Erica, il fiore della Brughiera

erica

L’erica è una delle piante coltivate nei giardini, anche in vaso, che più caratterizzano il paesaggio della brughiera; resistente, caparbia, duttile e indubbiamente bella, l’erica è in grado di resistere per molti anni compiendo progressi quasi impercettibili fino a quando, dotatasi di un esteso apparato radicale, inizia a crescere e fiorire oltre ogni attesa.

Con il nome erica si indica un genere ricco di oltre 500 specie sempreverdi, arbustive e suffruticose, diffuse su una vasta area, con caratteristiche morfologiche e agronomiche piuttosto distanti. Le eriche sono piante multiformi e versatili, con specie adatte ai terreni calcarei e varietà adatte ai terreni acidi, con periodi di fioritura diversi che possono coprire quasi tutto l’anno.

L’erica più diffusa è l’Erica darleyensis, un ibrido creatosi in modo spontaneo in un vivaio inglese alla fine del 1800, che ha ottenuto un rapido successo per la crescita vigorosa, l’elevata adattabilità, la lunga fioritura, ed il portamento compatto che la rende idonea a formare macchie alle quali serve una manutenzione veramente minima. I fiori dell’Erica darleyensis, sono campanulat, e durano molti mesi: da novembre fino a maggio. Sono riuniti in rami lunghi dagli 8 ai 15 centimetri, e possono essere bianchi, rosa, porpora o bicolori; le foglie sono molto piccole e possono avere diverse tonalità di colore.

Le eriche si possono coltivare in vaso, impiegando grandi ciotole anche non molto profonde, con del terreno acido, o in mancanza di esso, mescolando due parti di terriccio per piante da fiore con due di torba e una di sabbia; in giardino, questi tipi di piante si possono utilizzare come bordure o come cespugli per dare un tocco di colore a una zona verde. Si possono accostare bene alle conifere nane, ai rododendri e alle azalee; è bene disporle sempre in gruppi di tre piante per varietà, da porre a circa 40 centimetri di distanza l’una dall’altra.

Le eriche sono pianti resistenti al secco, e richiedono di essere bagnate sono quando c’è una prolungata mancanza di precipitazioni; non necessitano di fertilizzazione perché amano i terreni poveri. Vanno messe a dimora in autunno o in primavera, stagione, quest’ultima, durante la quale bisogna provvedere alla potature per eliminare i fusti fiorieri dell’anno precedente.

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