’anno.

Le piante del mese di Novembre

clerodendro

L’anno è entrato nella sua fase culminante e dopo la dorata parentesi di ottobre la sta­gione si avvia rapidamente verso il grigiore dell’inverno, verso la lunga serie di giorni freddi e nebbiosi, solo raramente illuminati dal sole. Le piante lasciano cadere, giorno dopo giorno, le ultime foglie e solo qualche corolla rompe il verde già spento tipico del­l’autunno.

Tuttavia, esistono piante che sono ancora in piena fase vegetativa o che rivestono un par­ticolare interesse per la presenza di bacche colorate; senza contare le specie da appar­tamento che proprio in questa stagione en­trano nel periodo più importante per quan­to riguarda la loro funzione decorativa. In­fatti, mentre diminuisce l’interesse per gli esemplati coltivati all’aperto, si delinea in modo sempre più vivo il ruolo delle piante cosiddette « ornamentali per interno » che da questo momento hanno il compito di por­tare un po’ di verde tra le pareti delle no­stre case. Nei prossimi mesi la nostra atten­zione sarà rivolta, come è giusto, soprat­tutto a quelle piante ornamentali, mentre in questo « Jolly » di novembre vi parleremo, in parte, anche di piante da piena aria. I loro nomi sono: acacia, agave, ane­mone, armeria, aro, beloperone, calceolaria, ciliegio d’inverno, columnea, ginepro, pepe­roncino, pianta di vetro.


Hippeastrum, la bulbosa che colora l’inverno

hippeastrum

E’ tempo di pensare all’inverno ed alle piante da tenere in casa nella stagione che maggiormente ci costringe all’esilio tra le pareti domestiche. Il giardino si scolora lentamente, ma i nostri angoli “interni” possono essere ugualmente rallegrati dalle tinte di svariati fiori adatti alla coltivazione domestica, come le bulbose, ad esempio, di cui pian piano noi di PolliceGreen vi andiamo illustrando caratteriche e cure.

Oggi ci occuperemo dell’Hippeastrum, una pianta che probabilmente conoscerete con il nome di Amarillis, appartenente alla famiglia delle Amaryllidacee ed originaria del Sudamerica.

Il bulbo dell’Hippeastrum può raggiungere i 10 centimetri di diametro e si pone a dimora nella stagione autunnale (in condizioni di clima mite fate ancora in tempo ad interrarlo), in modo che dia il meglio di sé durante i mesi più freddi dell’anno, regalando una fioritura estremamente gradevole per la vista, con la sua colorazione rossa.

Semina in lettorino

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La semina in lettorino, è un  sistema che si usa per le specie delicate, che non possono essere seminate in piena terra o in vasi al­l’aperto, oppure per far nascere, in inverno, le pianticelle da mettere a dimora in giardi­no o sul balcone, in primavera. Il lettorino è una specie di ampia cassetta, in legno o in cemento, con due lati spioventi, che può es­sere collocata sul terreno del giardino o del­l’orto; il lettorino munito di un fondo su cui viene deposto uno strato di terra può essere utilizzato anche sul balcone. Ogni lettorino è completato da un coperchio in vetro o in speciale materiale plastico: sia il vetro sia il laminato plastico hanno le funzioni di racco­gliere la maggior quantità di calore possibi­le per facilitare la germinazione dei semi e di assicurare alle future pianticelle la neces­saria  luminosità.

La semina dei lettorini può avvenire secon­do questi tre sistemi: